Pellegrino Artusi, Brioches, Pasta Margherita e... E'
una tradizionale torta delle feste preparata nel nord e centro Italia. Deve
probabilmente il suo nome alla forma di margherita
575 BRIOCHES
Farina
d'Ungheria, grammi 300.
Burro,
grammi 150.
Lievito
di birra, grammi 30.
Zucchero,
grammi 20.
Sale,
grammi 5.
Uova,
n. 6
Stemperate
il lievito di birra con acqua tiepida nella quarta parte della detta farina;
formatene un panino rotondo di giusta consistenza, fategli un taglio in croce e
ponetelo a lievitare in luogo tiepido entro una cazzarolina con un velo di
farina sotto.
Alla
farina che resta fateci una buca in mezzo, poneteci lo zucchero, il sale e un
uovo, e con le dita assimilate insieme queste tre cose, poi aggiungete il burro
a pezzetti e incominciate a intridere la farina, prima servendovi della lama di
un coltello e poi delle mani, per formare un pastone che porrete in una
catinella per lavorarlo meglio. Unite a questo il panino lievitato, quando sarà
cresciuto del doppio, e servendovi della mano per lavorarlo molto, aggiungete
le altre uova una alla volta. Poi la catinella ponetela in luogo tiepido e ben
chiuso, e quando l'impasto sarà lievitato disfatelo alquanto e con esso
riempite a metà una ventina di stampini di latta rigati, che avanti avrete unti
con burro liquido o lardo e spolverizzati con farina mista a zucchero a velo.
Rimetteteli
a lievitare, poi dorateli e cuoceteli al forno o al forno da campagna.
576 PASTA MARGHERITA
Avendo
un giorno, il mio povero amico Antonio Mattei di Prato (del quale avrò
occasione di riparlare), mangiata in casa mia questa pasta ne volle la ricetta,
e subito, da quell'uomo industrioso ch'egli era, portandola a un grado maggiore
di perfezione e riducendola finissima, la mise in vendita nella sua bottega. Mi
raccontava poi essere stato tale l'incontro di questo dolce che quasi non si
faceva pranzo per quelle campagne che non gli fosse ordinato. Così la gente
volenterosa di aprirsi una via nel mondo coglie a volo qualunque occasione per
tentar la fortuna, la quale, benché dispensi talvolta i suoi favori a
capriccio, non si mostra però mai amica agl'infingardi e ai poltroni.
Farina
di patate, grammi 120.
Zucchero,
in polvere, grammi 120.
Uova,
n. 4.
Agro
di un limone.
Sbattete
prima ben bene i rossi d'uovo collo zucchero, aggiungete la farina e il succo
di limone e lavorate per più di mezz'ora il tutto. Montate per ultimo le
chiare, unitele al resto mescolando con delicatezza per non ismontar la fiocca.
Versate il composto in uno stampo liscio e rotondo, ossia in una teglia
proporzionata, imburrata e spolverizzata di zucchero a velo e farina, e
mettetela subito in forno. Sformatela diaccia e spolverizzatela di zucchero a
velo vanigliato.
577 TORTA MANTOVANA
Farina,
grammi 170.
Zucchero,
grammi 170.
Burro,
grammi 150.
Mandorle
dolci e pinoli, grammi 50.
Uova
intere, n. l.
Rossi
d'uovo, n. 4.
Odore
di scorza di limone.
Si
lavorano prima per bene col mestolo, entro una catinella, le uova collo
zucchero; poi vi si versa a poco per volta la farina, lavorandola ancora, e per
ultimo il burro liquefatto a bagno-maria. Si mette il composto in una teglia di
rame unta col burro e spolverizzata di zucchero a velo e farina o di
pangrattato e si rifiorisce al disopra con le mandorle e i pinoli. I pinoli
tagliateli in due pel traverso e le mandorle, dopo averle sbucciate coll'acqua
calda e spaccate per il lungo, tagliatele di traverso, facendone d'ogni metà
quattro o cinque pezzetti. Badate che questa torta non riesca più grossa di un
dito e mezzo o due al più onde abbia modo di rasciugarsi bene nel forno, che va
tenuto a moderato calore.
Spolverizzatela
di zucchero a velo e servitela diaccia, che sarà molto aggradita.
578 TORTA RICCIOLINA I
Vi
descrivo la torta ricciolina con due ricette distinte perché la prima avendola
fatta fare, me presente, da un cuoco di professione, pensai di modificarla, in
modo che riescisse più gentile di aspetto e di gusto più delicato.
Mandorle
dolci con alcune amare, sbucciate, grammi 120.
Zucchero
in polvere, grammi 170.
Candito,
grammi 70
Burro,
grammi 60.
Scorza
di limone.
Intridete
due uova di farina e fatene taglierini eguali a quelli più fini che cuocereste
per la minestra nel brodo. In un angolo della spianatoia fate un monte colle
mandorle, collo zucchero, col candito tagliato a pezzetti e colla buccia del
limone raschiata e questo monticello di roba, servendovi della lunetta e del
matterello, stiacciatelo e tritatelo in modo da ridurlo minuto come i chicchi del
grano. Prendete allora una teglia di rame e così al naturale, senza ungerla,
cominciate a distendere in mezzo alla medesima, se è grande, un suolo di
taglierini e conditeli cogl'ingredienti sopra descritti, distendete un altro
suolo di taglierini e conditeli ancora, replicando l'operazione finché vi resta
roba e procurando che la torta risulti rotonda e grossa due dita almeno. Quando
sarà così preparata versatele sopra il burro liquefatto servendovi di un
pennello per ungerla bene alla superficie e perché il burro penetri eguale in
tutte le parti.
Cuocetela
in forno o nel forno da campagna; anzi, per risparmio di carbone, può bastare
il solo coperchio di questo. Spolverizzatela abbondantemente di zucchero a velo
quando è calda e servitela diaccia.
579 TORTA RICCIOLINA II
Fate
una pasta frolla con:
Farina,
grammi 170.
Zucchero,
grammi 70.
Burro,
grammi 60.
Lardo,
grammi 25.
Uova,
n. l.
Distendetene
una parte, alla grossezza di uno scudo, nel fondo di una teglia di rame del
diametro di 20 o 21 centimetri (prima unta di burro) e sopra alla medesima
versate un marzapane fatto nelle seguenti proporzioni:
Mandorle
dolci con tre amare, sbucciate, grammi 120.
Zucchero,
grammi 100.
Burro,
grammi 15.
Arancio
candito, grammi 15.
Un
rosso d'uovo.
Pestate
nel mortaio le mandorle collo zucchero, aggiungete dopo l'arancio a pezzettini,
e col burro, il rosso d'uovo e una cucchiaiata d'acqua fate tutto un impasto.
Col resto della pasta frolla formate un cerchio e con un dito intinto
nell'acqua attaccatelo giro giro agli orli della teglia; distendete il
marzapane tutto eguale e copritelo con un suolo alto mezzo dito di taglierini
sottilissimi perché questi devono essere come una fioritura, non la base del
dolce, ed ungeteli con grammi 20 di burro liquefatto, servendovi di un
pennello. Cuocete la torta in forno a moderato calore e dopo spargetele sopra
grammi 10 di cedro candito a piccoli pezzettini; spolverizzatela con zucchero a
velo vanigliato e servitela un giorno o due dopo cotta, perché il tempo la
rammorbidisce e la rende più gentile. Dei taglierini fatene per un uovo, ma
poco più della metà basteranno.
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