Pellegrino Artusi, il Ponce. Molti se lo facevano dopo, io invece prima di ogni partita, come lo vedevo fare anche al mi babbo. Perchè il ponce, mi hanno detto che arriva da una
parola inglese, che non ricordo, che vuole dire pugno, ed il ponce, quello vero di Livorno, è proprio come prendere un cazzotto nello stomaco. E poi è quello che ci vuole per giocare rilassati e concentrati, il caffe' ti stimola la vista e ti fa stare all'erta, il rumme, che deve essere solo il 'fantasia', assieme allo zucchero ti dà lo sprint e la forza , il limone non lo so che ci sta a fare, ma sicuramente c'azzecca e la cannella poi mi è sempre piaciuta. Se devo essere sincero mi piace anche il rumoraccio che fa il bicchierino spesso, quando lo sbatti forte sul banco di zinco, per averne un'altro. La sapeva lunga quel birbaccione del Giosuè (Carducci) che al suo amico il Nando scrisse: "assai di bianco, o Nando, assai di nero ponce bevemmo e
con saper profondo, non lasciammo giammai tazza o bicchiero senza vedere il
fondo."
752 PONCE
DI ARANCIO
Rhum,
litri 1 1/2.
Spirito,
litri 1.
Acqua,
litri 1.
Zucchero
bianco fine, chilogrammi l.
Sugo
di tre aranci.
La
buccia grattata di un limone di giardino tenuta in infusione per tre giorni in
un decilitro del detto spirito. Mettete al fuoco l'acqua con lo zucchero e
fatelo bollire per cinque o sei minuti. Quando sarà diaccio uniteci il rhum, il
sugo degli aranci e lo spirito, compreso quello dell'infusione passato per
pannolino.
Filtratelo
come gli altri liquori e imbottigliatelo. Si usa servirlo acceso in
bicchierini.
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