Pellegrino Artusi, bue e vitella in umido. Le 'arie Verdiane' sono all'ultima moda. Le si ascoltano all'ombra dei platani, in giardino, dopo quei grandi pranzi della santa domenica, dove gli arrosti e gli umidi la fan da padroni, ma su tutti regna assoluto lo scuro lambrusco reggiano, che tinge le labbra e libera le note chiuse nel cuore.
297 BUE ALLA MODA
Questo
piatto va trattato poco diversamente da quello del n. 294.
Prendete
non meno di un chilogrammo di magro della coscia o del culaccio di bestia
grossa e steccatelo con lardelli grossi un dito di buon lardone che avrete
involtati nel sale e nel pepe. Legate il pezzo della carne perché prenda una
bella forma, salatelo a sufficienza e ponetelo in una casseruola con grammi 50
di burro per rosolarlo; poi aggiungete gl'ingredienti qui appresso: mezza zampa
di vitella di latte, oppure un pezzo di zampa di vitella grossa, una grossa
cipolla intera, due o tre carote intere, un mazzetto legato di erbe odorose
come prezzemolo, sedano, basilico e simili; alcune cotenne di lardone, un
bicchiere ardito d'acqua, o meglio un bicchiere di brodo digrassato, e per
ultimo mezzo bicchiere di vino bianco, oppure due cucchiaiate di acquavite.
Mettete al fuoco la casseruola ben coperta e fate bollire adagio finché la
carne sia cotta, ma le carote cuocendosi per le prime, levatele onde restino
intere. Gettate via il mazzetto odoroso, poi passate il sugo e digrassatelo se
occorre. Servite la carne non troppo cotta unicamente alla zampa e contornate
il piatto colle carote tagliate a fette rotonde. Se vi riesce bene, sentirete
un umido delicato e leggero.
Alcuni
steccano la cipolla con chiodi di garofano; ma questo aroma non è da
consigliarsi che agli stomachi forti. Meglio delle carote giudico il contorno
di fagioli sgranati cotti rifatti nel sugo del bue.
298 BUE ALLA BRACE
Sarebbe
il boeuf braisé dei Francesi. Procuratevi un bel tocco di carne magra e frolla
e, dato che sia del peso di grammi 500 senz'osso, steccatelo con grammi 50 di
lardone tagliato a lardelli grossi e lunghi un dito scarso, ma conditeli prima
con sale e pepe.
Fate
un battuto con un quarto di cipolla di media grandezza, mezza carota e una
costola di sedano lunga un palmo. Tritatelo all'ingrosso con la lunetta e
mettetelo al fuoco con grammi 30 di burro e sopra al medesimo il pezzo della
carne legato e condito con sale e pepe.
Quando
il battuto sta per consumarsi, bagnatelo per due volte con un gocciolo d'acqua
fredda; consumata che sia e colorita la carne, versate due ramaioli di acqua
calda, coprite la casseruola con foglio doppio di carta e fate bollire adagio
finché la carne sia cotta. Allora passate il sugo, digrassatelo e rimettetelo
al fuoco con un altro pezzetto di burro per dar maggior grazia alla carne e
all'intinto, col quale potrete tirare a sapore un contorno di erbaggi, come
sarebbero spinaci, cavoli di Bruxelles, carote, finocchi, quello che più vi piace
di questi.
299 GIRELLO ALLA BRACE (GARETTO)
Volete
un piatto di carne della cucina bolognese e dei più semplici che si possano
immaginare? Fate il garetto. Così chiamano a Bologna il girello, che è quel
pezzo di carne di manzo, senz'osso, situata quasi alla estremità della coscia,
tra il muscolo e lo scannello, che può essere del peso di grammi 700
all'incirca ed è il solo che si presti per quest'uso. Mettetelo al fuoco
senz'altro condimento che sale e pepe; niente acqua e niun altro ingrediente. Chiudete
la bocca della casseruola con un foglio di carta a diversi doppi, tenuto fermo
dal suo coperchio, e lasciatelo cuocere molto lentamente. Vedrete che getta una
copiosa quantità di sugo che poi riassorbe a poco a poco; quando lo avrà
ritirato tutto levatelo e servitelo. È quasi migliore diaccio che caldo.
