Pellegrino Artusi, spaghetti e maccheroni. La conferma definitiva che gli 'spaghetti alla Bolognese' non esistono l'abbiamo dal famoso ricettario dell'Artusi dove sono raggruppate oltre 700 ricette della tradizione italiana e non solo, con un particolar occhio di riguardo ai piatti della sua terra, la Romagna, e anche tutta l'Emilia. Bene, come potrete vedere sono menzionati molti piatti 'alla Bolognese', ma i famigerati spaghetti non vi trovano posto.
84 MACCHERONI ALLA FRANCESE
Li
dico alla francese perché li trovai in un trattato culinario di quella nazione;
ma come pur troppo accade con certe ricette stampate, che non corrispondono quasi
mai alla pratica, ho dovuto modificare le dosi nelle seguenti proporzioni:
Maccheroni
lunghi alla napoletana, grammi 300.
Burro,
grammi 70.
Gruviera,
grammi 70.
Parmigiano,
grammi 40.
Un
pentolino di brodo.
Date
due terzi di cottura ai maccheroni in acqua non troppo salata. Mettete il brodo
al fuoco e quando bolle gettateci il gruviera grattato e il burro per
scioglierli bene col mestolo; ciò ottenuto, versatelo subito sui maccheroni già
sgrondati dall'acqua e dico subito, perché altrimenti il gruviera cala a fondo
e si appasta. Tenete i maccheroni al fuoco fino a cottura completa procurando
che resti un po' di sugo. Quando li levate, conditeli col suddetto parmigiano e
serviteli con altro parmigiano a parte, per chi, non avendo il gusto al
delicato, ama il piccante.
Questa,
come i maccheroni alla bolognese, è una minestra che fa molto comodo nelle
famiglie, perché risparmia il lesso, bastando un pentolino di brodo del giorno
avanti. Volendoli di magro, al brodo si sostituisca il latte.
Il
gruviera, conosciuto in commercio anche col nome di emmenthal, è quel cacio a
forme grandissime, di pasta tenera, gialla e bucherellata. Alcuni non amano il
suo odore speciale che sa di ribollito; ma fo riflettere che questo odore nella
stagione fredda è poco sensibile e che nella minestra si avverte appena.
85 MACCHERONI ALLA NAPOLETANA
Ve
li garantisco genuini e provati colla scorta di una ricetta che mi sono
procurato da una famiglia di Santa Maria Capua Vetere; vi dirò anche di essere
stato lungo tempo incerto avanti di metterla in esecuzione non persuadendomi
troppo quel guazzabuglio di condimenti. A dir vero questi maccheroni non
riescon cattivi, anzi possono incontrare il gusto di chi non è esclusivista del
semplice.
Prendete
un pezzo di carne nel lucertolo e steccatelo con fettine di prosciutto grasso e
magro, zibibbo, pinoli e con un battutino di lardone, aglio, prezzemolo, sale e
pepe. Accomodata la carne in questa maniera, e legata collo spago per tenerla
più unita, ponetela al fuoco con un battuto di lardone e cipolla finemente
tritata; rivoltatela spesso e bucatela a quando a quando col lardatoio.
Rosolata che sia la carne e consumato il battuto, aggiungetevi tre o quattro
pezzi di pomodoro sbucciati e quando questi siano distrutti, unitevi, a poco
per volta, del sugo di pomodoro passato. Aspettate che questo siasi alquanto
ristretto, poi versate tanta acqua che copra il pezzo, condite con sale e pepe
e fate bollire a fuoco lento. in mancanza di pomodori freschi servitevi di
conserva. Col sugo e con formaggio piccante, come usano i Napoletani, si
condiscono i maccheroni, e la carne serve di companatico.
Quanto
ai maccheroni, insegnano di farli bollire in un recipiente largo, con
molt'acqua, e di non cuocerli troppo.
86 MACCHERONI ALLA NAPOLETANA
Sono
molto più semplici de' precedenti e buoni tanto che vi consiglio a provarli.
Per
grammi 300 di maccheroni lunghi, che sono sufficienti per tre persone, mettete
a soffriggere in un tegame o in una casseruola due grosse fette di cipolla con
grammi 30 di burro e due cucchiaiate d'olio. Quando la cipolla, che bollendo
naturalmente si sfalda, sarà ben rosolata, strizzatela col mestolo e gettatela
via. In quell'unto a bollore versate grammi 500 di pomodori e un buon pizzico
di basilico tritato all'ingrosso; condite con sale e pepe, ma i pomodori
preparateli avanti perché vanno sbucciati, tagliati a pezzi e nettati dai semi
più che si può, non facendo difetto se ve ne restano.
