Pellegrino Artusi, Zuppa di Visciole e di altri dolci. L'estasi è uno stato della mente che annulla il corpo, una sospensione a volte mistica a volte no, che permette di essere
estranei a se stessi. E' una questione di emisferi cerebrali, durante lo stato estatico cessa ogni attività da parte dell'emisfero cerebrale sinistro (quello della "razionalità discorsiva"), consentendo così all'emisfero destro (quello "emotivo") di attivarsi in maniera preponderante. È uno stato di estrema concentrazione simile per certi versi all'ipnosi e che produce una notevole beatitudine e un forte benessere interiore. In molti casi e per molte persone è uno stato che si raggiunge anche attraverso le emozioni papillari che un cibo può provocare. Non è solo una questione di eccellenza o raffinatezza del piatto ma il segreto è nei ricordi che il cibo richiama, legati ai momenti più piacevoli della propria esistenza prediligendo a volte cose semplici o banali perchè esse racchiudono un ricordo struggente dell'infanzia. Un dito infilato in un dolce appena fatto o un frutto rubato da un albero in campagna, racchiudono sapori magici che un piatto elaborato magari non ci trasmette in maniera così prepotente.
estranei a se stessi. E' una questione di emisferi cerebrali, durante lo stato estatico cessa ogni attività da parte dell'emisfero cerebrale sinistro (quello della "razionalità discorsiva"), consentendo così all'emisfero destro (quello "emotivo") di attivarsi in maniera preponderante. È uno stato di estrema concentrazione simile per certi versi all'ipnosi e che produce una notevole beatitudine e un forte benessere interiore. In molti casi e per molte persone è uno stato che si raggiunge anche attraverso le emozioni papillari che un cibo può provocare. Non è solo una questione di eccellenza o raffinatezza del piatto ma il segreto è nei ricordi che il cibo richiama, legati ai momenti più piacevoli della propria esistenza prediligendo a volte cose semplici o banali perchè esse racchiudono un ricordo struggente dell'infanzia. Un dito infilato in un dolce appena fatto o un frutto rubato da un albero in campagna, racchiudono sapori magici che un piatto elaborato magari non ci trasmette in maniera così prepotente.
677 DOLCE DI CILIEGE
Come
dolce da famiglia è assai buono e merita di occuparsene.
Ciliege
more, crude, intere e senza gambo, grammi 200.
Zucchero
a velo, grammi 100.
Pangrattato
di segala, grammi 50.
Mandorle
dolci, grammi 40.
Uova,
n. 4.
Rosolio,
cucchiaiate n. 2.
Odore
di vainiglia o scorza di limone.
Mancando
il pane di segala servitevi del pane comune. Le mandorle sbucciatele,
asciugatele e tritatele minutamente per ridurle a metà circa di un chicco di
riso.
Lavorate
prima i rossi d'uovo con lo zucchero finché siano divenuti spumosi, aggiungete
il pangrattato, il rosolio, l'odore e continuate a lavorare ancora un poco il
composto. Uniteci le chiare ben montate, mescolando adagio e versatelo in uno
stampo liscio che avrete prima ben unto con burro freddo e cosperso tutto, e
più nel fondo, con le dette mandorle. Infine buttateci le ciliege, ma per
evitare che queste pel loro peso calino a fondo, mescolate fra il composto le
mandorle che vi restano. Cuocetelo al forno o al forno da campagna e servitelo
caldo o freddo a quattro o cinque persone.
678 ZUPPA DI VISCIOLE
Questa
zuppa si può fare con lettine sottili di pane fine arrostito, oppure con pan di
Spagna o con savoiardi. Levate il nocciolo a quella quantità di ciliege
visciole che credereste sufficienti e mettetele al fuoco con pochissima acqua e
un pezzetto di cannella che poi getterete via. Quando cominciano a bollire
aggiungete zucchero quanto basta, mescolate adagino per non guastarle e
allorché cominciano a sciroppare assaggiatele se hanno zucchero a sufficienza e
levatele dal fuoco quando le vedrete aggrinzite ed avranno perduto il crudo.
Dopo che avrete leggermente intinto le fette del pane o i savoiardi nel
rosolio, collocateli suolo per suolo, insieme con le ciliege, in un piatto o in
un vassoio in modo che facciano la colma. Potete anche dare a questa zuppa la
forma più regolare in uno stampo liscio, e tenerlo in ghiaccio avanti di
sformarla, giacché nella stagione delle ciliege si cominciano a gradire i cibi
refrigeranti. Un terzo di zucchero del peso lordo delle ciliege è sufficiente.
679 ZUPPA DI LIMONE
Questo
dolce, che dalla sua provenienza giudicherei di origine francese, non è molto
nelle mie grazie; nonostante ve lo descrivo nel caso non aveste di meglio a
fare e vi trovaste le chiare a disposizione.
Zucchero,
grammi 135.
Rossi
d'uovo, n. 2.
Chiare
d'uovo, n. 5.
Sugo
di un grosso limone.
Acqua,
mezzo bicchiere.
Farina,
un cucchiaio scarso.
Stemperate
la farina coll'acqua frullandola bene, versatela in una casseruola ed
aggiungete il resto. Rimestate ogni cosa e ponete il composto al fuoco
rimuovendo continuamente il mestolo come si fa per la crema. Quando sarà
condensato passatelo dallo staccio, se occorre, poi versatene parte in un
vassoio, distendeteci sopra dei savoiardi o del pan di Spagna, e col resto del
composto copritelo. Servitela fredda..
Può
bastare per quattro o cinque persone.
680 SFORMATO DI CONSERVE
Prendete
uno stampo da budino a costole o scannellato, ungetelo bene con burro freddo e
riempitelo di savoiardi o di pan di Spagna intinti nel rosolio e di conserve di
frutta, regolandovi in tutto come al n. 675, senza alcun uso di crema. Dopo
alcune ore, le quali occorrono perché il composto si compenetri, sformatelo,
immergendo prima, per un istante, lo stampo nell'acqua bollente, onde il burro
si sciolga.
Consigliate da La Cucina Economica
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per il tuo contributo