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giovedì 8 maggio 2014

Pellegrino Artusi, i Brigidini


Pellegrino Artusi, i Brigidini. Santa Brigida! E' un'eclamazione che è entrata a far parte del patrimonio folkloristico italiano, in particolare del Sud Italia, «I pastori della Daunia, in

particolare, sono soliti ricorrere all'espressione che ricorda la Santa per sottolineare una grande fatica che ha visto protagonista un'altra persona e che gli viene narrata, forse in riferimento ai pellegrinaggi e alle opere svolte da Brigida di Svezia mentre era ancora in vita». Un classico esempio dell'uso dell'interiezione, il dialogo di Carmelo Bene in Hamlet Suite: «...il contadino: E poi che della povera figlia tre caprette si portate! A sula, sulle spalle! Hamlet: Santa Brigida!». Tra le grevi fatiche sopportate dalla Santa, la più leggera di tutte, è la leggendaria “scoperta” culinaria del Brigidino, una cialda dolce e sottile, come un'ostia, profumata di uova e anice, sfornata nel convento dell’ordine delle Brigidine , che la Santa fondò a Lamporecchio.


632        BRIGIDINI

È un dolce o meglio un trastullo speciale alla Toscana ove trovasi a tutte le fiere e feste di campagna e lo si vede cuocere in pubblico nelle forme da cialde.

Uova, n. 2.
Zucchero, grammi 120.
Anaci, grammi 10.
Sale, una presa.
Farina, quanto basta.

Fatene una pasta piuttosto soda, lavoratela colle mani sulla spianatoia e formatene delle pallottole grosse quanto una piccola noce. Ponetele alla stiaccia nel ferro da cialde a una debita distanza l'una dall'altra e, voltando di qua e di là il ferro sopra il fornello ardente con fiamma di legna, levatele quando avranno preso colore.

633        DOLCE DI CHIARE D'UOVO    

Se avete d'occasione delle chiare d'uovo, che non sappiate come consumare, potreste fare un dolce nel seguente modo, che riesce buono.

Chiare d'uovo, n. 8 o 9.
Farina d'Ungheria, grammi 300.
Zucchero a velo, grammi 150.
Burro, grammi 150.
Uva sultanina, grammi 100.
Cremor di tartaro, grammi 10.
Bicarbonato di soda, grammi 5.
Odore di zucchero vanigliato.

Montate le chiare e versate nelle medesime la farina e lo zucchero; mescolate e poi aggiungete il burro liquefatto. Quando il composto sarà tutto unito aggiungete le polveri e per ultimo l'uva. Versate il composto in una teglia unta col burro e spolverizzata di zucchero a velo e farina, ove il dolce riesca alto almeno due dita, cuocetelo al forno o al forno da campagna e servitelo diaccio.


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