Col
sugo condensato, con grammi 50 di burro crudo e parmigiano, condite i
maccheroni e mandateli in tavola, che saranno aggraditi specialmente da chi nel
sugo di pomodoro ci nuoterebbe dentro.
Invece
dei maccheroni lunghi, possono servire le penne, anzi queste prenderanno meglio
il condimento.
87 MACCHERONI ALLA BOLOGNESE
I
Bolognesi, per questa minestra, fanno uso dei così detti denti di cavallo di
mezzana grandezza, e questa pare anche a me la forma che meglio si presta, se
cucinati in tal modo; avvertite però che siano di sfoglia alquanto grossa, onde
nel bollire non si schiaccino; al qual difetto poco si bada in Toscana ove per
la predilezione che sempre si dà ai cibi leggeri vengono fabbricate certe
qualità di paste così dette gentili, a buco largo e a pareti tanto sottili che
non reggono punto alla cottura e si schiacciano bollendo, il che fa disgusto a
vederle non che a mangiarle.
Come
ognuno sa, le migliori paste da minestra sono quelle di grano duro, che si
fanno distinguere pel colore naturale di cera. Diffidate di quelle gialle, di
cui si tenta mascherare l'origine ordinaria di grano comune, per mezzo di una
tinta artificiale, che una volta era data almeno con sostanze innocue, quali lo
zafferano o il croco.
Le
seguenti proporzioni sono approssimative per condire grammi 500 e più di
minestra:
Carne
magra di vitella (meglio se nel filetto), gr. 150.
Carnesecca,
grammi 50.
Burro,
grammi 40.
Un
quarto di una cipolla comune.
Una
mezza carota.
Due
costole di sedano bianco lunghe un palmo, oppure l'odore del sedano verde.
Un
pizzico di farina, ma scarso assai.
Un
pentolino di brodo.
Sale
pochissimo o punto, a motivo della carnesecca e del brodo che sono saporiti.
Pepe
e, a chi piace, l'odore della noce moscata.
Tagliate
la carne a piccoli dadi, tritate fine colla lunetta la carnesecca, la cipolla e
gli odori, poi mettete al fuoco ogni cosa insieme, compreso il burro, e quando
la carne avrà preso colore aggiungete il pizzico della farina, bagnando col
brodo fino a cottura intera.
Scolate
bene i maccheroni dall'acqua e conditeli col parmigiano e con questo intingolo,
il quale si può rendere anche più grato o con dei pezzetti di funghi secchi o
con qualche fettina di tartufi, o con un fegatino cotto fra la carne e tagliato
a pezzetti; unite, infine, quando è fatto l'intingolo, se volete renderli anche
più delicati, mezzo bicchiere di panna; in ogni modo è bene che i maccheroni
vengano in tavola non asciutti arrabbiati, ma diguazzanti in un poco di sugo.
Trattandosi
di paste asciutte, qui viene a proposito una osservazione, e cioè che queste
minestre è bene cuocerle poco; ma badiamo, modus in rebus. Se le paste si
sentono durettine, riescono più grate al gusto e si digeriscono meglio. Sembra
questo un paradosso, ma pure è così, perché la minestra troppo cotta,
masticandosi poco, scende compatta a pesar sullo stomaco e vi fa palla, mentre
se ha bisogno di essere triturata, la masticazione produce saliva e questa
contiene un fermento detto ptialina che serve a convertire l'amido o la fecola
in zucchero ed in destrina.
L'azione
fisiologica della saliva è poi importantissima giacché oltre all'effetto di ammollire
e di sciogliere i cibi, facilitandone l'inghiottimento, promuove per la sua
natura alcalina la secrezione del succo gastrico allorché i cibi scendono nello
stomaco. Per questa ragione le bambinaie usano a fin di bene un atto schifoso
come quello di fare i bocconi e masticare la pappa ai bambini.
Si
dice che i Napoletani, gran mangiatori di paste asciutte, vi bevano sopra un
bicchier d'acqua per digerirle meglio. Io non so se l'acqua, in questo caso,
agisca come dissolvente o piuttosto sia utile perché, prendendo il posto di un
bicchier di vino o di altro alimento, faccia, naturalmente, rimaner lo stomaco
più leggero. I denti di cavallo, quando sono più grossi e più lunghi, si
chiamano in Toscana cannelloni e in altri luoghi d'Italia buconotti o strozzapreti.
88 MACCHERONI CON LE SARDE ALLA SICILIANA
Di
questa minestra vo debitore a una vedova e spiritosa signora il cui marito,
siciliano, si divertiva a manipolare alcuni piatti del suo paese, fra i quali
il nasello alla palermitana e il pesce a taglio in umido.
Maccheroni
lunghi alla napoletana, grammi 500.
Sarde
fresche, grammi 500.
