Pellegrino Artusi , polpette e polpettoni. La 'polpetta', croce e delizia, ci lascia sempre nell'irrisolvibile dubbio, mangiarla o non mangiarla. Quando il riferimento è la polpetta della 'mamma', fatta con tutti i santi comandamenti, più uno, ecco che tutte le altre risulteranno come palle da cannone, ficcate nel nostro stomaco. Ma in certe osterie, assieme a piccoli bicchieri di vino bianco aromatico ancora si servono polpettine friabili e profumate alle quali non si può opporre resistenza.
314 POLPETTE
Non
crediate che io abbia la pretensione d'insegnarvi a far le polpette. Questo è
un piatto che tutti lo sanno fare cominciando dal ciuco, il quale fu forse il
primo a darne il modello al genere umano. Intendo soltanto dirvi come esse si
preparino da qualcuno con carne lessa avanzata; se poi le voleste fare più
semplici o di carne cruda, non è necessario tanto condimento.
Tritate
il lesso colla lunetta e tritate a parte una fetta di prosciutto grasso e magro
per unirla al medesimo. Condite con parmigiano, sale, pepe, odore di spezie,
uva passolina, pinoli, alcune cucchiaiate di pappa, fatta con una midolla di
pane cotta nel brodo o nel latte, legando il composto con un uovo o due a
seconda della quantità. Formate tante pallottole del volume di un uovo,
schiacciate ai poli come il globo terrestre, panatele e friggetele nell'olio o
nel lardo. Poi con un soffrittino d'aglio e prezzemolo e l'unto rimasto nella
padella passatele in una teglia, ornandole con una salsa d'uova e agro di
limone.
Se
non tollerate i soffritti mettetele nella teglia con un pezzetto di burro, ma
vi avverto che i soffritti, quando siano ben fatti, non sono nocivi, anzi
eccitano lo stomaco a digerir meglio. Mi rammento che una volta fui a pranzo
con alcune signore in una trattoria di grido la quale pretendeva di cucinare
alla francese - troppo alla francese! - ove ci fu dato un piatto di animelle
coi piselli. Tanto quelle che questi erano freschi e di primissima qualità, ma
essendo stati tirati a cottura nell'umido del solo burro senza soffritto, e
almeno un buon sugo, e senza aromi di sorta, nel mangiare quella pietanza, che
poteva riuscire un eccellente manicaretto, si sentiva che lo stomaco non
l'abbracciava e a tutti riuscì pesante nella digestione.
315 POLPETTONE
Signor
polpettone, venite avanti, non vi peritate; voglio presentare anche voi ai miei
lettori.
Lo
so che siete modesto ed umile perché, veduta la vostra origine, vi sapete da
meno di molti altri; ma fatevi coraggio e non dubitate che con qualche parola
detta in vostro favore troverete qualcuno che vorrà assaggiarvi e che vi farà
forse anche buon viso.
Questo
polpettone si fa col lesso avanzato, e, nella sua semplicità, si mangia pur
volentieri. Levatene il grasso e tritate il magro colla lunetta; conditelo e
dosatelo in proporzione con sale, pepe, parmigiano, un uovo o due, e due o tre
cucchiaiate di pappa. Questa può essere di midolla di pane cotta nel latte, o
nel brodo, o semplicemente nell'acqua aggraziata con un po' di burro. Mescolate
ogni cosa insieme, formatene un pane ovale, infarinatelo; indi friggetelo nel
lardo o nell'olio e vedrete che da morbido qual era da prima, diverrà sodo e
formerà alla superficie una crosticina. Tolto dalla padella, mettetelo a
soffriggere nel burro da ambedue le parti entro a un tegame, e quando siete per
mandarlo in tavola, legatelo con due uova frullate, una presa di sale e mezzo
limone. Questa salsa fatela a parte in una cazzarolina, regolandovi come si
trattasse di una crema, e versatela sopra il polpettone quando l'avrete messo
in un vassoio.
Per
non sciuparlo, se è grosso, quando l'avete in padella rivoltatelo con un piatto
o con un coperchio di rame come fareste per una frittata.
316 POLPETTONE DI CARNE CRUDA ALLA FIORENTINA
Prendete
mezzo chilogrammo, senz'osso, di carne magra di vitella, nettatela dalle
pelletiche e dalle callosità e prima con un coltello a colpo, poi colla lunetta
tritatela fine insieme con una fetta di prosciutto grasso e magro. Conditela
con poco sale, pepe e spezie, aggiungete un uovo, mescolate bene e colle mani
bagnate formatene una palla e infarinatela.
Fate
un battutino con poca cipolla (quanto una noce), prezzemolo, sedano e carota,
mettetelo al fuoco con un pezzetto di burro e quando avrà preso colore gettate
dentro il polpettone. Rosolatelo da tutte le parti e poi versate nel recipiente
mezzo bicchiere abbondante d'acqua in cui avrete stemperata mezza cucchiaiata
di farina; copritelo e fatelo bollire a lentissimo fuoco badando che non si
attacchi. Quando lo servite, col suo intinto denso all'intorno, strizzategli
sopra mezzo limone.
Se
lo volete alla piemontese, altro non resta a fare che collocare nel centro
della palla, quando la formate, un uovo sodo sgusciato, il quale serve a dar
bellezza al polpettone quando si taglia a fette. Non è piatto da disprezzarsi.
317 QUENELLES
Le
quenelles costituiscono un piatto di origine e di natura francese, come
apparisce dal nome, che non ha corrispondente nella lingua italiana, e fu
inventato forse da un cuoco il cui padrone non aveva denti.
Vitella
di latte, grammi 120.
Grasso
di rognone di vitella di latte, grammi 80,
Farina,
grammi 50.
Burro,
grammi 30.
Uova,
uno e un rosso.
Latte,
decilitri 2.
Nettate
bene la carne dalle pelletiche e il grasso dalle pellicine che lo investono e,
dopo averli pesati, tritateli più che potete col coltello e con la lunetta,
indi pestateli nel mortaio finché non sian ridotti a una pasta finissima.
Fate
una besciamella con la farina, il burro e il latte soprannotati e quando sarà
diaccia uniteci la roba pestata, le uova, il condimento di solo sale e
mescolate ben bene ogni cosa insieme. Distendete sulla spianatoia un velo di farina,
versateci sopra il composto e, leggermente infarinato, tiratelo a bastoncino in
modo da ottenere 18 o 20 rocchi, simili alle salsicce, lunghi un dito.
Mettete
dell'acqua al fuoco in un vaso largo e quando bolle gettateci le quenelles;
fatele bollire 8 o 10 minuti e le vedrete rigonfiare. Allora con la mestola un
po' forata levatele asciutte e servitele sguazzanti nella salsa di pomodoro n.
125, a cui aggiungerete alcuni funghi freschi o secchi (che avrete cotti avanti
nella salsa medesima) e alcune olive in salamoia, alle quali leverete il
nocciolo. Alla salsa di pomodoro potete sostituire il sugo di carne, oppure
guarnire con le quenelles un intingolo di rigaglie e animelle. Si possono fare
anche con la carne bianca dei polli o con la polpa del pesce e questa quantità
può bastare per cinque persone.
Se
vi servite della salsa di pomodoro, che è la più opportuna per questo piatto di
gusto molto delicato, legatela con un intriso composto di grammi 30 di burro e
un cucchiaio di farina, versandola nel medesimo quando avrà preso sul fuoco il
color nocciola.
Consigliate da La Cucina Economica
ho giusto fatto le polpette.....
RispondiEliminabuon anno!
paoladirodi
Cara Paola di Rodi Buon anno anche a te! Rodi quale?
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