Pellegrino Artusi e le frattaglie in umido. Eccoli là, seduti in sala come al solito, come ogni sabato di mercato, arrivano in città, sono grossi mediatori di granaglie, ma anche grassi buongustai. Vengono al mio ristorante perchè ogni sabato di mercato preparo le migliori trippe di tutta la regione, i fegati grassi, le animelle fritte, le cervella cotte nel burro. Seduti nella sala combinano gli affari migliori, io dalla cucina li guardo, ma non li invidio, mi sembrano tre 'beccamorti'....
289 LINGUA DOLCE-FORTE
Prendete
una lingua di vitella di latte tutta intera colla sua pappagorgia, perché
questa è la parte più delicata; spellatela e lessatela a mezza cottura.
Regolatevi del resto come per il cignale del n. 285, servendovi dell'acqua dove
ha bollito per finire di cuocerla. Per spellare la lingua arroventate una
paletta e ponetegliela sopra ripetendo l'operazione diverse volte, se occorre.
290 LINGUA DI BUE AL SUGO DI CARNE
Eccovi
un'altra maniera di cucinare una lingua di bue del peso, senza la pappagorgia,
di oltre un chilogrammo.
Spellatela
come è indicato nella ricetta n. 289 e steccatela con grammi 60 di lardone
tagliato in lardelli conditi con sale e pepe. Legatela perché resti distesa e
mettetela al fuoco con grammi 30 di burro; conditela con altro sale e pepe
rosolandola alquanto, e poi tiratela a cottura col sugo di carne versato un
poco per volta. Cotta che sia, il sugo che resta passatelo e condensatelo al
fuoco con un pezzetto di burro e meno di mezza cucchiaiata di farina per unirlo
alla lingua, che manderete in tavola tagliata a fette contornata di erbaggi
lessati e rifatti col burro ed il sugo.
291 ARNIONI SALTATI
Prendete
una pietra, come la chiamano a Firenze, cioè un arnione o rognone di bestia
grossa oppure diversi di bestie piccole, apritelo e digrassatelo tutto perché
quel grasso ha un odore sgradevole. Tagliatelo per traverso a fette sottili,
ponetelo in un vaso, salatelo e versate sul medesimo tanta acqua bollente che
lo ricopra. Quando l'acqua sarà diacciata levatelo asciutto e mettetelo in
padella per farlo ributtar l'acqua che getterete via. Spargetegli sopra un
pizzico di farina, buttateci un pezzetto di burro e rimovendolo spesso fatelo
grillettare per soli cinque minuti. Conditelo con sale, pepe e mezzo bicchiere
scarso di vino bianco: lasciatelo ancora per poco sul fuoco e quando siete per
levarlo aggiungete un altro pezzetto di burro, un pizzico di prezzemolo tritato
e un po' di brodo, se occorre.
Per
vostra regola gli arnioni tenuti troppo sul fuoco induriscono. Il vino è bene
farlo prima bollire a parte finché sia scemato di un terzo; se invece di vino
bianco farete uso di marsala o di champagne, tanto meglio.
292 ARNIONI PER COLAZIONE
Arnioni
di vitella di latte, di castrato, di maiale e simili si prestano bene per una
colazione cucinati nella seguente maniera. Tenete in pronto un battutino tritato
fine, composto di prezzemolo, mezzo spicchio d'aglio, il sugo di mezzo limone e
cinque o sei fette di midolla di pane, asciugato al fuoco.
Aprite
gli arnioni per digrassarli e tagliateli a fettine sottili per traverso. Dato
che siano in tutto del peso di 400 o 500 grammi, gettateli in padella con
grammi 50 a 60 di burro a fuoco ardente. Muoveteli spesso e appena cominciano a
soffriggere gettateci il battutino; conditeli con sale e pepe e sempre
muovendoli col mestolo versateci il sugo del limone e per ultimo un ramaiolo di
brodo.
L'operazione
deve farsi in cinque minuti circa e prima di mandarli in tavola versateli sulle
fette del pane. Basteranno per quattro persone.
