Pellegrino Artusi, la Fiorentina ed altre bistecche. «
Perché poi – fuori di Toscana – un la sanno nemen tagliare: la fanno bassa,
senza filetto... Basta tu guardi le bistecche disossate! Icché le sono:
braciole! Ma pe' noi la bistecca... arta tre diti! Ma un la sanno nemmen
còcere... la bistecca: zàzzà! e via! »
Istruzioni per l'uso:
la
carne deve essere frollata almeno per due settimane nelle celle
frigorifere, al momento della cottura deve essere a temperatura ambiente. Il
taglio è di circa 1-1,5 kg, l'altezza di circa 5-6 cm. Per
scaldare la griglia si usa un'abbondante brace di carbone di legna, usando preferibilmente
carbone di quercia, di leccio o di olivo. La brace deve essere ben viva, appena
velata da un leggero strato di cenere, senza fiamma. No assoluto a piastre, griglie a gas, elettriche, con pietra refrattaria, etc.
La carne deve trovarsi all'inizio vicinissima ai carboni, cosicché si formi una
crosta il più rapidamente possibile e il succo non fuoriesca ottenendo la
cosiddetta reazione di Maillard, poi dopo il primo minuto deve essere alzata a
un fuoco più gentile. Messa
sopra la carne senza condimento, operazione fondamentale per prevenirne
l'indurimento, va girata una sola volta, cucinandola circa 3/5 minuti per
parte, non di più. Va fatta infine cuocere "in piedi" dalla parte
dell'osso, per 5/7 minuti, non di più, finché non scompaiono da questo le
tracce di sangue (la bistecca deve essere tanto spessa da stare in piedi da
sola).
537 BRACIUOLA DI MANZO RIPIENA ARROSTO
Una
braciola di manzo grossa un dito del peso di grammi 500.
Magro
di vitella di latte, grammi 200.
Prosciutto
grasso e magro, grammi 30.
Lingua
salata, grammi 30.
Parmigiano
grattato, grammi 30.
Burro,
grammi 30.
Fegatini
di pollo, n. 2.
Uova,
n. l.
Una
midolla di pane fresco grossa un pugno
Fate
un battutino con cipolla quanto una noce, un poco di sedano, carota e
prezzemolo; mettetelo al fuoco col detto burro e, rosolato che sia, gettateci
la vitella di latte a pezzetti e i fegatini, poco sale e pepe per condimento,
tirando la carne a cottura con un po' di brodo. Levatela asciutta per tritarla
fine colla lunetta e nell'intinto che resta fate una pappa soda con la midolla
del pane, bagnandola con brodo se occorre. Ora, fate tutto un impasto, con la
carne tritata, la pappa, l'uovo, il parmigiano, il prosciutto e la lingua
tagliata a dadini. Composto così il ripieno, tuffate appena la braciola di
manzo nell'acqua, per poterla distender meglio, battetela con la costola del
coltello e spianatela con la lama. Collocateci il ripieno in mezzo e formatene
un rotolo che legherete stretto a guisa di salame prima dalla parte lunga e poi
per traverso. Infilatela nello spiede per la sua lunghezza e arrostitela con
olio e sale. Sentirete un arrosto delicato, il quale potrà bastare per sei o
sette persone.
556 BISTECCA
ALLA FIORENTINA
Da
beef-steak parola inglese che vale costola di bue, è derivato il nome della
nostra bistecca, la quale non è altro che una braciola col suo osso, grossa un
dito o un dito e mezzo, tagliata dalla lombata di vitella. I macellari di
Firenze chiamano vitella il sopranno non che le altre bestie bovine di due anni
all'incirca; ma, se potessero parlare, molte di esse vi direbbero non soltanto
che non sono più fanciulle, ma che hanno avuto marito e qualche figliolo.
L'uso
di questo piatto eccellente, perché sano, gustoso e ricostituente, non si è
ancora generalizzato in Italia, forse a motivo che in molte delle sue provincie
si macellano quasi esclusivamente bestie vecchie e da lavoro. In tal caso colà
si servono del filetto, che è la parte più tenera, ed impropriamente chiamano
bistecca una rotella del medesimo cotta in gratella.
Venendo
dunque al merito della vera bistecca fiorentina, mettetela in gratella a fuoco
ardente di carbone, così naturale come viene dalla bestia o tutt'al più
lavandola e asciugandola; rivoltatela più volte, conditela con sale e pepe
quando è cotta, e mandatela in tavola con un pezzetto di burro sopra. Non deve
essere troppo cotta perché il suo bello è che, tagliandola, getti abbondante
sugo nel piatto. Se la salate prima di cuocere, il fuoco la risecchisce, e se
la condite avanti con olio o altro, come molti usano, saprà di moccolaia e sarà
nauseante.
557 BISTECCA NEL TEGAME
Se
avete una grossa bistecca che, per esser di bestia non tanto giovane o
macellata di fresco, vi faccia dubitare della sua morbidezza, invece di
cuocerla in gratella, mettetela in un tegame con un pezzetto di burro e un
gocciolino d'olio, e regolandovi come al n. 527, datele odore di aglio e
ramerino. Aggiungete, se occorre, un gocciolo di brodo o d'acqua, oppure sugo
di pomodoro e servitela in tavola con patate a tocchetti cotti nel suo intinto,
e se questo non basta, aggiungete altro brodo, burro e conserva di pomodoro.
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