Pellegrino Artusi, i risotti. Il riso, l'ingrediente neutro che sopporta ogni genere di abbinamento, da quello più tranquillo del riso e latte, cena e conforto dell'infanzia, a quello più audace e impensabile. Pasto leggero ma anche, come diceva l'Artusi, usato negli harem di Istambul per avere sempre una buona dose di cuscinetti adiposi di cui far sfoggio.
72 RISOTTO COLLE TELLINE
Noto
questo risotto nelle proporzioni che è stato fatto più volte nella mia cucina,
e cioè:
Telline
col guscio, chilogrammi 1,350.
Riso,
grammi 500.
Per
levare la sabbia che le telline racchiudono, lavatele prima, poi ponetele in
acqua fresca salata, o meglio, acqua di mare, in un catino con un piatto
rovesciato sotto alle medesime, e dopo due ore almeno, levatele asciutte e
mettetele al fuoco con acqua in proporzione del riso da cuocere. Quando saranno
aperte, levatene i gusci e serbate l'acqua, ma badate che in fondo alla
medesima si sarà formata una qualche posatura di sabbia che va gettata via.
Fate
un soffritto con olio, aglio, poca cipolla, prezzemolo, carota e sedano, il
tutto tritato finissimo colla lunetta, e quando sarà rosolato bene, gettatevi
le telline tolte dal guscio, qualche pezzetto di funghi secchi rinvenuti, una
presa di pepe e un po' di quell'acqua serbata. Dopo qualche minuto gettate il
riso in questo intingolo e tiratelo a cottura soda col resto dell'acqua
suddetta. Assaggiatelo se sta bene di sapore col solo sale naturale delle
telline e dei condimenti datigli; se non fosse così, aggiungeteglielo con sugo
di pomodoro o conserva, ed anche con un pezzetto di burro e un pizzico di
parmigiano.
Alle
telline si possono sostituire le arselle o i peocci (cozze nere, muscoli) come
a Venezia, nelle cui trattorie se il riso co' peocci (specialità del paese)
fosse cucinato in questa maniera, sarebbe assai più gradito. Per conservare
alcun poco i molluschi a conchiglia bivalve, vanno tenuti in luogo fresco,
legati assai stretti in un sacchetto o in un canovaccio. D'inverno ho così
conservate fresche le telline fino a sei giorni, ma non è da azzardare perché i
molluschi riescono molto indigesti se non sono freschi.
73 RISOTTO COLLE TINCHE
Non
vi spaventate nel sentire che le tinche possono prestarsi per una buona
minestra, la quale saprà naturalmente di pesce e riuscirà un po' grave agli
stomachi deboli; ma sarà grata al gusto, e fors'anche lodata, se avrete la
prudenza di non nominare la specie del pesce usato.
Ecco
le dosi di una minestra per sei o sette persone:
Riso,
grammi 500;
Tinche,
circa grammi 400.
Fate
un battuto con due spicchi d'aglio, un pizzico di prezzemolo, qualche foglia di
basilico, se vi piace il suo odore, una grossa carota e due pezzi di sedano
bianco lunghi un palmo. Mettetelo al fuoco in una casseruola con olio, sale e
pepe, aggiungendovi in pari tempo le tinche già sbuzzate e tagliate a pezzi, le
teste comprese. Voltatele spesso onde non si attacchino al fondo, e quando
saranno ben rosolate cominciate a bagnarle prima con sugo di pomodoro o
conserva, poi con acqua versata a poco per volta in principio e in ultimo, in
quantità tale da cuocere il riso, ma tenendovi piuttosto scarsi che abbondanti.
Fate bollire finché le tinche non siano spappolate, e allora passate dallo
staccio ogni cosa, in modo che non restino se non le lische e gli ossicini.
Questo è il sugo che servirà per cuocere il riso, tirandolo asciutto e di
giusta cottura. Per aggraziarlo potete aggiungere qualche pezzetto di funghi
secchi e un pezzetto di burro e poi servirlo in tavola con parmigiano grattato
per chi lo vuole.