293 ARNIONI ALLA FIORENTINA
Aprite
e digrassate gli arnioni come nella ricetta n. 291 e così spaccati a metà per
il lungo, cuoceteli nel modo seguente. Ponete un tegame al fuoco con un pezzo
di burro proporzionato e quando accenna a bollire, poneteci l'arnione
lasciandovelo un poco, poi ritiratelo dal fuoco e conditelo con sale, pepe e un
pizzico di prezzemolo tritato. Involtatelo bene nel condimento e, dopo
parecchie ore, cuocetelo nello stesso tegame, oppure in gratella, involtato nel
pan grattato.
330 ANIMELLE ALLA BOTTIGLIA
Quelle
d'agnello non hanno bisogno di alcuna preparazione; a quelle di bestia più grossa
bisogna dare mezza cottura nell'acqua, spellandole, se occorre. Le prime
lasciatele intere, le seconde tagliatele a pezzi e sì le une che le altre
infarinatele bene e mettetele a rosolare nel burro condendole con sale e pepe.
Poi bagnatele con vino di Marsala o di Madera, e dopo fate loro alzare un solo
bollore. Si può anche tirare la salsa a parte con una presa di farina, un
pezzetto di burro e il vino.
Se
poi le aggraziate col sugo di carne, da buone che sono, diventeranno squisite.
331 TRIPPA COL SUGO
La
trippa, comunque cucinata e condita, è sempre un piatto ordinario. La giudico
poco confacente agli stomachi deboli e delicati, meno forse quella cucinata dai
Milanesi, i quali hanno trovato modo di renderla tenera e leggiera, non che
quella alla côrsa che vi descriverò più sotto. In alcune città si vende lessata
e questo fa comodo; non trovandola tale, lessatela in casa e preferite quella
grossa cordonata. Lessata che sia, tagliatela a strisce larghe mezzo dito ed
asciugatela fra le pieghe di un canovaccio. Mettetela poi in una casseruola a
soffriggere nel burro e quando lo avrà tirato, aggiungete sugo di carne o, non
avendo questo, sugo di pomodoro; conditela con sale e pepe, tiratela a cottura
più che potete e quando siete per levarla, gettateci un pizzico di parmigiano.
332 TRIPPA LEGATA COLLE UOVA
Lessate
e tagliate la trippa come quella della ricetta precedente, poi mettetela al
fuoco in un soffritto di aglio, prezzemolo e burro, conditela con sale e pepe,
e quando la credete cotta legatela con uova frullate, agro di limone e
parmigiano.
333 TRIPPA ALLA CÔRSA
Sentirete
una trippa unica nel suo genere, di grato sapore e facile a digerirsi,
superiore a tutte le altre fin qui conosciute; ma il segreto sta nel trattarla
con sugo di carne ben fatto e in grande abbondanza, perché ne assorbe molto.
Oltre a ciò, è un piatto che non può farsi che in quei paesi ove si usa vendere
le zampe delle bestie bovine rasate dal pelo, per la ragione che quella cotenna
collosa è necessaria a legare il sugo.
Trippa
cruda, grammi 700.
Zampa
senz'osso, grammi 100.
Burro,
grammi 80.
Lardone,
grammi 70.
La
metà di una grossa cipolla.
Due
piccoli spicchi d'aglio.
Odore
di noce moscata e spezie.
Sugo
di carne, quanto basta.
Un
pugnello di parmigiano.
Dico
cruda la trippa, perché in molti paesi si usa di venderla lessata.
Dopo
averla lavata ben bene, tagliatela a strisce non più larghe di mezzo dito e
così pure la zampa. Fatto questo, trinciate minuta la cipolla e mettetela al
fuoco col burro, e quando comincia a prender colore aggiungete il lardone
tritato fine colla lunetta insieme coll'aglio. Allorché questo soffritto avrà
preso il color nocciola, gettateci la trippa e la zampa condendole con sale,
pepe e gli aromi indicati, ma questi ultimi a scarsa misura. Fatela bollire
finché sarà asciutta, indi bagnatela col sugo e col medesimo finite di cuocerla
a fuoco lento onde ridurla tenera, per il che ci vorranno in tutto da 7 a 8
ore; se per caso il sugo vi venisse a mancare aiutatevi col brodo. Quando
sarete per servirla, datele maggior sapore col parmigiano e versatela sopra
fette di pane arrostito che devono sguazzare nel sugo. Basterà per cinque
persone.