Che
sia un piatto sano e nutriente, nessuno può dubitarne; ma che, per la sua
troppa semplicità, possa piacere a tutti non saprei dirlo.
300 BUE ALLA CALIFORNIA
Chi
studiò questo piatto, non sapendo forse come chiamarlo, gli applicò questo
strano titolo; del resto poi, strani o ridicoli sono quasi tutti i termini
culinari.
Le
seguenti dosi sono quelle da me prescritte in seguito a diverse prove.
Carne
magra senz'osso, di vitella o di manzo, nella groppa, nella lombata o nel
filetto, grammi 700.
Burro,
grammi 50.
Panna,
decilitri 2.
Acqua,
decilitri 2.
Aceto
forte, una cucchiaiata, o più d'una, se è debole.
Mettete
la carne al fuoco col detto burro, mezza cipolla tagliata in quattro spicchi e
una carota a pezzetti; sale e pepe per condimento. Quando la carne sarà ben
rosolata versate l'aceto, dopo alquanto l'acqua e indi la panna. Fate bollire
adagio circa tre ore, ma se il sugo venisse a scarseggiare aggiungete un'altra
po' d'acqua.
Mandate
la carne in tavola tagliata a fette e col suo sugo passato dallo staccio. In un
pranzo di vari piatti potrà bastare per cinque o sei persone.
301 SCANNELLO ANNEGATO
Non
sapendo come chiamare quest'umido semplice e sano, gli ho dato il titolo di
scannello annegato.
Un
pezzo di carne di manzo o di vitella, tutto magro e senz'osso, tolto dallo
scannello, di circa grammi 800.
Grasso
di prosciutto, grammi 80.
Una
grossa carota o due mezzane.
Tre
o quattro costole di sedano lunghe un palmo.
Mezzo
bicchiere di vino bianco asciutto, e mancando questo, due dita di marsala.
Steccate
il pezzo della carne col suddetto grasso di prosciutto, tagliato in lardelli
involtati nel sale e nel pepe; salatelo e legatelo onde stia unito.
Tagliate
a pezzetti la carota e il sedano e metteteli in fondo a una casseruola
piuttosto piccola ponendoci sopra il pezzo della carne e copritela d'acqua.
Fate
bollire adagio a casseruola coperta, e quando avrà ritirato l'acqua passate
dallo staccio il sugo e gli erbaggi, che poi rimetterete al fuoco insieme con
la carne e col vino. Cotto che sia servitelo affettato con sopra il suo
intinto.
Potrà
bastare per sei persone.
Come
avrete notato in questa e in molte altre ricette della presente raccolta, la
mia cucina inclina al semplice e al delicato, sfuggendo io quanto più posso
quelle vivande che, troppo complicate e composte di elementi eterogenei, recano
imbarazzo allo stomaco. Ciò non ostante un mio buon amico, per iscambio, la
calunniava. Essendo egli stato colpito da paralisi progressiva, che lo tenne
infermo per oltre tre anni, non trovava altro conforto alla sua disgrazia che
quello di mangiar bene, e quando ordinava il pranzo alla sua figliola non
mancava di dirle: - Bada di non darmi gl'intrugli dell'Artusi. - Questa
signorina, che era la massaia di casa, avendo ricevuta la sua educazione in un
collegio svizzero del cantone francese, si era colà provveduta del trattato di
cucina di Madame Roubinet; e volgendo a questo tutta la sua simpatia, poco o
punto si curava del mio. Gl'intrugli lamentati dal padre erano dunque di questa
madama dal rubinetto, la quale, si vede, dava con questo la via, più che non
farei io, alle acque torbe della cucina.
