Pellegrino Artusi, carciofi ma anche piselli.
Come recita Pablo Neruda nella sua 'Ode al carciofo'...
...e un bel giorno,
a ranghi serrati,
in grandi canestri di vimini,
marciò verso il mercato a realizzare il suo sogno:
la milizia....
....file compatte,
voci di comando e la detonazione di una cassetta che cade...
Come recita Pablo Neruda nella sua 'Ode al carciofo'...
...il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero,
ispida edificò una piccola cupola,
si mantenne all'asciutto sotto le sue squame...
ispida edificò una piccola cupola,
si mantenne all'asciutto sotto le sue squame...
...l'ispido vegetale ha un sogno nel cassetto..
...e un bel giorno,
a ranghi serrati,
in grandi canestri di vimini,
marciò verso il mercato a realizzare il suo sogno:
la milizia....
....file compatte,
voci di comando e la detonazione di una cassetta che cade...
liberamente tratto da 'Ode al carciofo' di Pablo Neruda
416 CARCIOFI IN SALSA
Levate
ai carciofi le foglie dure, spuntateli e sbucciatene il gambo. Divideteli in
quattro parti, o al più in sei se sono grossi, metteteli al fuoco con burro in
proporzione e conditeli con sale e pepe. Scuotete la casseruola per voltarli e
quando avranno tirato a sé buona parte dell'umido, bagnateli con brodo per
cuocerli del tutto. Levateli asciutti, e nell'intinto che resta versate un
pizzico di prezzemolo tritato, un cucchiaino o due di pangrattato ben fine,
sugo di limone, altro sale e pepe se occorrono e, mescolando, fate bollire
alquanto; poi ritirate la salsa dal fuoco e quando non sarà più a bollore,
aggiungete un rosso d'uovo o due, secondo la quantità, e rimettetela per poco
al fuoco con altro brodo per renderla sciolta. Versateci i carciofi per
riscaldarli e serviteli specialmente per contorno al lesso.
417 CARCIOFI
IN UMIDO COLLA NEPITELLA
Se
vi piacesse di sentire questi carciofi con l'odore della nepitella, ecco come
dovete regolarvi. Levate ai carciofi tutte le foglie non mangiabili e
divideteli in quattro spicchi ognuno, od anche in sei se sono grossi;
infarinateli e poneteli al fuoco in una teglia di rame, con olio in
proporzione, condendoli con sale e pepe. Quando li avrete rosolati uniteci un
battutino composto di uno spicchio d'aglio, o di mezzo soltanto se i carciofi
sono pochi, e un buon pizzico di nepitella fresca. Quando avranno tirato
l'umido terminate di cuocerli con sugo di pomodoro o conserva sciolta
nell'acqua.
Possono
servir di contorno o esser mangiati soli.
418 CARCIOFI RITTI
Così
chiamassi a Firenze i carciofi cucinati semplicemente nella seguente maniera:
levate loro soltanto le piccole e inutili foglie vicine al gambo tagliando
quest'ultimo. Svettate col coltello la cima e allargate alquanto le foglie
interne. Collocateli ritti in un tegame, insieme coi gambi sbucciati e interi;
conditeli con sale, pepe e olio, il tutto a buona misura. Fateli soffriggere
tenendoli coperti, e, quando saranno ben rosolati, versate nel tegame un po'
d'acqua e con la medesima finite di cuocerli.
419 CARCIOFI
RIPIENI
Tagliate
loro il gambo alla base, levate le piccole foglie esterne e lavateli. Poi
svettateli come i precedenti ed aprite le loro foglie interne in maniera da
poter recidere con un temperino il grumolino di mezzo, e toltogli il pelo se vi
fosse nel centro, serbate soltanto le tenere foglioline per unirle al ripieno.
Questo, se dovesse, ad esempio, servire per sei carciofi, componetelo delle
foglioline anzidette, di 50 grammi di prosciutto più grasso che magro, di un
quarto di cipolla novellina, aglio quanto la punta di un'unghia, qualche foglia
di sedano e di prezzemolo, un pizzico di funghi secchi fatti rinvenire, un
pugnello di midolla di pane d'un giorno, ridotta in bricioli, e una presa di
pepe.
Tritate
prima il prosciutto con un coltello, poi ogni cosa insieme colla lunetta e con
questo composto riempite i carciofi che condirete e cuocerete come i
precedenti. Alcuni libri francesi suggeriscono di dare ai carciofi mezza
cottura nell'acqua prima di riempirli, il che non approvo, sembrandomi che
vadano a perdere allora la sostanza migliore, cioè il loro aroma speciale.
420 CARCIOFI RIPIENI DI CARNE
Per
sei carciofi, componete il seguente ripieno:
Magro
di vitella di latte, grammi 100.
