Pellegrino Artusi, Pesche ripiene e Mele in gelatina. A
polpa gialla o bianca, a buccia dorata o rossa, con epidermide tomentosa,
pelosa, vellutata, o al contrario nettarina e glabra,
Prendete
mele reinettes o di altra qualità fine, non tanto mature e grosse. Levatene il
torsolo col cannello di latta, sbucciatele e via via gettatele nell'acqua
fresca ove sia stato spremuto mezzo limone. Se tutte insieme fossero un
quantitativo di grammi 650 a 700, mettete a disfare al fuoco grammi 120 di
zucchero in mezzo litro d'acqua unita a una cucchiaiata di kirsch e versatela
sopra le mele che avrete collocate avanti in una casseruola tutte a un pari.
Cuocetele in modo che restino intere, poi levatele asciutte, ponetele in una
fruttiera, e quando saranno diacce riempite e colmate i buchi lasciati dal
torsolo con della Gelatina di ribes n. 739 che, essendo rossa, spicca sul
bianco delle mele e fa belluria. Restringete al fuoco il liquido rimasto nella
casseruola per ridurlo a sciroppo, indi passatelo da un pannolino bagnato,
aggiungete al medesimo un'altra cucchiaiata di kirsch e versatelo attorno alle
mele preparate nel modo anzidetto, che servirete diacce.
Se
non avete kirsch, servitevi di rosolio e se vi manca la gelatina di ribes
supplite colle conserve.
697 PESCHE RIPIENE
Pesche
spicche grosse, poco mature, n. 6.
Savoiardi
piccoli, n. 4.
Zucchero
in polvere, grammi 80.
Mandorle
dolci con tre mandorle di pesca, grammi 50.
Cedro
o arancio candito, grammi 10.
Mezzo
bicchiere scarso di vino bianco buono.
Dividete
le pesche in due parti, levate i noccioli ingrandendo alquanto i buchi ove
stavano colla punta di un coltello; la polpa che levate unitela alle mandorle,
già sbucciate, le quali pesterete finissime in un mortaio con grammi 50 del
detto zucchero. A questo composto unite i savoiardi fatti in bricioli, e per
ultimo il candito tagliato a piccolissimi dadi. Eccovi il ripieno col quale
riempirete e colmerete i buchi delle dodici mezze pesche che poi collocherete
pari pari e col ripieno all'insù in una teglia di rame. Versate nella medesima
il vino e i rimanenti grammi 30 di zucchero e cuocetele fra due fuochi per
servirle calde o diacce a piacere e col loro sugo all'intorno. Se vengono bene
devono far bella mostra di sé sul vassoio, e per una crosticina screpolata
formatasi alla superficie del ripieno, prenderanno aspetto di pasticcini.
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