323 STUFATINO DI MUSCOLO
Ognun
sa che i muscoli di tutte le bestie, compresa la bestia uomo, sono fasci di
fibre che costituiscono la carne in genere; ma muscolo volgarmente si chiama in
Firenze quella carne di vitella che, per essere alla estremità della coscia o
della spalla verso le gambe, contiene tendini morbidi e gelatinosi che si
addicono a questa cucinatura. Tagliate a pezzetti grammi 500 di muscolo di
vitella o di vitella di latte. Mettete al fuoco dell'olio con due spicchi
d'aglio senza sbucciarli, ma alquanto ammaccati; lasciate soffriggere e quindi
gettateci la carne, condendola con sale e pepe. Rosolata che sia, spargetele
sopra mezza cucchiaiata di farina, aggiungete sugo di pomodoro o conserva e un
pezzetto di burro; quindi acqua o brodo, a poco per volta, e tiratela a
cottura; ma fate in maniera che vi resti dell'intinto. Disponete sopra un
vassoio delle fette di pane arrostito, versate sopra le medesime lo stufatino e
mandatelo in tavola. Potete anche servirlo senza crostini e metterci dei funghi
freschi, tagliati a fette, oppure delle patate quando la carne sarà quasi
cotta.
324 STUFATINO DI PETTO DI VITELLA DI LATTE COI
FINOCCHI
Spezzettate
il petto di vitella di latte lasciandogli le sue ossa. Fate un battuto con
aglio, prezzemolo, sedano, carota e una fetta proporzionata di carnesecca;
aggiungete olio, pepe, sale e mettetelo al fuoco insieme colla carne suddetta.
Rivoltatela spesso, e quando sarà rosolata alquanto, spargete sulla medesima un
pizzico di farina, un po' di sugo di pomodoro o conserva e tiratela a cottura
con brodo o acqua. Per ultimo aggiungete un pezzetto di burro e i finocchi
tagliati a grossi spicchi già ridotti a mezza cottura nell'acqua e soffritti
nel burro. La casseruola, tanto in questo che negli altri stufati, tenetela
sempre coperta.
Quando
parlo di cazzaruole intendo quelle di rame bene stagnate. Hanno a dir quel che
vogliono, ma il rame, tenuto pulito, è da preferirsi sempre ai vasi di ferro e
di terra, perché quelli si arroventano e bruciano le vivande; questa screpola e
suzza gli untumi e col troppo uso comunica qualcosa che sa di lezzo.
325 VITELLA DI LATTE IN GUAZZETTO
Riesce
un umido di non molto sapore, ma semplice e sano, perciò lo descrivo. Prendete
vitella di latte nel sottonoce o nel culaccio, battetela, legatela perché stia
raccolta e ponetela in casseruola come appresso.
Ammesso
che il pezzo della carne sia grammi 500 senz'osso, coprite il fondo della
casseruola con grammi 30 di carnesecca a fette sottilissime e grammi 30 di
burro e sopra a questo strato collocate meno di mezzo limone tagliato in
quattro fette sottili alle quali leverete la corteccia e i semi. Sopra a queste
cose ponete la vitella per rosolarla ben bene da tutte le parti; ma badate che
non prenda di bruciato a motivo del poco umido che vi si trova. Fatto questo,
scolate l'unto superfluo, conditela con sale e pepe e poco dopo bagnatela con
un bicchiere di latte caldo, che avrete prima fatto alquanto bollire a parte,
ma non vi sgomentate se questo impazzirà, com'è probabile.
Coprite
la casseruola con carta a doppio e, a fuoco lento, tirate il pezzo della carne
a cottura; quando sarete per servirla passate il sugo.
Questa
dose potrà bastare per quattro persone.
326 PETTO DI VITELLA DI LATTE RIPIENO
In
termine culinario si chiamerebbe petto farsito.
Petto
di vitella di latte tutto in un pezzo, grammi 500.
Magro
di vitella di latte senz'osso, grammi 170.
Prosciutto
grasso e magro, grammi 40.
Mortadella
di Bologna, grammi 40.
Parmigiano,
grammi 15.
Uova,
n. l.
Un
quarto appena di spicchio d'aglio e 4 o 5 foglie di prezzemolo.
Fate
un composto col suddetto magro di vitella di latte in questa maniera: nettatelo
dai tendini e dalle pelletiche, se vi sono, e tritatelo finissimo con un
pezzetto di grasso di prosciutto levato dai suddetti 40 grammi. A questa carne
battuta aggiungete l'aglio e il prezzemolo, tritati finissimo, il parmigiano,
l'uovo, una presa di pepe, pochissimo sale e mescolate il tutto ben bene. Se
avete d'occasione una pallina di tartufi tritatela nel composto e sentirete che
ci sta d'incanto.
