Pablo Picasso odia l'inverno.
Odio l'inverno. Ma quando sono costretto a viverlo lo faccio sempre in seconda persona, da fuori, una parte di me invece continua a vivere l'estate....
Odio l'inverno. Ma quando sono costretto a viverlo lo faccio sempre in seconda persona, da fuori, una parte di me invece continua a vivere l'estate....
....quando certe mattine aprendo gli occhi, dalla luce che filtra attraverso le persiane so già che la giornata sarà perfetta, per il lavoro e per gli svaghi.
Prima di cominciare il lavoro mi concentro, e in questo mi aiutano i bambini, sono le loro incredibili energie, che mi ricaricano, per il lavoro che dovrò fare. Credo di averlo detto io , un giorno che non ricordo,' ...tutti i bambini sono artisti, il problema è rimanere artisti una volta cresciuti...', io ci riesco attraverso loro, li guardo e vedo già i quadri che andrò a dipingere.
Poi improvvisamente la casa si svuota, tutti vanno al mare a godersi l'estate, nella solitudine lavoro meglio, con la testa ancora piena delle risate allegre e degli scherzi. Le voci non mi lasceranno mai, fino al loro ritorno. E' come ascoltare una musica, la più melodiosa che ci possa essere, distensione e nutrimento per lo spirito. Il tempo passa veloce....
....ecco i passetti sulla ghiaia, lo sbattere delle porte e tutto un rimbalzare di palle. Non mi faccio trovare impreparato, il lavoro finisce ed i giochi ricominciano, oppure viceversa. Si sente la fame nell'aria, ricordo che da bambino seguivo col naso per aria il sottile profumo del sugo, da una stanza all'altra, per non perderne neanche una stilla, fino alla grande cucina.
E' lì che mi aspetta, da sempre il mio piatto preferito la 'sole aux fines herbes', che profuma come i campi de la provence nel pieno dell'estate. Le cucinava Lisette, e poi le portava a mia madre, per il mio Pablito, diceva, Antoine, suo marito era un pescatore e abitavano nella casa di fianco alla nostra, lui mi ha insegnato che il pesce si mangia con le mani, e sono più di 50 anni che lo mangio in quel modo.
Alla fine, il tavolo si libera velocemente, e mentre bevo il caffè i ragazzi disegnano, a volte ungendo la carta con le mani ancora sporche del pranzo. Imitano il padre pittore, pensano loro, non sanno che sono io quello che guarda e che avidamente si ispira.
Adoro i pomeriggi d'estate, trascorsi in un tranquillo dolcefarniente, ascoltando il rimbalzare delle palle sul pavimento di legno, le voci assonnate in giardino, a volte interrompo il lavoro e parlando a me stesso dico: '...devo ricordarmi, il prossimo inverno, di queste grandi giornate d'estate...'.
La
cucina economica e la ricetta di Lisette la sole à la creme et aux fines
herbes
Per 4 persone
4 bei filetti di sogliola
50 g di burro non salato
1 cucchiaio di dragoncello
fresco tritato
1 cucchiaio di erba
cipollina, tritata finemente
1 cucchiaio di cerfoglio
fresco tritato finemente
1 cucchiaio di prezzemolo
tritato finemente
4 cucchiai di panna
Fleur de sel
Pepe nero
Preriscaldare il forno a
180 ° C. Avvolgere i filetti su se
stessi, poi disporli nella teglia da forno. Coprire ogni filetto un piccolo pezzo di burro. Una volta che il forno è
caldo, cuocere per 7 /10 minuti. Controllare la cottura. Nel frattempo, scaldare in una padella la panna con le erbe tritate. Aggiungere sale e pepe
macinato alle vostre preferenze, e tenere in caldo, continuando a mescolare.
Disporre i filetti direttamente sui piatti preriscaldati. Versare sui filetti la creme aux herbes e servite subito, con patate
duchesse o purè di patate.
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