Acciughe
salate, n. 6.
Finocchio
selvatico, detto finocchio novellino, gr. 300. Olio, quanto basta.
Alle
sarde levate la testa, la coda e la spina dividendole in due parti,
infarinatele, friggetele, salatele alquanto e mettetele da parte.
I
finocchi lessateli, spremeteli dall'acqua, tritateli minuti e metteteli da
parte.
I
maccheroni, dopo averli cotti così interi nell'acqua salata, scolateli bene e
mettete anche questi da parte. Ponete al fuoco in un tegame dell'olio in
abbondanza e in esso disfate le sei acciughe, ben inteso dopo averle nettate e
tolta la spina; versate in questa salsa i finocchi, conditeli con poco sale e
pepe e fateli bollire per dieci minuti con sugo di pomodoro o conserva sciolta
nell'acqua. Ora che avete tutto in pronto, prendete un piatto che regga al
fuoco o una teglia e condite i maccheroni a suolo a suolo con le sarde e con
l'acciugata di finocchi in modo che facciano la colma; metteteli a rosolare tra
due fuochi e serviteli caldi.
Crederei
dovessero bastare per sei o sette persone.
63 SPAGHETTI CON LE TELLINE
Poiché
si sentono ricordare spesso, come minestra asciutta di magro, anche gli
spaghetti con le telline, mi converrà indicarveli, sebbene, a gusto mio, sia da
preferirsi il riso. Se vi piace provarli, tritateli minuti per poterli portare
alla bocca col cucchiaio e servitevi della ricetta n. 72 cuocendoli nell'acqua
dove sono state schiuse le telline. Scolate l'acqua superflua, conditeli con
quell'intingolo unito ad alquanto burro e parmigiano.
100 SPAGHETTI COLLE ACCIUGHE
Per
minestra di magro è appetitosa. Prendete spaghetti mezzani che sono da
preferirsi a quelle corde da contrabbasso, eccellenti per gli stomachi degli
spaccalegne. Grammi 350 sono più che sufficienti per quattro persone di pasto
ordinario, e per questa quantità bastano cinque acciughe.
Lavatele,
nettatele bene dalle spine e dalle lische, tritatele alquanto colla lunetta e
ponetele al fuoco con olio buono in abbondanza e una presa di pepe. Non le fate
bollire, ma quando cominciano a scaldarsi aggiungete grammi 50 di burro, un
poco di sugo di pomodoro o conserva e levatele. Condite con questo intingolo
gli spaghetti cotti in acqua poco salata, procurando che restino durettini.
101 SPAGHETTI COI NASELLI
Spaghetti,
grammi 500.
Naselli
(merluzzi), grammi 300.
Burro,
grammi 60.
Olio,
cucchiaiate n. 4.
Marsala,
cucchiaiate n. 4.
Odore
di noce moscata.
Tritate
una cipolla di mediocre grossezza e strizzatela fra le mani per toglierle
l'acredine. Mettetela al fuoco con l'olio suddetto e quando comincia a rosolare
gettateci i naselli tagliati a pezzi e conditeli con sale e pepe. Rosolati che
siano versate sugo di pomodoro, o conserva sciolta nell'acqua per cuocerli, e
poi passateli da uno staccio di fil di ferro, bagnandoli con un poco di acqua
calda se occorre, per estrarne tutta la polpa. Rimettete il passato al fuoco
col burro, la marsala, la noce moscata e quando avrà alzato il bollore, se il
sugo non avrà bisogno di essere ristretto per ridurlo a giusta consistenza,
condite con questo intingolo e parmigiano gli spaghetti cotti in acqua salata.
È
questa una dose per cinque persone ed è minestra che piacerà perché non è un
intruglio come sembrerebbe alla descrizione.
102 SPAGHETTI COL SUGO DI SEPPIE
Eccovi
le norme approssimative per fare questa minestra che basterà per cinque
persone.
Prendete
tre seppie di media grandezza, che potranno pesare, in complesso, dai 650 ai
700 grammi. Spellatele e nettatele dall'osso, dall'apparato della bocca, dagli
occhi, dal tubo digerente e dall'inchiostro, che alcuni lasciano, ma che io
escludo perché mi sembra faccia bruttura. Fate un battuto con grammi 100 di
midolla di pane, un buon pizzico di prezzemolo e uno spicchio d'aglio, unitevi
i tentacoli, che sono due per ogni seppia, tritati ben fini, conditelo con
olio, sale e pepe a buona misura e con questo riempite il sacco delle seppie
cucendone la bocca. Tritate una cipolla di mediocre grandezza, strizzatela per
toglierne l'acredine e mettetela al fuoco con olio, non molto però, e quando avrà
preso colore gettateci le seppie e conditele con sale e pepe. Aspettate che
coloriscano per tirarle a cottura a fuoco lento con molto sugo di pomodoro o
conserva, aggiungendo acqua a poco per volta. Fatele bollir tre ore, ma
procurate che vi resti il sugo necessario per condire con esso e con parmigiano
grammi 500 di spaghetti i quali sentirete che riescono piacevoli al gusto.