Disossate
il petto dalle ossa dure e lasciategli le tenere; apritelo nel tessuto
connettente passando il coltello al di sotto delle costole sì che diventi
doppio di superficie come si fa di un libro quando si apre. Sopra la metà del
petto dove sono rimaste le ossa tenere, distendete parte del composto e sopra a
questo disponete parte del prosciutto o della mortadella tagliati a strisce
larghe un dito intercalandole a poca distanza tra loro. Sopra a questo primo
strato ponetene un secondo e un terzo, se avete roba sufficiente, tramezzando
sempre il composto e i salumi. Finita l'operazione tirate sopra al ripieno
l'altra metà del petto rimasta nuda, per chiudere, come sarebbe a dire, il
libro e con un ago grosso e refe cucite gli orli perché il ripieno non ischizzi
fuori; oltre a ciò legatelo stretto in croce con lo spago. Così acconciato
mettetelo al fuoco in una casseruola con un pezzo di burro, sale e pepe, e
quando avrà preso colore da ambedue le parti, portatelo a cottura con acqua
versata a poco per volta.
Servitelo
caldo col suo sugo ristretto; ma prima scioglietelo dallo spago e dal refe. Se
è venuto bene deve potersi tagliare a fette e far bella mostra di sé coi suoi
lardelli. Potete contornarlo di piselli freschi cotti nel suo sugo, o di
finocchi tagliati a spicchi, ma prima lessati.
327 ARROSTINI DI VITELLA DI LATTE ALLA SALVIA
Questo
piatto si forma con la lombata di vitella di latte priva di pelletiche e col suo
osso attaccato, e tagliata a braciole sottili. Servitevi di una sauté o di una
teglia di rame, e mettetela al fuoco con alcune foglie intere di salvia e un
pezzo di burro proporzionato. Quando avrà soffritto un poco gettateci le
braciole e mentre rosolano, a fuoco vivo, salatele da ambedue le parti, poi
spargeteci un po' di farina e terminate di cuocerle con la marsala. Devono
restare con poco umido.
Dato che con grammi 500 circa di lombata, pulita
dal superfluo, formiate sei di dette braciole, basterà un dito scarso (di
bicchiere) di marsala, e se mai un po' di sugo di pomodoro; della farina un
cucchiaino.
329 BUE GAROFANATO
Per
bue, intendo carne grossa, comprendendovi cioè il manzo e la vitella.
Prendete
un bel tocco di magro nella coscia o nel culaccio, battetelo, e ponetelo in
infusione nel vino la sera per la mattina di poi. Dato che il pezzo sia di un
chilogrammo all'incirca, steccatelo con lardone e quattro chiodi di garofani,
legatelo e mettetelo al fuoco con mezza cipolla tagliata a fette sottili, burro
e olio in quantità eguali e salatelo. Rosolatelo da tutte le parti e strutta la
cipolla, versate un bicchier d'acqua e, coperta la bocca della casseruola con
un foglio di carta a due o tre doppi tenuti fermi dal coperchio, fatelo bollire
adagio fino a cottura. Scioglietelo e servitelo coi suo sugo all'intorno,
passato e digrassato. I lardelli di lardone, come vi ho detto altre volte, è
bene tenerli grossi un dito e condirli con sale e pepe.
Non
lo credo cibo confacente agli stomachi deboli.
È
un piatto che potrà bastare per sette od otto persone.
355 LESSO RIFATTO
Talvolta
per mangiare il lesso più volentieri, si usa rifarlo in umido; ma allora
aspettate di avere un tocco di carne corto e grosso, del peso non minore di
mezzo chilogrammo. Levatelo dal brodo avanti che sia cotto del tutto e
mettetelo in casseruola sopra un battuto di carnesecca, cipolla, sedano, carota
e un pezzetto di burro, condendolo con sale, pepe e spezie. Quando il battuto
sarà strutto, tirate la carne a cottura con sugo di pomodoro o conserva sciolta
nel brodo. Passate l'intinto, digrassatelo e rimettetelo al fuoco col pezzo della
carne e con un pugnello di funghi secchi rammolliti.
