Pellegrino Artusi, belle le sogliole, buone le triglie. Davvero
curiosa la figura allegorica legata al far l’occhio della
triglia per cui, l'innamorato genericus, dovrebbe avere
Infatti è noto che per tutti i pesci in commercio, la brillantezza dell’occhio
è un segnale importante per determinarne la freschezza; con il
passare dei giorni infatti l’occhio di qualsiasi pesce tende a coprirsi di un
velo sottile e man mano a prendere un aspetto più inespressivo. Per approfondire l'argomento leggete qui.
465 SOGLIOLE IN GRATELLA
Quando
le sogliole (Solea vulgaris) sono grosse, meglio è cuocerle in gratella e
condirle col lardo invece dell'olio; acquistano in questo modo un gusto più
grato. Sbuzzatele, raschiatene le scaglie, lavatele e poi asciugatele bene.
Dopo spalmatele leggermente di lardo vergine diaccio e che non sappia di
rancido; conditele con sale e pepe ed involtatele nel pangrattato. Sciogliete
in un tegamino un altro poco di lardo ed ungetele con una penna anche quando le
rivoltate sulla gratella.
Le
sogliole da friggere quando sono grosse, si possono spellare da ambedue le
parti o anche solo dalla parte scura, infarinandole e tenendole nell'uovo per
qualche ora, prima di gettarle in padella.
Una
singolarità di questo pesce, meritevole di essere menzionata, è che esso nasce,
come tutti gli animali bene architettati, con un occhio a destra ed uno a
sinistra; ma a un certo periodo della sua vita l'occhio che era nella parte
bianca, cioè a sinistra, si trasporta a destra e si fissa come quell'altro
nella parte scura. Le sogliole e i rombi nuotano collocati sul lato cieco. Alla
sogliola, per la bontà e delicatezza della sua carne, i Francesi danno il
titolo di pernice di mare; è un pesce facile a digerirsi, regge più di tanti
altri alla putrefazione e non perde stagione. Si trova abbondante
nell'Adriatico ove viene pescato di nottetempo con grandi reti a sacco,
fortemente piombate alla bocca, le quali raschiando il fondo del mare sollevano
il pesce insieme colla sabbia e col fango in cui giace.
Il
rombo, la cui carne è poco dissimile da quella della sogliola ed anche più
delicata, è chiamato fagiano del mare.
466 FILETTI DI SOGLIOLE COL VINO
Prendete
sogliole che non siano meno di grammi 150 ciascuna, levate loro la testa e
spellatele. Poi con un coltello che tagli bene separate dalle spine la carne
per ottenere quattro lunghi filetti per ogni sogliola od anche otto se le
sogliole fossero molto grosse. Con la costola del coltello batteteli
leggermente e con la lama del medesimo spianateli per renderli sottili e così
conciati lasciateli per diverse ore nell'uovo frullato condito con sale e pepe.
involtateli poi nel pangrattato e friggeteli nell'olio. Dopo versate in un
tegame o in una teglia, ove possano star distesi, un gocciolo di quell'olio
rimasto nella padella e un pezzetto di burro, disponeteci sopra i filetti,
conditeli ancora un poco con sale e pepe e quando avranno soffritto alquanto,
bagnateli col vino bianco asciutto, fate bollire per cinque minuti insieme con
un poco di prezzemolo tritato e serviteli con la salsa che hanno, spargendoci
sopra un pizzico di parmigiano. È un piatto di molta comparita. Servitelo con
spicchi di limone. Anche i naselli si possono cucinare nella stessa maniera.
La
parola asciutto applicata al vino, in questo caso è di rigore perché altrimenti
la pietanza saprebbe troppo di dolce. Una sogliola di comune grandezza può
servire per una persona.
467 CONTORNO DI FILETTI DI
SOGLIOLE A UN FRITTO DELLO STESSO PESCE
Prendete
un paio di sogliole mezzane oppure una sola, staccatene i filetti dopo averle
spellate, che saranno quattro, e tagliateli per traverso a listarelle fini come
fiammiferi. Se li tagliate in isbieco li otterrete alquanto più lunghi e sarà
meglio. Metteteli in una scodella col sugo di un limone o più se occorre, e
lasciateli così marinare per due o tre ore il che li farà irrigidire, ché
altrimenti riuscirebbero mosci. Poco prima di servire in tavola asciugateli con
un canovaccio, immergeteli nel latte, infarinateli, cercate che non facciano
gomitolo e friggeteli nell'olio; poi salateli leggermente.
