Pellegrino Artusi, pesci vari. 'Natura morta con pesce rosso a pois azzurri', questo è il titolo dell'opera. In questo momento, però, la stiamo guardando dal lato opposto, noi ed il
pesce siamo gli spettatori, curiosi, il titolo dell'opera sarà 'Ritratto di ragazza che disegna'. Due punti di vista della stessa opera.
457 PESCE AL PIATTO
Ritengo
che il pesce, per essere alimento poco nutritivo, sia più igienico usarlo
promiscuamente alla carne anziché cibarsi esclusivamente di esso ne' giorni
magri, ammenoché non vi sentiate il bisogno di equilibrare il corpo per
ripienezza di cibi troppo succolenti. Di più il pesce, in ispecie i così detti
frutti di mare e i crostacei, per la quantità notevole d'idrogeno e di fosforo
che contengono, sono eccitanti e non sarebbero indicati per chi vuol vivere in
continenza.
Meglio
è il servirsi per questo piatto di qualità diverse di pesce minuto; ma si può
cucinare nella stessa maniera anche il pesce a taglio in fette sottili. Quando
io l'ho fatto di sogliole e triglie, ho diviso le prime in tre parti. Dopo che
avrete nettato, lavato e asciugato il pesce, ponetelo in un vaso di metallo o
di porcellana che regga al fuoco e conditelo con un battuto d'aglio e prezzemolo,
sale e pepe, olio, agro di limone e vino bianco buono.
Ponete
in fondo metà del battuto con un po' d'olio, distendetegli sopra il pesce, e
poi, versando dell'altro olio e il resto degli ingredienti, fate che il pesce
vi sguazzi entro. Cuocetelo con fuoco sotto e sopra; se il vassoio è di
porcellana posatelo sulla cinigia.
Non
è piatto difficile a farsi e però vi consiglio di provarlo, persuaso che ve ne
troverete contenti.
458 PESCE MARINATO
Sono
parecchie le specie de' pesci che si possono marinare; ma io preferisco le
sogliole e le anguille grosse. Se trattasi di sogliole friggetele prima
nell'olio e salatele; se di anguilla tagliatela a pezzi lunghi circa mezzo dito
e, senza spellarli, cuoceteli in gratella o allo spiedo. Quando hanno gettato
il grasso conditeli con sale e pepe.
Prendete
una casseruola e in essa versate, in proporzione del pesce, aceto, sapa (che
qui ci sta come il cacio su' maccheroni), foglie di salvia intere, pinoli
interi, uva passolina, qualche spicchio d'aglio tagliato in due per traverso e
del candito a pezzettini. Mancandovi la sapa supplite collo zucchero e
assaggiate per correggere il sapore dell'aceto, se fosse troppo forte. Fate che
questo composto alzi il bollore e poi versatelo sul pesce che avrete collocato
in un tegame di terra, disteso in modo che il liquido lo investa da tutte le
parti. Fategli spiccare un'altra volta il bollore col pesce dentro, poi coprite
il vaso e riponetelo.
Quando
lo servite in tavola prendetene quella quantità che vi abbisogna con un poco
dei suo intinto, unendovi anche porzione degli ingredienti che vi sono. Se col
tempo il pesce prosciugasse, rinfrescatelo con un altro poco di marinato. Anche
l'anguilla scorpionata che è messa in commercio, potete prepararla in questa
maniera.
459 PESCE LESSO
Non
sarà male avvertire che si usa cuocere il pesce lesso nella seguente maniera:
si mette l'acqua occorrente, non però in molta quantità, al fuoco; si sala e
prima di gettarvi il pesce si fa bollire per circa un quarto d'ora coi seguenti
odori: un quarto o mezza cipolla, a seconda della quantità del pesce, steccata
con due chiodi di garofani, pezzi di sedano e di carota, prezzemolo e due o tre
fettine di limone; oppure (come alcuni credono meglio) si mette al fuoco con acqua
diaccia e con gli odori indicati e, dopo cotto, si lascia in caldo nel suo
brodo fino all'ora di servirlo. Con le fettine di limone strofinatelo prima
tutto da crudo, che così rimane con la pelle più unita.
Il
punto della cottura si conosce dagli occhi che schizzano fuori, dalla pelle che
si distacca toccandola e dalla tenerezza che acquista il pesce bollendo.
Mandatelo caldo in tavola, non del tutto asciutto dall'acqua in cui è stato
cotto, e se desiderate vi faccia miglior figura, copritelo di prezzemolo
naturale e collocatelo in mezzo a un contorno misto di barbabietole cotte
nell'acqua se piccole, o in forno se grosse, e di patate lesse, tanto le une
che le altre tagliate a fette sottilissime perché prendano meglio il
condimento; unite, infine, qualche spicchio di uova sode. Non facendogli il
contorno potete servirlo con le salse dei numeri 128, 129, 130, 132, 133 e 134.
Si
può anche mandare in tavola il pesce lesso decorato nella seguente maniera che
farà di sé bella mostra. Tagliato a pezzetti e colmatone un vassoio,
intonacarlo tutto di maionese n. 126 e questa ornarla a disegno con filetti di
acciughe salate e di capperi interi.
460 PESCE COL PANGRATTATO
Questo
piatto, che può servire anche di tramesso, si fa specialmente quando rimane del
pesce lessato di qualità fine. Tagliatelo a pezzetti, nettatelo bene dalle
spine e dalle lische, poi ponetelo nella besciamella n. 137 e dategli sapore
con sale quanto basta, parmigiano grattato e tartufi tagliati fini. Mancandovi
questi ultimi, servitevi di un pizzico di funghi secchi rammolliti. Poi
prendete un vassoio che regga al fuoco, ungetelo con burro e spolverizzatelo di
pangrattato; versateci il composto e copritelo con un sottile strato pure di
pangrattato. Per ultimo mettete sul mezzo del colmo un pezzetto di burro,
rosolatelo al forno da campagna e servitelo caldo.
