Pellegrino Artusi, castagnole e fritture dolci. Poco c'è da dire su queste fritture, sono deliziose.
190 CIAMBELLINE
Anche
questo piatto, se non si vede manipolare, è difficile che riesca bene; mi
proverò a descriverlo, ma non garantisco di farmi capire. A me queste
ciambelline furono insegnate col nome di beignets; ma la loro forma mi
suggerisce quello più proprio di ciambellíne, e per tali ve le offro.
Mettete
al fuoco in una casseruola grammi 180 di acqua, un pezzetto di burro quanto una
grossa noce, due cucchiaini di zucchero e un pizzico di sale. Quando il liquido
bolle, stemperateci grammi 120 di farina gettandola tutta a un tratto onde non
si formino bozzoli e dimenate subito col mestolo. Levatela presto dal fuoco e
mentre è così a bollore scocciate nella medesima un uovo e mescolate forte
finché sia bene incorporato; poi ad intervalli, quando il composto è diaccio,
aggiungete altre due uova lavorando sempre e molto col mestolo finché sia ben
mantecato; e ciò si conosce dall'azione del mestolo stesso, il quale, nei vuoti
che lascia, si tira dietro un sottil velo di pasta. Datele l'odore di vainiglia
e preparate sulla spianatoia una certa quantità di farina sulla quale verserete
la detta pasta. Allora cominciate a palparla colle mani imbrattate nella stessa
farina e avvoltolatevela entro in modo che della farina se ne appropri tanta da
rendersi maneggevole, ma però morbida alquanto.
Dividete
questo pastone in 16 o 18 parti, formando tante pallottole che riusciranno
grosse poco più di una noce: ad ognuna di queste pallottole fate un buco in
mezzo premendole colla punta di un dito contro la spianatoia e girandole sopra
sé stesse; rivoltatele e fate altrettanto dalla parte opposta onde il buco
diventi largo ed aggraziato; così queste pallottole prenderanno la forma di
ciambelline. Ora mettete al fuoco un vaso d'acqua di bocca larga, e quando
l'acqua sarà ben calda, ma non bollente, gettatevi le ciambelline a tre o
quattro per volta. Se si attaccano al fondo sollevatele leggermente colla
mestola forata, voltatele ed allorché vengono a galla levatele asciutte e
ponetele sopra un pannolino, poi colla punta di un coltello, fate ad ognuna
giro giro, tanto dalla parte esterna che interna, un'incisione od anche due a
una certa distanza, perché possan rigonfiar meglio.
In
questo stato potrete lasciarle anche per delle ore se vi fa comodo. Friggetele
con molto unto, lardo od olio che sia, a fuoco lento, dimenando spesso la
padella; se saranno venute bene le vedrete crescere a un volume straordinario,
restando asciutte. Calde ancora, ma non bollenti, spolverizzatele di zucchero a
velo e servitele, augurandosi lo scrivente che esse, per la loro bontà ed
eleganza di forma, siano gustate da bocche gentili e da belle e giovani
signore; e così sia.
191 DONZELLINE
Farina,
grammi 100.
Burro,
quanto una noce.
Latte,
quanto basta.
Un
pizzico di sale.
Formatene
un intriso né troppo sodo, né troppo morbido, lavoratelo molto colle mani sulla
spianatoia e tiratene una sfoglia della grossezza di uno scudo. Tagliatela a
piccole mandorle, friggetela nel lardo o nell'olio, e la vedrete gonfiare,
riuscendo tenera e delicata al gusto.
Così
avrete le donzelline, che vanno spolverizzare con zucchero a velo quando non
saranno più bollenti.
192 FRITTO DI CHIFELS
È
un fritto di poco conto, ma per contorno a un fritto di carne può servire da
pane.
Chifels,
n. 2.
Latte,
decilitri 2.
Zucchero,
grammi 20.