Al
tempo dei piselli questi sono da preferirsi ai funghi; grammi 200, sgranati,
bastano. Cuoceteli a parte con un po' d'olio, un po' di burro e una cipolla
novellina intera. Versate i piselli quando la cipolla comincia a rosolare,
fateli soffriggere alquanto, conditeli con sale e pepe e tirateli a cottura con
poca acqua. La cipolla gettatela via e mescolate i piselli col riso quando
questo sarà quasi cotto.
74 RISOTTO NERO COLLE SEPPIE ALLA FIORENTINA
Questo
invertebrato (Sepia officinalis) dell'ordine dei molluschi e della famiglia dei
cefalopodi è chiamato calamaio in Firenze, forse perché (formando spesso la
bella lingua toscana i sui vocaboli colle similitudini) esso racchiude nel suo
sacco una vescichetta, che la natura gli ha dato a difesa, contenente un
liquido nero che può servire da inchiostro.
I
Toscani, i Fiorentini in ispecie, sono così vaghi degli ortaggi, che vorrebbero
cacciarli per tutto e per conseguenza in questo piatto mettono la bietola che,
mi pare, ci stia come il pancotto nel credo. Questo eccessivo uso di vegetali
non vorrei fosse una, e non ultima, delle cagioni della flaccida costituzione
di alcune classi di persone, che, durante l'influenza di qualche malore, mal
potendo reggerne l'urto, si vedono cadere fitte come le foglie nel tardo
autunno.
Spellate
e sparate le seppie per nettarle delle parti inservibili che sono l'osso,
l'apparato della bocca, gli occhi e il tubo digerente; mettete da parte la
vescichetta dell'inchiostro, e dopo averle lavate bene tagliatele a quadrettino
e le code a pezzetti.
Tritate
minutamente due cipolle non grandi, o meglio una sola e due spicchi d'aglio, e
ponetele al fuoco in una casseruola con olio finissimo e in abbondanza. Quando
il soffritto avrà preso il rosso buttateci le seppie ed aspettate che queste,
bollendo, comincino a divenir gialle per gettarvi grammi 600 circa di bietola,
netta dalle costole più grosse e tritata alquanto. Mescolate e lasciate bollire
per circa mezz'ora; poi versate grammi 600 di riso (che sarà il peso delle
seppie in natura) e il loro inchiostro e, quando il riso si sarà bene
impregnato di quel sugo, tiratelo a cottura con acqua calda. Il riso, per
regola generale, dev'essere poco cotto, e quando si dice asciutto deve far la
colma sul vassoio in cui lo servite. Accompagnatelo sempre col parmigiano
grattato; ma se avete lo stomaco delicato astenetevi dal farne uso, quando è
cucinato con questi e simili ingredienti di non facile digestione.
Ora
v'indicherò un'altra maniera di fare questo risotto per scegliere fra i due
quello che più vi aggrada. Niente bietola, niente inchiostro, e quando le
seppie, come si è detto, cominciano a prendere il giallo, versate il riso e
tiratelo a cottura con acqua calda e sugo di pomodoro o conserva, dandogli più
grazia e sapore con un pezzetto di burro; quando è quasi cotto unite del
parmigiano.
Se
lo volete ancora migliore aggiungete a due terzi di cottura, i piselli
accennati nel risotto colle tinche.
75 RISOTTO COI PISELLI
Il
riso! Ecco giusto un alimento ingrassante che i Turchi somministrano alle loro
donne onde facciano, come direbbe un illustre professore a tutti noto, i
cuscinetti adiposi.
Riso,
grammi 500.
Burro,
grammi 100.
Parmigiano,
quanto basta.
Una
cipolla di mediocre grossezza
Il
riso, come già vi ho detto altra volta, non conviene lavarlo; basta nettarlo e
strofinarlo entro a un canovaccio. Trinciate la cipolla ben fine colla lunetta
e mettetela al fuoco colla metà del burro. Quando avrà preso il colore rosso
versate il riso e rimuovetelo continuamente col mestolo finché abbia succhiato
tutto il soffritto. Allora cominciate a versar acqua calda a un ramaiolo per
volta, ma badate che se bolle troppo ristretto, resta duro nel centro e si
sfarina alla superficie; salatelo e tiratelo a cottura asciutta, aggiungendo il
resto del burro. Prima di levarlo dal fuoco, unitevi i piselli del n. 427 in
giusta proporzione e dategli sapore con un buon pugno di parmigiano.