Prosciutto
più grasso che magro, grammi 30.
Un
grumolino dei carciofi.
Un
quarto di cipolla novellina.
Alcune
foglie di prezzemolo.
Un
pizzico di funghi secchi rammolliti.
Un
pizzico di midolla di pane in bricioli.
Un
pizzico di parmigiano grattato.
Sale,
pepe e odore di spezie.
Quando
i carciofi avranno preso colore col solo olio, versate un poco d'acqua e
copriteli con un cencio bagnato tenuto fermo dal coperchio. Il vapore che
emana, investendoli da tutte le parti, li cuoce meglio.
421 PASTICCIO DI CARCIOFI E PISELLI
È
un pasticcio strano, ma potrebbe piacere a molti e perciò lo descrivo.
Carciofi,
n. 12.
Piselli
sgranati, grammi 150.
Burro,
grammi 50.
Parmigiano
grattato, grammi 50.
Sugo
di carne, quanto basta.
Mondate
i carciofi da tutte le foglie dure non mangiabili, divideteli in due parti e
levate loro il pelo del centro se l'hanno. Date ad essi ed ai piselli mezza
cottura di pochi minuti nell'acqua salata, gettateli dopo nell'acqua fresca,
levateli, asciugateli bene ed i carciofi divideteli ancora in due parti. Tanto
essi che i piselli metteteli al fuoco con grammi 40 del detto burro, conditeli
con sale e pepe e tirateli col sugo di carne a giusta cottura. Coi restanti
grammi 10 di burro, una cucchiaiata di farina e sugo suddetto fate una specie
di besciamella per legare il composto, il quale, messo in un vassoio che regga
al fuoco, lo condirete a strati con questa e col parmigiano.
Ora
copritelo con la pasta frolla sottosegnata; doratela col rosso d'uovo, cuocete
il pasticcio nel forno da campagna e servitelo caldo perché perde molto
lasciandolo diacciare. Questa quantità può bastare a sette od otto persone.
PASTA
FROLLA
Farina,
grammi 230.
Zucchero
a velo, grammi 85.
Burro,
grammi 70.
Lardo,
grammi 30.
Uova,
n. l.
422 CARCIOFI IN GRATELLA
A
tutti è noto come si possono cuocere i carciofi in gratella e contornar coi
medesimi una bistecca o un arrosto qualunque. In questo caso scegliete carciofi
teneri, svettateli, tagliatene il gambo alla base e lasciateli con tutte le
loro foglie. Allargateli alquanto perché prendano bene il condimento, il quale
d'altro non deve essere composto che d'olio, pepe e sale. Collocateli ritti
sulla gratella e se occorre per tenerli fermi, infilzateli in uno stecco verso
il gambo a due o tre insieme. Date loro un'altra untatina a mezza cottura e
lasciateli sul fuoco finché le foglie esterne non siano bruciate.
423 CARCIOFI SECCATI PER L'INVERNO
Nelle
città meridionali, dove i carciofi si trovano quasi in tutti i mesi dell'anno,
è inutile prendersi il disturbo di seccarli, tanto più che tra il carciofo
fresco e il secco la differenza è grande; ma fanno comodo in que' paesi dove,
passata la stagione, più non si trovano.
Preparateli
nel colmo della raccolta quando costano poco; però vanno scelti di buona
qualità e giusti di maturazione. Levate loro tutte le foglie coriacee,
spuntateli, mondate un buon tratto del loro gambo e tagliateli in quattro
spicchi recidendone il pelo, se qualcuno l'avesse. Via via che li tagliate
gettateli nell'acqua fresca acidulata con aceto o limone onde non diventino
neri e per lo stesso motivo metteteli al fuoco in un vaso di terra contenente
acqua bollente alla quale sarà bene dare odore con un mazzetto di erbe
aromatiche, come pepolino, basilico, foglie di sedano e simili. Dieci minuti di
bollitura, ed anche soli cinque se sono teneri, saranno sufficienti per
cuocerli a metà. Scolateli e metteteli in un graticcio ad asciugare al sole;
poi infilateli e finite di seccarli all'ombra in luogo ventilato. Possibilmente
non teneteli tanto al sole onde non prendano odore di fieno.
Quando
si adoperano per fritto o per contorno agli umidi, si rammolliscono nell'acqua
bollente.
424 PISELLI ALLA FRANCESE I
Questa
che vi do è la dose per un litro di piselli freschi.
Prendete
due cipolle novelline, tagliatele a metà per la loro lunghezza, richiudetele
con alcuni gambi di prezzemolo in mezzo e legatele. Ciò fatto, mettetele al
fuoco con grammi 30 di burro e rosolate che siano, versate sulle medesime un
buon ramaiolo di brodo.