334 POLPETTE DI TRIPPA
Questo
piatto, tolto da un trattato di cucina del 1694, vi parrà strano e il solo nome
di trippa vi renderà titubanti a provarlo; ma pure, sebbene di carattere
triviale, coi condimenti che lo aiutano, riesce gradito e non grave allo
stomaco.
Trippa
lessata, grammi 350.
Prosciutto
più magro che grasso, grammi 100.
Parmigiano
grattato, grammi 30.
Midollo
di bue, grammi 20.
Uova,
n. 2.
Un
buon pizzico di prezzemolo.
Odore
di spezie o di noce moscata.
Pappa
non liquida, fatta di pane bagnato col brodo o col latte, due cucchiaiate.
Tritate
con la lunetta la trippa quanto più potete finissima. Fate lo stesso del
prosciutto, del midollo e del prezzemolo, aggiungete le uova, il resto, un poco
di sale e mescolate. Con questo composto formate 12 o 13 polpette, che potranno
bastare per quattro persone, infarinatele bene e friggetele nell'olio o nel
lardo.
Ora
fate un battutino con un quarto scarso di cipolla di mediocre grossezza e
mettetelo in una teglia proporzionata con gr. 60 di burro e, colorito che sia,
collocateci le polpette, annaffiatele dopo poco con sugo di pomodoro o conserva
sciolta nel brodo, copritele e fatele bollire adagio una diecina di minuti,
rivoltandole; quindi mandatele in tavola con un po' del loro intinto e
spolverizzate di parmigiano. L'autore aggiunge al composto uva passolina e
pinoli, ma se ne può fare a meno.
335 ZAMPA BURRATA
La
trippa, per analogia di cucinatura e d'aspetto, richiama alla memoria la zampa
burrata che è un piatto di carattere e di fisonomia del tutto fiorentina che va
lodato perché nutriente e di natura gentile. Usandosi in Firenze di macellare
bestie bovine giovani, se n'è tirato partito per far servire come alimento
quello che in altri paesi si lascia unito alla pelle per farne cuoio; intendo
dire delle zampe, che, dal ginocchio in giù, vengon rase dal pelo e così belle
e bianche son vendute a pezzi od intere.
Prendasi
dunque un buon pezzo di questa zampa e si lessi, poi si disossi, si tagli a
pezzetti e si metta al fuoco con burro, sale e pepe, un po' di sugo di carne e
parmigiano quando si leva. Mancando il sugo di carne, può supplire
discretamente il sugo o la conserva di pomodoro.
Di
questo piatto prese una solenne indigestione una signora attempata che era in
casa mia, forse perché ne mangiò troppa e la molta cottura che richiede non la
rese abbastanza morbida.
336 LINGUA IN UMIDO
Prendete
una lingua di manzo che, senza la pappagorgia, potrà pesare un chilogrammo
all'incirca. Lessatela quel tanto che basti per poterla spellare, e poi
trattatela come appresso:
Fate
un battuto generoso con grammi 50 di prosciutto grasso e magro, la metà di una
cipolla di mezzana grandezza, sedano, carota e prezzemolo, e mettetelo al fuoco
con grammi 50 di burro insieme con la lingua condita con sale e pepe. Rosolata
che sia, tiratela a cottura con brodo versato a poco per volta e sugo di
pomodoro o conserva; poi passate il sugo. Fate a parte un intriso con grammi 20
di burro e una cucchiaiata rasa di farina e quando avrà preso il color nocciola
versateci dentro il detto sugo e nel medesimo rimettete la lingua per tenerla
ancora alquanto sul fuoco e poi servitela tagliata a fette grosse un centimetro
con un contorno di sedano o altro erbaggio rifatto nel medesimo sugo.
337 FEGATO DI VITELLA DI LATTE ALLA MILITARE
Tritate
ben fine uno scalogno o una cipolla novellina, fatela soffriggere in olio e
burro, e quando avrà preso il colore rosso carico, gettateci il fegato tagliato
a fette sottili. A mezza cottura conditelo con sale, pepe e un pizzico di
prezzemolo trito. Fatelo bollire adagio onde resti sugoso, e servitelo col suo
sugo, unendovi l'agro di un limone quando lo mandate in tavola.
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