Questa
dose basterà per cinque persone.
76 RISOTTO COI FUNGHI
Per
questo risotto io mi servo dei funghi porcini, i quali in alcuni paesi
chiamansi morecci.
Funghi
in natura, perché vanno poi nettati e scattivati, metà peso del riso. Fate un
battuto con poca cipolla, prezzemolo, sedano, carota e mettetelo al fuoco con
tre cucchiaiate d'olio, se il riso fosse grammi 300, da servirsi cioè a tre
persone. Quando il battuto avrà preso colore, fermatelo con sugo di pomodoro e
acqua, conditelo con sale e pepe e fatevi bollir dentro uno spicchio d'aglio
intero, che poi getterete via prima di passare il soffritto, il quale
rimetterete al fuoco, per cuocervi i funghi, prima tritati alla grossezza poco
meno del granturco; cotti che siano metteteli da parte. Il riso fatelo, così
crudo, soffriggere con un pezzo di burro, poi tirate a cuocerlo con acqua calda
versata a un ramaiolo per volta; a mezza cottura mescolateci dentro i funghi e
prima di servirlo dategli sapore col parmigiano.
Sarà
mangiato volentieri anche fatto con un pugno di funghi secchi invece di quelli
freschi.
77 RISOTTO COI POMODORI
Riso,
grammi 500.
Burro,
grammi 100.
Parmigiano,
quanto basta.
Versate
il riso sul burro strutto e quando l'avrà succhiato cominciate ad aggiungere
acqua calda, poca per volta; poi, giunto a mezza cottura, dategli sapore colla
salsa di pomodoro del n. 125 e prima di levarlo dal fuoco aggiungete un buon
pugno di parmigiano grattato. Nella detta salsa, per condire il risotto,
potete, piacendovi, sostituire all'olio la carnesecca, od anche servirvi del
sugo di pomodoro descritto al n. 6.
78 RISOTTO ALLA MILANESE I
Riso,
grammi 500.
Burro,
grammi 80.
Zafferano,
quanto basta a renderlo ben giallo.
Mezza
cipolla di mediocre grossezza.
Per
la cottura regolatevi come al n. 75.
Per
rendere questo risotto più sostanzioso e più grato al gusto occorre il brodo.
Lo
zafferano, se in casa avete un mortaio di bronzo, comperatelo in natura,
pestatelo fine e scioglietelo in un gocciolo di brodo caldo prima di gettarlo
nel riso, che servirete con parmigiano.
Lo
zafferano ha un'azione eccitante, stimola l'appetito e promuove la digestione.
Questa quantità può bastare per cinque persone.
79 RISOTTO ALLA MILANESE II
Questo
risotto è più complicato e più grave allo stomaco di quello precedente, ma più
saporito.
Eccovi
la dose per cinque persone.
Riso,
grammi 500.
Burro,
grammi 80.
Midollo
di bue, grammi 40
Mezza
cipolla.
Vino
bianco buono, due terzi di bicchiere.
Zafferano,
quanto basta.
Parmigiano,
idem.
Tritate
la cipolla e mettetela al fuoco col midollo e con la metà del burro. Quando
sarà ben rosolata versate il riso e dopo qualche minuto aggiungete il vino e
tiratelo a cottura col brodo. Prima di ritirarlo dal fuoco aggraziatelo con
l'altra metà del burro e col parmigiano e mandatelo in tavola con altro
parmigiano a parte.
80 RISOTTO ALLA MILANESE III
Potete
scegliere! Eccovi un altro risotto alla milanese; ma senza la pretensione di
prender la mano ai cuochi ambrosiani, dotti e ingegnosi in questa materia.
Riso,
grammi 300.
Burro,
grammi 50.
Un
quarto di cipolla mezzana di grandezza.
Marsala,
due dita di bicchiere comune.
Zafferano,
quanto basta.
Rosolate
la cipolla, tritata fine, con la metà del burro; versate il riso e dopo qualche
minuto la marsala. Tiratelo a cottura col brodo e quando sarà cotto aggiungete
il resto del burro e lo zafferano sciolto in un poco di brodo; per ultimo il
pugnello di parmigiano.
