Pellegrino Artusi, acciughe ed altri pesci. L’acciuga
è un pesce dai molti nemici. Primo tra tutti , da pescetto piccolo qual è, il
pesce più grosso, e vi assicuro che non sono pochi.
….il
primo fu un contrabbandiere, che con i suoi muli carichi di sale percorreva
centinaia di chilometri dalla Liguria alle valli piemontesi e che ebbe, un
giorno, un’idea luminosa per non pagare
la gabella ai doganieri genovesi. A quei tempi il sale non si trovava nelle
tabaccherie. Per chi viveva vicino al mare non c’erano problemi. Agli altri,
campagnoli e montanari, pensavano quei mercanti pazzi, con le loro file di muli
carichi. In provincia di Cuneo c’è addirittura un paesino battezzato Sale. Da
lì passava questo insolito sentiero che finiva in Francia, in Savoia e
Provenza. Quel contrabbandiere pensò di ricoprire i barili di sale con le
acciughe ed evitare così i terribili dazi doganali percorrendo la via del sale
che passava da Sanremo e Oneglia per girare verso nord, superare il Col di
Tenda toccando Limone. Poi verso Ceva, per raggiungere Montezemolo e puntare
verso Cuneo.
481 ACCIUGHE
ALLA MARINARA
Questo
piccolo pesce dalla pelle turchiniccia e quasi argentata, conosciuto sulle
spiagge dell'Adriatico col nome di sardone, differisce dalla sarda o sardella
in quanto che questa è stiacciata, mentre l'acciuga è rotonda e di sapor più
gentile. Ambedue le specie appartengono alla stessa famiglia, e quando son
fresche, ordinariamente si mangiano fritte. Le acciughe però sono più
appetitose in umido con un battutino d'aglio, prezzemolo, sale, pepe e olio;
quando son quasi cotte si aggiunge un po' d'acqua mista ad aceto.
Già
saprete che i pesci turchini sono i meno digeribili fra le specie vertebrate.
482 ACCIUGHE FRITTE
Se
volete dare più bell'aspetto alle acciughe e alle sardine fritte, dopo aver
levata loro la testa e averle infarinate, prendetele a una a una per la coda,
immergetele nell'uovo sbattuto e ben salato, poi di nuovo nella farina, e
buttatele in padella nell'olio a bollore. Meglio ancora se, essendo grosse, le
aprite per la schiena incidendole con un coltello di taglio fine e levate loro
la spina, lasciandole unite per la coda.
483 SARDE RIPIENE
Per
questo piatto ci vogliono sarde delle più grosse.
Prendetene
da 20 a 24 che tante bastano per la quantità del ripieno qui sotto descritto.
Le sarde lavatele, togliete loro la testa, e con le dita sparatele dalla parte
del buzzo per estrarne la spina.
Formate
un composto con:
Midolla
di pane, gr. 30;
acciughe
salate, n. 3;
un
rosso d'uovo;
mezzo
spicchio d'aglio;
un
pizzico di regamo.
La
midolla di pane inzuppatela nel latte e poi strizzatela. Le acciughe nettatele
dalle scaglie e dalla spina, e poi tritate e mescolate ogni cosa insieme
servendovi per ultimo della lama di un coltello per ridurre il composto ben
fine. Spalmate con esso le sarde e richiudetele; indi tuffatele ad una ad una
nella chiara d'uovo rimasta, dopo averla sbattuta, avvolgetele nel pangrattato,
friggetele nell'olio, salatele alquanto e servitele con spicchi di limone.
484 BROCCIOLI FRITTI
Se
vi trovate sulla montagna pistoiese in cerca di clima fresco, di aria pura e di
paesaggi incantevoli, chiedete i broccioli, un pesce d'acqua dolce, dalla forma
del ghiozzo di mare e di sapore delicato quanto ed anche più della trota. Una
signora di mia conoscenza, dopo una lunga passeggiata per quelle montagne,
trovava tanto buone le polpette del prete di Piansinatico che le divorava.
485 TOTANI
IN GRATELLA
I
totani (Loligo) appartengono all'ordine de' cefalopodi e sono conosciuti nel
litorale adriatico col nome di calamaretti. Siccome quel mare li produce
piccoli, ma polputi e saporiti, cucinati fritti, sono giudicati dai buongustai
un piatto eccellente. Il Mediterraneo, messe a confronto le stesse specie, dà
pesce più grosso, ed ho visto de' totani dell'apparente peso di grammi 200 a
300; ma non sono sì buoni come quelli dell'Adriatico. Questi, anche tagliati a
pezzi, riuscirebbero duri in frittura, quindi meglio è cuocerli in gratella
ripieni, oppure, se sono grossissimi, in umido. Questo pesce racchiude
nell'interno una lamina allungata flessibile, la penna, ch'altro non è se non
un rudimento di conchiglia che va tolto prima di riempirlo.
Tagliate
al totano i tentacoli, che sono le sue braccia lasciandogli il sacco e la
testa, e tritateli colla lunetta insieme con prezzemolo e pochissimo aglio.
Mescolate questo battutino con molto pangrattato, conditelo con olio, pepe e
sale, e servitevi di tal composto per riempire il sacco del pesce; per chiudere
la bocca del detto sacco infilzatela con uno stecchino, che poi leverete.
Conditelo con olio, pepe e sale e cuocetelo, come si è detto, in gratella.
Se
vi trovate a Napoli non mancate di fare una visita all'Acquario nei giardini
della Villa Nazionale ove, fra le tante meraviglie zoologiche, osserverete con
piacere questo cefalopodo di forme snelle ed eleganti nuotare e guizzare con
moltissima grazia ed ammirerete pur anche la sveltezza e la destrezza che hanno
le sogliole di scomparire a un tratto fra la sabbia, di cui si ricoprono, per
occultarsi forse al nemico che le insegue.
Tornando
ai calamaretti, che è un pesce alquanto indigesto, ma ottimo in tutte le
stagioni dell'anno, dopo aver loro levata la penna e strizzati gli occhi,
lavateli, asciugateli, infarinateli e friggeteli nell'olio: ma avvertite non vi
passino di cottura, la qual cosa è facile se non si sta molto attenti.
Streminziscono allora e si rendono ancora più indigesti. Conditeli caldi con
sale e pepe.
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