Pellegrino Artusi, Torta di riso e altre Torte. Maigret è un buongustaio e naturalmente viene assecondato dal suo creatore che, quasi in ogni inchiesta, gli
crea un
637 TORTA
DI NOCI
Noci
sgusciate, grammi 140.
Zucchero
in polvere, grammi 140.
Cioccolata
in polvere o grattata, grammi 140.
Cedro
candito, grammi 20.
Uova,
n. 4.
Odore
di zucchero vanigliato.
Pestate
fini in un mortaio le noci insieme collo zucchero, poi versatele in un vaso per
aggiungervi la cioccolata, l'odore della vainiglia, le uova, ponendo prima i
rossi e poi le chiare montate, e per ultimo il candito tritato minutissimo.
Prendete
una teglia ove il dolce non riesca più alto di due dita, imburratela e
cospargetela di pangrattato per cuocerla al forno o al forno da campagna a
moderato calore. Dai miei commensali questo è stato giudicato un dolce
squisito.
638 TORTA DI RISO
Latte,
un litro.
Riso,
grammi 200.
Zucchero,
grammi 150.
Mandorle
dolci con 4 amare, grammi 100.
Cedro
candito, grammi 30.
Uova
intere, n. 3.
Rossi
d'uovo, n. 5.
Odore
di scorza di limone.
Una
presa di sale.
Le
mandorle sbucciatele e pestatele nel mortaio con due cucchiaiate del detto
zucchero.
Il
candito tagliatelo a piccolissimi dadi.
Cuocete
il riso ben sodo nel latte, versateci dopo il condimento e, quando sarà
diaccio, le uova. Mettete il composto in una teglia unta col burro e
spolverizzata di pangrattato, assodatelo al forno o tra due fuochi, il giorno
appresso tagliate la torta a mandorle e solo quando la mandate in tavola
spolverizzatela di zucchero a velo.
639 TORTA DI RICOTTA
Questa
torta riesce di gusto consimile al Budino di ricotta n. 663, ma più delicata ed
è il dolce che si imbandisce di preferenza alle nozze dei contadini in Romagna
e che, per merito, può dar molti punti a tanti dolci raffazzonati dai
pasticcieri.
Ricotta,
grammi 500.
Zucchero,
grammi 150.
Mandorle
dolci, grammi 150.
Dette
amare, n. 4 o 5.
Uova
intere, n. 4; rossi, n. 4.
Odore
di vainiglia.
Si
prepara come il detto Budino n. 663; ma le mandorle, dopo pestate con una
chiara d'uovo, è bene passarle per istaccio. Ungete abbondantemente una teglia
col lardo e rivestitela di una sfoglia di pasta matta, n. 153, e sopra alla
medesima versate il composto alla grossezza di un dito e mezzo all'incirca,
cuocendolo fra due fuochi o nel forno. Raccomando il calore moderatissimo e la
precauzione di un foglio sopra unto col burro, perché la bellezza di questa
torta è che sia cotta in bianco. Quando sarà ben diaccia tagliatela a mandorle
in modo che ogni pezzo abbia la sua pasta matta sotto, la quale si mangia o no
secondo il piacer d'ognuno, essendosi essa usata al solo scopo di ornamento e
di pulizia.
Potrà
bastare per dodici o più persone.
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