Pellegrino Artusi, il Pan di Spagna. A
dispetto del nome la storia vuole che sia stato proprio un cuoco italiano ad
inventare il Pan di Spagna; il suo nome era Giovan Battista
Cabona detto Giobatta, di Genova. Giobatta giunse a Madrid intorno alla metà del 1700 ed in occasione di un importante banchetto il cuoco presentò la sua ultima invenzione: un dolce incredibilmente leggero e soffice. Inizialmente infatti la leccornia piacque così tanto da convincere i Reali spagnoli a battezzarlo “Pate Génoise” in onore della città natale del talentuoso cuoco. Velocemente si diffuse per tutto il paese, apprezzato dal popolo quanto dai nobili e soprattutto dai 'toreri', che per golosità e scaramanzia cominciarono a mangiarlo prima, durante e dopo ogni corrida. Finchè arrivò il tragico giorno in cui lo splendido abito di seta che indossavano alle corride spietatamente rivelò gli inevitabili accenni di pinguedine. Fu consultato il dottor Marañon, celebre medico umanista spagnolo, per salvare molti amici toreri dal ridicolo di una silhouette “gonfiata”, e per loro studiò una dieta a base di formaggio e vino rosso, presi in tanti spuntini durante la giornata. La dieta ebbe ottimi risultati, forse perché alla lunga la monotonia dei sapori induceva i toreri a saltare gli spuntini pur di non affrontare l’ennesimo pezzo di manchego, il tipico formaggio della Mancia.
Cabona detto Giobatta, di Genova. Giobatta giunse a Madrid intorno alla metà del 1700 ed in occasione di un importante banchetto il cuoco presentò la sua ultima invenzione: un dolce incredibilmente leggero e soffice. Inizialmente infatti la leccornia piacque così tanto da convincere i Reali spagnoli a battezzarlo “Pate Génoise” in onore della città natale del talentuoso cuoco. Velocemente si diffuse per tutto il paese, apprezzato dal popolo quanto dai nobili e soprattutto dai 'toreri', che per golosità e scaramanzia cominciarono a mangiarlo prima, durante e dopo ogni corrida. Finchè arrivò il tragico giorno in cui lo splendido abito di seta che indossavano alle corride spietatamente rivelò gli inevitabili accenni di pinguedine. Fu consultato il dottor Marañon, celebre medico umanista spagnolo, per salvare molti amici toreri dal ridicolo di una silhouette “gonfiata”, e per loro studiò una dieta a base di formaggio e vino rosso, presi in tanti spuntini durante la giornata. La dieta ebbe ottimi risultati, forse perché alla lunga la monotonia dei sapori induceva i toreri a saltare gli spuntini pur di non affrontare l’ennesimo pezzo di manchego, il tipico formaggio della Mancia.
599 PANE DI SPAGNA
Uova,
n. 6.
Zucchero
fine in polvere, grammi 170.
Farina
d'Ungheria o finissima, grammi 170.
Odore
di scorza di limone a chi piace.
Dimenate
prima i rossi d'uovo con lo zucchero, poi aggiungete la farina, asciugata al
fuoco o al sole, e dopo una lavorazione di circa mezz'ora versateci due
cucchiaiate delle sei chiare montate per rammorbidire il composto, indi il
resto mescolando adagio.
Potreste
anche montare le uova sul fuoco come nel Dolce alla napoletana n. 586.
Cuocetelo al forno.
600 BISCOTTO
Uova,
n. 6.
Zucchero
a velo, grammi 250.
Farina
di grano, grammi 100.
Detta
di patate, grammi 50.
Burro,
grammi 30.
Odore
di scorza di limone.
Lavorate
per mezz'ora almeno i rossi d'uovo collo zucchero e una cucchiaiata delle dette
farine, servendovi di un mestolo. Montate le chiare ben sode ed aggiungetele;
mescolate adagio e, quando saranno immedesimate, fate cadere da un vagliettino
le due farine, che prima avrete asciugate al sole o al fuoco. Cuocetelo al
forno o al forno da campagna in una teglia ove venga alto tre dita circa, ma
prima ungetela col burro diaccio e spolverizzatela di zucchero a velo misto a
farina. In questi dolci con le chiare montate si può anche tenere il seguente
metodo, e cioè: dimenar prima i rossi d'uovo con lo zucchero, poi gettarvi la
farina e dopo una buona lavorazione montar sode le chiare, versarne due
cucchiaiate per rammorbidire il composto, indi le rimanenti, per incorporarvele
adagio adagio.
601 BISCOTTO DI CIOCCOLATA
Uova,
n. 6.
Zucchero
in polvere, grammi 200.
Farina
di grano, grammi 150.
Cioccolata
alla vainiglia, grammi 50.
Grattate
la cioccolata e mettetela in una catinella con lo zucchero e i rossi d'uovo e
dimenateli con un mestolo; poi aggiungete la farina e lavorate il composto per
più di mezz'ora; per ultimo le chiare montate mescolando adagio. Cuocetelo come
l'antecedente.
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