Fate
bollire e quando le cipolle saranno spappolate, passatele, spremendole, insieme
col sugo che rimetterete al fuoco coi piselli e con due grumoli interi di
lattuga. Conditeli con sale e pepe e fateli bollire adagio. A mezza cottura
aggiungete altri grammi 30 di burro intriso in una cucchiaiata non colma di
farina e versate brodo, se occorre. Prima di mandarli in tavola legateli con
due rossi d'uovo sciolti in un po' di brodo. In questo modo riescono assai
delicati.
425 PISELLI ALLA FRANCESE II
Questa
ricetta è più semplice e più sbrigativa della precedente, ma non è però così
fine. Trinciate alquanta cipolla a fette sottilissime e mettetela al fuoco in
una casseruola con un pezzo di burro. Quando sarà bene rosolata versate un
pizzico di farina, mescolate, e dopo aggiungete, a seconda della quantità, un
ramaiolo o due di brodo e lasciate cuocere la farina. Versate i piselli,
conditeli con sale e pepe e, a mezza cottura, aggiungete un grumolo o due
interi di lattuga. Fate bollire adagio badando che il sugo non riesca troppo denso.
Alcuni
indolciscono i piselli con un cucchiaino di zucchero; ma in questo caso
mettetene poco, perché il dolce deve sembrar naturale e non messo ad arte.
Quando
li servite levate la lattuga.
426 PISELLI COL PROSCIUTTO
Lasciamo
agl'Inglesi il gusto di mangiare i legumi lessati senza condimento o, al più,
con un poco di burro; noi, popoli meridionali, abbiamo bisogno che il sapore
delle vivande ecciti alquanto.
In
nessun altro luogo ho trovato buoni i piselli come nelle trattorie di Roma, non
tanto per l'eccellente qualità degli ortaggi di quella città, quanto perché
colà ai piselli si dà il grato sapore del prosciutto affumicato. Avendo con
qualche prova tentato d'indovinare come si preparino, se non ho raggiunto
quella stessa bontà mi ci sono appressato, ed ecco come:
Dividete
in due parti per il lungo, secondo la quantità dei piselli, una o due cipolle
novelline e mettetele al fuoco con olio e alquanto prosciutto grasso e magro
tagliato a piccoli dadi. Fate soffriggere finché il prosciutto sia raggrinzito;
allora gettate dentro i piselli, conditeli con poco o punto sale e una presa di
pepe; mescolate e finiteli di cuocere col brodo, aggiungendovi un poco di
burro.
Serviteli,
o soli come piatto di legume, o per contorno; ma prima gettate via tutta la cipolla.
427 PISELLI
COLLA CARNESECCA
I
piselli vengono bene anche nella seguente maniera, ma gli antecedenti
appartengono di più alla cucina fine. Mettete al fuoco un battutino di
carnesecca, aglio, prezzemolo e olio; conditelo con poco sale e pepe, e quando
l'aglio avrà preso colore, buttate giù i piselli. Tirato che abbiano l'unto,
finite di cuocerli con brodo o, in mancanza di questo, con acqua.
I
gusci dei piselli, se sono teneri e freschi, si possono utilizzare cotti
nell'acqua e passati dallo staccio. Si ottiene così una purée, cioè un passato
che, sciolto nel brodo, aggiunge delicatezza a una zuppa di erbaggi o ad una
minestra di riso e cavolo. Si può anche mescolarlo all'acqua del risotto coi
piselli n. 75.
428 SFORMATO DI PISELLI FRESCHI
Piselli
sgranati, grammi 600.
Prosciutto
grasso e magro, grammi 50.
Burro,
grammi 30.
Farina,
grammi 20.
Uova,
n. 3.
Parmigiano,
una cucchiaiata.
Fate
un battutino col prosciutto suddetto, una piccola cipolla novellina e un
pizzico di prezzemolo. Mettetelo al fuoco con olio e quando avrà preso colore
versate i piselli condendoli con sale e pepe. Cotti che siano passatene una
quarta parte e il passato unitelo a un intriso composto col burro e la farina
indicati e diluito sul fuoco con sugo di carne o brodo. Poi mescolate ogni cosa
insieme, il parmigiano compreso, e cuocete il composto a bagno-maria in uno
stampo liscio col foglio imburrato sotto.
429 FAVE FRESCHE IN STUFA
Prendete
baccelli di fave grosse e granite; sgranatele e sbucciatele.
Tritate
fine una cipolla novellina, mettetela al fuoco con olio, e quando comincia a
rosolare, gettate nel soffritto prosciutto grasso e magro tagliato a dadini.
Dopo poco versate le fave, conditele con pepe e poco sale e quando avranno
preso il condimento, aggiungete un grumolo o due, a seconda della quantità
delle fave, di lattuga tagliata all'ingrosso e finite di cuocerle con brodo, se
occorre.
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