Pellegrino Artusi la frolla ed altre paste. E' il burro l'anima di tutte le paste frolle, dico tutte perchè ne esistono di diversi tipi e per diversi utilizzi, troviamo quella per biscotti, per
crostate, la frolla montata, speciale per realizzare biscotti e prodotti di piccola pasticceria, estremamente friabili, di consistenza tendente al cremoso, dove il rapporto farina-burro è di 1:1, ultima ma non per importanza è sicuramente la frolla 'ovis mollis', dove si utilizzano tuorli d'uovo sodi e setacciati, con questa frolla si ottengono biscotti e pasticcini friabilissimi, quasi farinosi, un risultato di fine pasticceria.
586 DOLCE ALLA NAPOLETANA crostate, la frolla montata, speciale per realizzare biscotti e prodotti di piccola pasticceria, estremamente friabili, di consistenza tendente al cremoso, dove il rapporto farina-burro è di 1:1, ultima ma non per importanza è sicuramente la frolla 'ovis mollis', dove si utilizzano tuorli d'uovo sodi e setacciati, con questa frolla si ottengono biscotti e pasticcini friabilissimi, quasi farinosi, un risultato di fine pasticceria.
Questo
è un dolce di bell'apparenza e molto gentile.
Zucchero,
grammi 120.
Farina
d'Ungheria, grammi 120.
Mandorle
dolci, grammi 100.
Uova,
n. 4.
Le
mandorle sbucciatele, asciugatele al sole o al fuoco e, scegliendone un terzo
delle più grosse, dividete queste in due parti nei due lobi naturali; le altre
tagliatele in filetti sottili. Montate le uova e lo zucchero in una bacinella
di rame o di ottone, sul fuoco, alla temperatura di 20 gradi, battendole con la
frusta più di un quarto d'ora. Ritirato il composto dal fuoco uniteci la farina
mescolando leggermente e versatelo in uno stampo liscio, tondo od ovale poco
importa, che avrete prima imburrato e spolverizzato con un cucchiaino di
zucchero a velo ed uno di farina uniti insieme; ma sarebbe bene che lo stampo
fosse di grandezza tale che il dolce, quando è cotto, riuscisse alto quattro
dita circa. Cuocetelo al forno o al forno da campagna a moderato calore e dopo
corto e ben diaccio tagliatelo all'ingiro a fette sottili un centimetro. Fate
una crema con:
Rossi
d'uovo, n. 2.
Latte,
decilitri 3.
Zucchero,
grammi 60.
Farina,
grammi 15.
Burro,
grammi 10.
Odore
di vainiglia,
e
con questa a bollore spalmate da una sola parte le fette del dolce e
ricomponetelo, cioè collocatele insieme una sopra l'altra.
Verrà
meglio la crema se metterete al fuoco prima il burro con la farina per cuocerla
senza farle prender colore; poi, resa tiepida, vi aggiungerete i rossi, il
latte e lo zucchero rimettendola al fuoco.
Ora
bisogna intonacare tutta la parte esterna del dolce con una glassa, ossia
crosta, e a questo effetto mettete a bollire in una piccola casseruola grammi
230 di zucchero in un decilitro di acqua fino al punto che, preso il liquido
fra le dita, appiccichi un poco, ma senza filo, ed avrete un altro indizio
della sua giusta cottura quando avrà cessato di fumare e produrrà larghe
gallozzole. Allora ritiratelo dal fuoco e quando comincia a diacciare
spremetegli un quarto di limone e lavoratelo molto col mestolo per ridurlo
bianco come la neve; ma se v'indurisse fra mano versateci un poco d'acqua per
ridurlo scorrevole come una crema alquanto densa. Preparata così la glassa,
buttateci dentro le mandorle a filetti, mescolate e intonacate il dolce, e
colle altre divise in due parti rifioritelo al disopra infilandole ritte.
Invece
della crema potete usare una conserva di frutta, ma con la crema riesce un
dolce squisito e perciò vi consiglio a provarlo.
