Pellegrino Artusi, del Biancomangiare ed altri dolci. Una
delle risorse più antiche e preziose della gastronomia siciliana è la pasticceria
conventuale, costituita da quella serie di
Nelle case aristocratiche solitamente....."...la monaca di casa era di solito una zitella con abitudini monastiche e schive, dedita alla cucina e alla religione, ma soprattutto ad una castità d'amianto, e a un perenne lutto degli abiti. Le era concessa la frequentazione della chiesa e delle famiglie nobili. Suor Santa sempre velata e chiusa nel nero, veniva ogni tanto a casa per aiutare nella preparazione di biscotti e tagliatelle o per restare in cucina per regolare l'alambicco formato da una sedia capovolta sul tavolo di cucina, con un candido lembo di grossa tela legato ai quattro piedi come una tettoia, attraverso il quale filtrava goccia a goccia il bianco latte di mandorle, per i pomeriggi di sete".
(da Scusate la polvere, di R. Pucci di Benisichi)
681 BIANCO MANGIARE
Mandorle
dolci con tre amare, grammi 150.
Zucchero
in polvere, grammi 150.
Colla
di pesce in fogli, grammi 20.
Panna,
o fior di latte, mezzo bicchiere a buona misura.
Acqua,
un bicchiere e mezzo.
Acqua
di fior d'arancio, due cucchiaiate.
Prima
preparate la colla di pesce ed è cosa semplice; pigiatela colle dita in fondo a
un bicchiere, e coperta di acqua, lasciatela stare onde abbia tempo di
rammollire, e quando ve ne servirete, gettate via l'acqua e lavatela. Sbucciate
e pestate le mandorle in un mortaio, bagnandole di quando in quando con un
cucchiaino d'acqua, e quando le avrete ridotte finissime, diluitele con l'acqua
suddetta e passatele da un canovaccio forte e rado, procurando di estrarne
tutta la sostanza. A tal punto, preparate uno stampo qualunque della capacità
conveniente; poi mettete al fuoco in una casseruola il latte delle mandorle, la
panna, lo zucchero, la colla, l'acqua di fior di arancio; mescolate il tutto e
fatelo bollire per qualche minuto. Ritiratelo dal fuoco e quando avrà perduto
il calore, versatelo nello stampo immerso nell'acqua fresca o nel ghiaccio. Per
isformarlo basta passare attorno allo stampo un cencio bagnato nell'acqua bollente.
La
bollitura è necessaria onde la colla di pesce si incorpori col resto;
altrimenti c'è il caso di vederla precipitare in fondo allo stampo.
682 SGONFIOTTO DI FARINA GIALLA
Questo
piatto
I
francesi lo chiaman soufflet
E
lo notano come entremet,
Io
sgonfiotto, se date il permesso,
Che
servire potrà di tramesso.
Latte,
mezzo litro.
Farina
di granturco, grammi 170.
Zucchero,
grammi 30.
Burro,
grammi 30.
Uova:
chiare n. 6; rossi n. 3.
Un
pizzico di sale.
Fate
una farinata, cioè versate la farina nel latte quando questo bolle o, meglio,
se volete preservarla dai bozzoli, stemperate prima la farina con un poco di
latte freddo e versatela nel latte bollente mescolandola bene. Fatela bollir
poco, e quando la ritirate dal fuoco, aggiungete il burro, lo zucchero e il
sale. Allorché sarà diaccia disfate nella medesima i rossi d'uovo e per ultimo
versate le chiare montate ben sode; mescolate con garbo e versate il composto
in uno stampo liscio o in una casseruola che avrete unta col burro e
spolverizzata di farina di grano. Cuocetelo in un fornello con fuoco sotto e
sopra e quando avrà montato, servitelo subito onde, se è possibile, resti ben
soffice e non s'acquatti. Meglio è, a mio avviso, far questo piatto in un
vassoio che regga al fuoco e portarlo in tavola senza muoverlo.
Questa
dose basterà per sei persone.
683 BISCOTTO DA SERVIRSI CON LO ZABAIONE
Farina
di patate, grammi 50.
Detta
di grano, grammi 20.
Zucchero
in polvere, grammi 90.
Uova,
n. 3. Odore di scorza di limone.
Lavorate
prima per quasi mezz'ora i rossi d'uovo collo zucchero, aggiungete le chiare
montate ben sode e fate cadere la farina da un vagliettino mescolando il tutto
in bel modo onde il composto rimanga soffice. Versatelo in uno stampo col buco
in mezzo che avrete prima unto col burro e spolverizzato di farina e di
zucchero a velo. Mettetelo subito in forno o nel forno da campagna per
cuocerlo, e sformato diaccio versate nel buco del medesimo lo zabaione del n.
684 e mandatelo subito in tavola.
È
una dose che può bastare per cinque o sei persone.
684 SFORMATO DI SAVOIARDI CON LO ZABAIONE
Savoiardi,
grammi 100.
Uva
malaga, grammi 70.
Detta
sultanina, grammi 50.
Cedro
candito, grammi 30.
Marsala,
quanto basta.
All'uva
malaga togliete i semi. Il cedro candito tagliatelo a pezzettini. Prendete uno
stampo col buco in mezzo ed ungetelo col burro diaccio, poi intingete
leggermente e solo alla superficie i savoiardi nella marsala e con questi
riempite lo stampo intramezzandoli a suoli con le uve e il candito.
Fate
una crema con:
Latte,
decilitri 2.
Uova
intere, n. 2.
Zucchero,
grammi 50.
Odore
di vainiglia.
Così
cruda versatela nello stampo sopra i savoiardi. Cuocetelo a bagno-maria,
sformatelo caldo e, prima di mandarlo in tavola, riempite traboccante il buco
con uno zabaione, che lo investa tutto, composto di
Uova
intere, n. 2.
Marsala,
decilitri 1 1/2.
Zucchero,
grammi 50.
Il
composto dello zabaione montatelo colla frusta in una bacinella sopra al fuoco.
Alle uve potete sostituire frutte giulebbate, oppure un misto delle une e delle
altre, come pure un misto di cedro e di arancio candito. Potrà bastare per sei
persone. È un dolce che piace.
Consigliate da La Cucina Economica
Stupende queste ricette! Leggo sempre molto volentieri...
RispondiEliminaV
...evviva e grazie....
Elimina...mi sono innamorata del tuo blog e dei tuoi post!!!!!! Grazie per esserci! :) buona giornata di festa!
RispondiEliminaGrazie a te per seguirmi con assiduità. Buona giornata di festa!
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