461 PESCE A TAGLIO IN UMIDO
Il
pesce a taglio di cui potete servirvi per questo piatto di ottimo gusto, può
essere il tonno, l'ombrina, il dentice o il ragno, chiamato impropriamente
bronzino lungo le coste dell'Adriatico. Qualunque sia prendetene un pezzo di
circa grammi 6oo che potrà bastare per cinque persone.
Levategli
le scaglie e, lavato ed asciugato, infarinatelo tutto e mettetelo a rosolare
con poco olio. Levatelo asciutto, gettate via il poco olio rimasto e pulite la
casseruola. Fate un battuto, tritato molto minuto, con mezza cipolla di
mediocre grandezza, un pezzo di sedano bianco lungo un palmo e un buon pizzico
di prezzemolo; mettetelo al fuoco con olio a sufficienza e conditelo con sale,
pepe e un chiodo di garofano intero. Quando avrà preso colore fermatelo con
molto sugo di pomodoro o conserva sciolta nell'acqua. Lasciatelo bollire un
poco e poi collocateci il pesce per finirne la cottura, voltandolo spesso, ma
vi prevengo di servirlo con molto del suo denso intinto onde vi sguazzi dentro.
462 PESCE SQUADRO IN UMIDO
Il
pesce squadro o pesce angelo (Rhína Squatina) è affine alle razze per avere il
corpo depresso. La sua pelle, aspra e resistente, serve per pulimentare il
legno e l'avorio e per foderare astucci, guaine di coltelli o di spade e cose
simili. La sua carne è ordinaria, ma trattata nella seguente maniera riesce un
piatto da famiglia non solo mangiabile, ma più che discretamente buono e di
poca spesa, perché trovasi comune da noi.
Componete
un battuto, tritato fine, con un buon pizzico di prezzemolo, mezza carota, un
pezzo di sedano, mezzo spicchio d'aglio e, se il pesce fosse grammi 600 circa,
cipolla quanto una grossa noce. Ponete il battuto al fuoco con olio in
proporzione e quando sarà rosolato fermatelo con sugo di pomodoro o conserva
sciolta in un mezzo bicchiere d'acqua. Conditelo con sale e pepe e collocateci
sopra il pezzo del pesce che preferibilmente dev'essere dalla parte della coda,
la quale è molto grossa. Cuocetelo adagio e quando sarà giunto a due terzi di
cottura aggiungete, per legare la salsa e per dargli un gusto più delicato, un
pezzetto di burro bene impiastricciato di farina e finite di cuocerlo.
463 NASELLO ALLA PALERMITANA
Prendete
un nasello (merluzzo) del peso di grammi 500 a 600, tosategli tutte le pinne,
eccetto quella della coda, lasciandogli la testa. Sparatelo lungo il ventre per
levargli le interiora e la spina, spianatelo e conditelo con poco sale e pepe.
Voltatelo dalla parte della schiena, ungetelo con olio, conditelo con sale e
pepe, panatelo, poi collocatelo supino con due cucchiaiate d'olio sopra un
vassoio che regga al fuoco o sopra una teglia.
Prendete
tre grosse acciughe salate, o quattro, se sono piccole, nettatele dalle scaglie
e dalle spine, tritatele e mettetele al fuoco con due cucchiaiate d'olio per
disfarle, badando che non bollano. Con questa salsa spalmate il pesce nella
parte di sopra, cioè sulla pancia e copritela tutta di pangrattato spargendovi
sopra qualche foglia di ramerino, piacendovi. Cuocetelo fra due fuochi e
fategli fare la crosticina, ma badate non risecchisca troppo, anzi perciò
spargetegli sopra dell'altro olio e prima di levarlo strizzategli sopra un
grosso mezzo limone. Credo potrà bastare per quattro o cinque persone se io
servite in tavola contornato da crostini di caviale o di acciughe e burro.
464 ROTELLE DI PALOMBO
IN SALSA
Il
palombo (Mustelus) è un pesce della famiglia degli squali ossia de' pescicani,
e perciò in alcuni paesi il palombo si chiama pescecane. Questa spiegazione
serva per chi non sapesse cosa è il palombo, il quale prende grandi dimensioni
e la sua carne è forse la migliore tra i pesci del sott'ordine dei selachi cui
appartiene.
Prendete
rotelle di palombo grosse mezzo dito; se le lavate, asciugatele dopo in un
canovaccio, spellatele con un coltello che tagli bene, conditele con sale e
pepe e tenetele per diverse ore in infusione nell'uovo frullato. Friggetele
nell'olio, ma prima copritele di pangrattato rituffandole per due volte
nell'uovo.
Ora
fate la salsa componendola nella seguente maniera:
Prendete
una teglia o un tegame largo ove possano star distese e nel medesimo ponete
olio in proporzione, un pezzetto di burro intriso bene nella farina, la quale
serve per legare la salsa, un pizzico di prezzemolo tritato, sugo di pomodoro,
oppure conserva diluita coll'acqua e una presa di sale e pepe. Quando questa
salsa avrà soffritto un poco sul fuoco, mettete nella medesima le rotelle di
palombo, fritte, voltatele dalle due parti ed aggiungete acqua onde la salsa
riesca liquida. Levatele dal fuoco, spargete sulle medesime un poco di
parmigiano grattato e mandatele in tavola ove saranno molto lodate.
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