587 DOLCE TEDESCO
Farina
d'Ungheria, grammi 250.
Burro,
grammi 100.
Zucchero
in polvere, grammi 100.
Uova,
n. 4.
Latte,
cucchiaiate n. 4.
Odore
di zucchero vanigliato.
Lavorate
dapprima ed insieme per mezz'ora il burro, lo zucchero e i rossi d'uovo.
Aggiungete la farina e il latte e lavorate ancora bene il composto.
Per
fare alzare nella cottura questo e consimili dolci ora viene dalla Germania e
dall'Inghilterra una polvere bianca, inodora, che in quantità di grammi 10 si
mescola nel composto insieme con le chiare montate. Se nel vostro paese non la
trovate supplite con grammi 5 di bicarbonato di soda e grammi 5 di cremor di
tartaro mescolati insieme. Versate il dolce in uno stampo liscio, imburrato
soltanto, e di doppia tenuta, e cuocetelo in forno o nel forno da campagna. Si
serve diaccio.
588 PASTA GENOVESE
Zucchero,
grammi 200.
Burro,
grammi 150.
Farina
di patate, grammi 170.
Farina
di grano, grammi 110.
Rossi
d'uovo, n. 12.
Chiare,
n. 7.
Odore
di scorza di limone.
Si
lavorano primieramente ben bene in una catinella i rossi d'uovo col burro e lo
zucchero, poi si aggiungono le due farine e quando queste avranno avuto
mezz'ora circa di lavorazione, si versano nel composto le chiare montate.
Mandate al forno la pasta in una teglia di rame preparata al solito con una
untatina di burro e infarinata. Tenetela all'altezza di un dito circa,
tagliatela a mandorle quando è cotta e spolverizzatela di zucchero a velo.
589 PASTA FROLLA
Vi
descrivo tre differenti ricette di pasta frolla per lasciare a voi la scelta a
seconda dell'uso che ne farete; ma, come più fine, vi raccomando specialmente
la terza per le crostate.
RICETTA
A
Farina,
grammi 500.
Zucchero
bianco, grammi 220.
Burro,
grammi 180.
Lardo,
grammi 70.
Uova
intere, n. 2 e un torlo.
RICETTA
B
Farina,
grammi 250.
Burro,
grammi 125.
Zucchero
bianco, grammi 110.
Uova
intere, n. 1 e un torlo.
RICETTA
C
Farina,
grammi 270.
Zucchero,
grammi 115.
Burro,
grammi 90.
Lardo,
grammi 45.
Rossi
d'uovo, n. 4.
Odore
di scorza di arancio.
Se
volete tirar la pasta frolla senza impazzamento, lo zucchero pestatelo
finissimo (io mi servo dello zucchero a velo) e mescolatelo alla farina; e il
burro, se è sodo, rendetelo pastoso lavorandolo prima, con una mano bagnata,
sulla spianatoia. Il lardo, ossia strutto, badate che non sappia di rancido.
Fate di tutto un pastone maneggiandolo il meno possibile, ché altrimenti vi si
brucia, come dicono i cuochi; perciò, per intriderla, meglio è il servirsi da
principio della lama di un coltello. Se vi tornasse comodo fate pure un giorno
avanti questa pasta, la quale cruda non soffre, e cotta migliora col tempo perché
frolla sempre di più.
Nel
servirvene per pasticci, crostate, torte, ecc., assottigliatela da prima col
matterello liscio e dopo, per più bellezza, lavorate con quello rigato la parte
che deve stare di sopra, dorandola col rosso d'uovo. Se vi servite dello
zucchero a velo la tirerete meglio. Per lavorarla meno, se in ultimo restano
dei pastelli, uniteli insieme con un gocciolo di vino bianco o di marsala, il
quale serve anche a rendere la pasta più frolla.
Consigliate da La cucina economica
Consigliate da La cucina economica
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per il tuo contributo