Levate
le punte ai chifels e tagliateli a rotelline grosse un centimetro che
collocherete sopra un vassoio. Ponete il latte al fuoco col detto zucchero e
quando sarà a bollore versatelo sulle medesime per inzupparle non molto. Diacce
che siano bagnatele in due uova frullate, panatele e friggetele. Per signore
facili a contentarsi possono servire come piatto dolce, se date loro l'odore
della vainiglia spolverizzandole, dopo cotte, di zucchero a velo.
193 AMARETTI FRITTI
Prendete
20 amaretti piccoli, bagnateli leggermente, onde non rammolliscano troppo, di
rhum o di cognac, involtateli nella pastella del n. 156, che è dose bastante, e
friggeteli nello strutto, nel burro o nell'olio. Spolverizzateli leggermente di
zucchero a velo e serviteli caldi.
Non
è fritto da fargli le furie e da andarlo a cercare; ma può servir di compenso
quando capiti il caso.
212 CASTAGNOLE I
Questo
piatto particolare alle Romagne, specialmente di carnevale, è, a dir vero, di
genere non troppo fine, ma può piacere.
Intridete
sulla spianatoia una pasta soda con farina, due uova, una cucchiaiata di
fumetto, odore di scorza di limone e sale quanto basta. Lavoratela molto e con
forza colle mani come fareste del pane comune, facendole a poco per volta
assorbire una cucchiaiata di olio fine. Per ultimo tiratela a bastoncini,
tagliateli a pezzetti del volume di una noce e gettateli subito in padella a
lento fuoco dimenandola continuamente. Cotte che siano le castagnole,
spolverizzatele di zucchero a velo e servitele diaccie; ché sono migliori che
calde.
Se
invece di fumetto vi servirete di cognac o di acquavite, il che sembra lo
stesso, vi prevengo che non otterrete il medesimo effetto e che rigonfieranno
poco.
213 CASTAGNOLE II
Eccovi
una seconda ricetta di castagnole. Provatele tutt'e due ed attenetevi a quella
che più vi garba.
Uova,
n. 2.
Acqua,
due cucchiaiate.
Fumetto,
due cucchiaiate.
Burro,
grammi 20.
Zucchero,
grammi 20.
Un
pizzico di sale.
Mettete
in un vaso i rossi d'uovo, lo zucchero, il fumetto, l'acqua e il sale.
Mescolate, montate le chiare e con questi ingredienti e il burro intridete
tanta farina sulla spianatoia da formare un pastone che si possa lavorar colle
mani. Dimenatelo molto perché si affini, poi fatene delle pallottole grosse
quanto una piccola noce e friggetele come le antecedenti a fuoco lento e in
molto unto.
214 CREMA FRITTA I
Amido,
grammi 100.
Zucchero,
grammi 30.
Burro,
grammi 20.
Latte,
decilitri 4.
Uova,
due intere.
Odore
di scorza di limone.
Sale,
una presa.
Lavorate
le uova collo zucchero, poi aggiungete l'amido ridotto in polvere, la scorza di
limone grattata, il latte versato a poco per volta e il burro. Mettete il
composto al fuoco rimestando continuamente come fareste per una crema comune e
quando sarà condensato da non crescer più, gettate la presa di sale e versatelo
in un vassoio o sopra un'asse, distendendolo alla grossezza di un dito.
Tagliatelo
a mandorle quando sarà ben diaccio, doratelo coll'uovo e pangrattato,
friggetelo nel lardo o nell'olio e servitelo caldo per contorno ad altro
fritto.
215 CREMA FRITTA II
Farina,
grammi 100.
Zucchero,
grammi 20.
Uova
intere, n. 2.
Latte,
decilitri 5.
Odore
di vainiglia o di scorza di limone.
Per
la cottura tenetela sul fuoco finché la farina non abbia perduto il crudo. In
quanto al resto regolatevi come quella del numero precedente. Metà dose, mista
ad altro fritto, potrà bastare per quattro o cinque persone.
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