Basta
per tre persone.
81 RISOTTO COI RANOCCHI
Dice
un famoso cuoco che per render tenera la carne dei ranocchi bisogna gettarli
nell'acqua calda appena scorticati e dopo passarli in quella fresca: ma badate,
appena mezzo minuto, se no li cuocete. Se sono grossi, dodici ranocchi ritengo
che basteranno per grammi 300 di riso. Lasciate addietro le cosce; le uova, in
questo caso, direi fosse meglio non adoperarle. Fate un battuto con un quarto
di una grossa cipolla, uno spicchio d'aglio, carota, sedano, prezzemolo,
basilico e mettetelo al fuoco con olio, pepe e sale. Allorché avrà preso colore
buttate giù i ranocchi, rimestate a quando a quando e rosolati che siano
buttate dentro pomodori a pezzi, che lascerete disfare; allora versate tanta
acqua calda quanta potrà occorrerne. Fate bollire adagio finché i ranocchi
siano ben cotti e poi passate ogni cosa strizzando bene. In un po' di questo
sugo cuocete le cosce lasciate da parte, disossatele ed unitele al resto.
Mettete
il riso al fuoco con un pezzetto di burro, rimestate, e quando il burro sarà
stato tutto suzzato, versate il sugo caldo dei ranocchi a un ramaiolo per volta
fino a cottura completa. Prima di levare il riso gettategli dentro un pugno di
parmigiano e servitelo.
82 RISOTTO COI GAMBERI
Si
racconta che una gamberessa, rimproverando un giorno la sua figliola, le
diceva: - Mio Dio, come vai torta! Non puoi camminare diritta? - E voi, mamma,
come camminate? - rispose la figliola; - posso andar diritta quando qui, tutti,
vedo che vanno storti? - La figliola aveva ragione.
Grammi
300 circa di gamberi potranno bastare per grammi 700 di riso e servire per otto
persone.
Fate
un battuto abbondante con mezza cipolla, tre spicchi d'aglio, carota, sedano e
prezzemolo e mettetelo al fuoco con olio in proporzione. Credo che l'aglio, in
questo caso, sia necessario per correggere il dolce dei gamberi. Quando il
soffritto avrà preso colore buttategli dentro i gamberi e conditeli con sale e
pepe. Rivoltateli spesso e quando tutti saranno divenuti rossi, bagnateli con
sugo di pomodoro o conserva e poco dopo versate tanta acqua calda che possa
bastare pel riso. Lasciate bollire non tanto, perocché i gamberi cuociono
presto, poi levateli asciutti e una quarta parte, scegliendo i più grossi,
sbucciateli e metteteli da parte. Gli altri pestateli nel mortaio, passateli
dallo staccio e la polpa passata mescolatela al brodo dove sono stati cotti.
Mettete
al fuoco un pezzetto di burro in una casseruola e versatevi il riso nettato
senza lavarlo; rimestate continuamente e quando il riso avrà preso il lustro
del burro versate il brodo caldo a poco per volta; a più di mezza cottura
uniteci i gamberi interi, già sbucciati, e prima di servirlo dategli grazia con
un pugno di parmigiano.
Se,
quando fate questi risotti di magro, avete in serbo del brodo di carne,
servitevene ché con esso riusciranno più sostanziosi e più delicati.
83 RISOTTO COL BRODO DI PESCE
Quando
avrete lessato un pesce di qualità fina od anche un grosso muggine nel modo
descritto al n. 459, potrete servirvi del brodo colato per ottenerne un
risotto, o una zuppa. Fate un battuto con un quarto di cipolla, uno o due
spicchi d'aglio, prezzemolo, carota e sedano e mettetelo al fuoco con olio,
sale e pepe. Quando avrà preso colore fermatelo con sugo di pomodoro o conserva
sciolta in un ramaiolo del detto brodo. Lasciate bollire un poco e poi versate
il riso che tirerete a cottura con lo stesso brodo bollente, versato poco per
volta. A mezza cottura aggiungete un pezzo di burro, e quando il riso è cotto,
un pugnello di parmigiano. Nella zuppa potete unire un pizzico di funghi secchi
e il parmigiano servirlo a parte.
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