Le
seppie, che in questo modo rimangono tenere e perciò di non difficile
digestione, servitele dopo come piatto di pesce in umido.
103 SPAGHETTI DA QUARESIMA
Molti
leggendo questa ricetta esclameranno: - Oh che minestra ridicola! - eppure a me
non dispiace; si usa in Romagna e, se la servirete a dei giovanotti, sarete
quasi certi del loro aggradimento.
Pestate
delle noci framezzo a pangrattato, uniteci dello zucchero a velo e l'odore
delle spezie e, levati asciutti gli spaghetti dall'acqua, conditeli prima con
olio e pepe, poi con questo pesto a buona misura.
Per
grammi 400 di spaghetti, che possono bastare per cinque persone:
Noci
sgusciate, grammi 60.
Pangrattato,
grammi 60.
Zucchero
bianco a velo, grammi 30.
Spezie
fini, un cucchiaino colmo.
104 SPAGHETTI ALLA RUSTICA
Gli
antichi Romani lasciavano mangiare l'aglio all'infima gente, e Alfonso re di
Castiglia tanto l'odiava da infliggere una punizione a chi fosse comparso a
Corte col puzzo dell'aglio in bocca. Più saggi gli antichi Egizi lo adoravano
in forma di nume, forse perché ne avevano sperimentate le medicinali virtù, e
infatti si vuole che l'aglio sia di qualche giovamento agl'isterici, che
promuova la secrezione delle orine, rinforzi lo stomaco, aiuti la digestione e,
essendo anche vermifugo, serva di preservativo contro le malattie epidemiche e
pestilenziali. Però, ne' soffritti, state attenti che non si cuocia troppo, ché
allora prende assai di cattivo. Ci sono molte persone, le quali, ignare della
preparazione dei cibi, hanno in orrore l'aglio per la sola ragione che lo
sentono puzzare nel fiato di chi lo ha mangiato crudo o mal preparato; quindi,
quale condimento plebeo, lo bandiscono affatto dalla loro cucina; ma questa
fisima li priva di vivande igieniche e gustose, come la seguente minestra, la
quale spesso mi accomoda lo stomaco quando l'ho disturbato. Fate un battutino
con due spicchi d'aglio e un buon pizzico di prezzemolo e l'odore del basilico
se piace; mettetelo al fuoco con olio a buona misura e appena l'aglio comincia
a colorire gettate nel detto battuto sei o sette pomodori a pezzi condendoli
con sale e pepe. Quando saranno ben cotti passatene il sugo, che potrà servire
per quattro o cinque persone, e col medesimo unito a parmigiano grattato,
condite gli spaghetti, ossia i vermicelli, asciutti, ma abbiate l'avvertenza di
cuocerli poco, in molta acqua, e di mandarli subito in tavola, onde non avendo
tempo di succhiar l'umido, restino succosi.
Anche
le tagliatelle sono buonissime così condite.
105 SPAGHETTI COI PISELLI
È
una minestra da famiglia, ma buona e gustosa se preparata con attenzione; del
resto queste minestre asciutte vengono opportune per alternare con quell'eterno
e spesso tiglioso e insipido lesso.
Spaghetti,
grammi 500.
Piselli
sgranati, grammi 500.
Carnesecca,
grammi 70.
Fate
un battuto con la suddetta carnesecca, una cipolla novellina, un aglio fresco e
qualche costola di sedano e prezzemolo. Mettetelo al fuoco con olio e, quando
comincia a prender colore, versate i piselli insieme con qualche gambo di aneto
tritato, se lo avete; conditeli con sale e pepe e cuoceteli.
Gli
spaghetti tritateli con le mani per ridurli corti meno di mezzo dito, cuoceteli
nell'acqua salata, scolateli bene, mescolateli coi piselli e serviteli con
parmigiano a parte.
Questa
quantità potrà bastare per sei o sette persone.
106 SPAGHETTI CON LA BALSAMELLA
Tolti
asciutti dall'acqua e conditi sul vassoio con parmigiano e burro, né più né
meno come siete soliti a fare, versateci sopra, se gli spaghetti fossero grammi
300, una besciamella composta di
Latte
molto buono decilitri n. 3.
Burro,
grammi 20.
Farina,
grammi 5 che corrispondono a una mezza cucchiaiata.
È
una minestra che potrà bastare a quattro persone.
Consigliate da La Cucina Economica
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