356 LESSO RIFATTO ALL'INGLESE
L'arte
culinaria si potrebbe chiamare l'arte dei nomi capricciosi e strani. Toad ín
the bole, rospo nella tana; così chiamasi questo lesso rifatto, il quale, come
osserverete dalla ricetta, e come sentirete mangiandolo, se non è un piatto
squisito sarebbe ingiuria dargli del rospo.
A
Firenze mezzo chilogrammo di carne da lesso, che può bastare per tre persone,
resta, netta dell'osso, gr. 350 circa e, prendendo questa quantità per base,
frullate in un pentolo un uovo con grammi 20 di farina e due decilitri di
latte. Tagliate il lesso in fette sottili e, preso un vassoio che regga al
fuoco, scioglieteci dentro grammi 50 di burro e distendetelo sopra questo, poi
conditelo con sale, pepe e spezie. Quando avrà soffritto da una parte e
dall'altra spargetegli sopra una cucchiaiata colma di parmigiano e poi versate
sul medesimo il contenuto del pentolo. Lasciate che il liquido assodi e
mandatelo in tavola.
357 LESSO RIFATTO ALL'ITALIANA
Se
non vi dà noia la cipolla, questo riesce migliore del precedente. Per la stessa
quantità di lesso trinciate gr. 150 di cipolline, mettetele in padella con
grammi 50 di burro e allorché cominciano a rosolare buttateci il lesso tagliato
a fette sottili, uno spicchio d'aglio intero, vestito e leggermente stiacciato,
che poi leverete, e conditelo con sale e pepe. Via via che accenna a
prosciugare bagnatelo col brodo e dopo sette od otto minuti uniteci un pizzico
di prezzemolo tritato e il sugo di mezzo limone, e servitelo.
358 OSSO BUCO
Questo
è un piatto che bisogna lasciarlo fare ai Milanesi, essendo una specialità
della cucina lombarda. intendo quindi descriverlo senza pretensione alcuna, nel
timore di essere canzonato.
È
l'osso buco un pezzo d'osso muscoloso e bucato dell'estremità della coscia o
della spalla della vitella di latte, il quale si cuoce in umido in modo che
riesca delicato e gustoso. Mettetene al fuoco tanti pezzi quante sono le
persone che dovranno mangiarlo, sopra a un battuto crudo e tritato di cipolla,
sedano, carota e un pezzo di burro; conditelo con sale e pepe. Quando avrà
preso sapore aggiungete un altro pezzetto di burro intriso nella farina per
dargli colore e per legare il sugo e tiratelo a cottura con acqua e sugo di pomodoro
o conserva. Il sugo passatelo, digrassatelo e rimesso al fuoco, dategli odore
con buccia di limone tagliata a pezzettini, unendovi un pizzico di prezzemolo
tritato prima di levarlo dal fuoco.
359 CARNE ALL'IMPERATRICE
Vi
è molta ampollosità nel titolo, ma come piatto famigliare da colazione può
andare; le dosi qui indicate bastano per cinque persone.
Carne
magra di manzo nello scannello, grammi 500.
Prosciutto
grasso e magro, grammi 50.
Parmigiano
grattato, cucchiaiate colme n. 3.
Uova,
n. 2.
Se
non avete il tritacarne per ridurre in poltiglia tanto la carne che il
prosciutto, servitevi del coltello e del mortaio. Uniteci il parmigiano e le
uova, condite il composto con sale e pepe, mescolatelo bene, e con le mani
bagnate fatene una stiacciata alta due dita.
Ponete
al fuoco in una teglia o in un tegame 30 grammi di burro e due cucchiaiate
d'olio; quando cominciano a bollire collocateci la detta stiacciata di carne e
sulla medesima spargete uno spicchio d'aglio tagliato a fettine e alcune foglie
di ramerino. Fate bollire, e quando comincia a prosciugarsi bagnatela con sugo
di pomodoro o conserva sciolta nell'acqua. Mandatela in tavola contornata dalla
sua salsa.
Consigliate da La Cucina Economica
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