Pellegrino Artusi & conserve varie. Non molti conosceranno l'episodio di vita legato al grande Pellegrino Artusi che durante la stagione dei bagni, a Livorno, nel 1855, venne a
diretto contatto con il colera, la malattia infettiva che in quegli anni mieteva molte vittime in Italia. Giunto a Livorno, Artusi si recò in una trattoria per cenare. Dopo avere consumato il minestrone, decise di prendere alloggio presso la palazzina di un certo Domenici in piazza del Voltone. Come Artusi testimonia, passò la notte in preda a forti dolori di stomaco e diede la colpa per quest'ultimi al minestrone. Il giorno dopo, di ritorno a Firenze, gli giunse la notizia che Livorno era stata colpita dal colera e che il Domenici ne era caduto vittima. Fu allora che comprese chiaramente la situazione: non era stato il minestrone, ma i primi sintomi della malattia infettiva a procurargli i forti dolori intestinali. Anche in periodi non sospetti è sempre meglio evitare le contaminazioni, soprattutto in cucina, nella preparazione casalinga delle conserve, bisogna prestare grande attenzione. E' vero, le si preparano in casa da sempre, seguendo le indicazioni lasciateci dalle nonne, ma leggere la linea guida stesa dal Ministero della Salute forse può esserci utile. Leggetela qui.
734 CONSERVA DI ALBICOCCHE
Se
la conserva di susine è la peggiore di tutte, questa è invece una delle più
gentili e però incontra il gusto generale.
Prendete
albicocche ben mature e di buona qualità, essendo un errore il credere che con
frutta scadente si possa ottenere lo stesso effetto; levate loro il nocciolo,
mettetele al fuoco senz'acqua e mentre bollono disfatele col mestolo per
ridurle a poltiglia. Quando avranno bollito mezz'ora circa, passatele dallo
staccio onde nettarle dalle bucce e dai filamenti; poi rimettetele al fuoco con
zucchero bianco fine e in polvere nella proporzione di otto decimi e cioè
grammi 800 di zucchero per ogni chilogrammo di albicocche passate. Rimovetele
spesso col mestolo fino alla consistenza di conserva, la quale si conosce
versandone di quando in quando una cucchiaiatina in un piatto, sul quale dovrà
scorrere lentamente. Versatela calda nei vasi e quando sarà diaccia copritela
con la carta oliata dei salumai aderente alla conserva, e turate la bocca del
vaso con carta grossa legata con lo spago all'intorno.
La
conserva di pesche si fa nella stessa maniera con pesche burrone ben mature.
735 CONSERVA
DI SUSINE
Benché
la conserva di susine sia una delle meno apprezzate, pure, vedendo che molti
l'usano, non sarà male indicarvi come si può fare.
Qualunque
varietà può essere al caso, ma sono da preferirsi susine claudie mature. Levate
alle medesime il nocciolo e dopo pochi minuti di bollitura passatele dallo
staccio e rimettetele al fuoco con zucchero bianco in polvere nella proporzione
di grammi 60 di zucchero per ogni 100 grammi di susine in natura, cioè come
vengono dalla pianta.
Se
dopo un certo tempo le conserve vi fanno la muffa, sarà indizio certo di poca
cottura; allora riparate con rimetterle al fuoco. Io le invecchio talvolta fino
a 4 o 5 anni senza che perdano, o ben poco, di perfezione.
736 CONSERVA
DI MORE
Questa
conserva ha la rinomanza di calmare il dolor di gola ed è piacevole a
mangiarsi.
More,
chilogrammi 1.
Zucchero
bianco, grammi 200.
Le
more disfatele con le mani e mettetele a bollire per circa dieci minuti. Poi
passatele dallo staccio e rimettetele al fuoco col detto zucchero per ridurle a
consistenza delle conserve di frutta.
737 CONSERVE DI RIBES E LAMPONE
Per
la conserva di ribes avete la ricetta della Gelatina di ribes n. 739 e questa
basta. Per la conserva di lampone mettetelo al fuoco così naturale senza
fermentazione e quando avrà bollito una ventina di minuti passatelo dallo
staccio, pesatelo così netto dai semi e rimettetelo al fuoco con altrettanto
zucchero bianco in polvere, facendolo bollire fino a cottura di conserva che
conoscerete con le norme già indicatevi.
La
conserva di lampone, messa in poca quantità, a me sembra che si presti più
d'ogni altra per ripieno ai pasticcini di pasta sfoglia.
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