468 TRIGLIE COL PROSCIUTTO
Non
è sempre vero il proverbio: Muto come un pesce, perché la triglia, l'ombrina e
qualche altro, emettono suoni speciali che derivano dalle oscillazioni di
appositi muscoli, rafforzate da quelle dell'aria contenuta nella vescica
natatoria.
Le
triglie più grosse e saporose sono quelle di scoglio; ma per cucinarle in
questa maniera, possono servire triglie di mezzana grandezza che nella regione
adriatica chiamassi rossioli o barboni. Dopo averle nettate e lavate
asciugatele bene con un canovaccio e poi ponetele in una scodella da tavola e
conditele con sale, pepe, olio e agro di limone. Lasciatele così per qualche
ora e quando sarete per cuocerle, tagliate tante fettine sottili di prosciutto
grasso e magro larghe come le triglie e in quantità uguale al numero di esse.
Prendete un vassoio o un tegame di metallo, spargete in fondo al medesimo
qualche foglia di salvia intera, involtate bene le triglie nel pangrattato e
disponetele in questa guisa: addossatele insieme ritte e frapponete le fettine
di prosciutto fra l'una e l'altra, spargendovi sopra altre foglie di salvia.
Per
ultimo versate sopra le medesime il condimento rimasto e cuocetele fra due
fuochi. Se volete che questo piatto riesca più signorile, levate la spina alle
triglie da crude aprendole dalla parte davanti, richiudendole poscia.
469 TRIGLIE IN GRATELLA ALLA MARINARA
Dopo
averne estratto l'intestino, con la punta di un coltello, dalle branchie,
lavatele ed asciugatele e nel posto dov'era l'intestino collocate un pezzetto
d'aglio. Conditele con sale, pepe, olio, foglie di ramerino e lasciatele così
condite. Quando sarete per cuocerle involtatele nel pangrattato ed ungetele col
condimento allorché saranno sul fuoco. Oppure, dopo averle nettate, lavate ed
asciugate, conditele con poco sale e pepe e cuocetele così naturali a fuoco
ardente. Collocate poi sul vassoio, conditele solo allora con olio, un altro
po' di sale e pepe.
Servitele
con spicchi di limone.
470
TRIGLIE DI SCOGLIO IN GRATELLA
Questo
bellissimo pesce di color rosso vivace, che raggiunge il peso di 500 a 600
grammi, eccellente al gusto, si suole cuocere in gratella nella seguente
maniera:
Conditelo
con olio, sale e pepe, cuocetelo a fuoco ardente e quando lo levate spalmatelo
così a bollore con un composto di burro, prezzemolo trito e agro di limone
preparato avanti. Trattamento questo che può servire anche per altri pesci
grossi cotti in gratella.
Gli
antichi Romani stimavano il pesce più delizioso della carne e le specie che
maggiormente apprezzavano erano: lo storione, il ragno, la lampreda, la triglia
di scoglio e il nasello pescato nel mar della Siria senza annoverar le murene
che alimentavano in modo grandioso in appositi vivai e che nutrivano anche con
la carne dei loro schiavi.
Vedio
Pollione, noto nella storia per la sua ricchezza e per la sua crudeltà, mentre
cenava con Augusto comandò fosse gettato nel vivaio, alle murene, uno sventurato
servo che aveva rotto disavvedutamente un bicchiere di cristallo. Augusto, ai
cui piedi cadde lo schiavo, invocando la sua intercessione, poté salvarlo a
stento con un ingegnoso suo strattagemma.
Le
triglie grosse di scoglio, che raggiungevano il peso non mica di soli grammi
500 a 600, come dico più sopra, ma perfino di 4 a 6 libbre, erano stimate assai
e pagate a prezzi altissimi, favolosi. La mollezza dei costumi e la golosità
avendo nei Romani raffinato il senso del gusto, studiavansi di appagarlo con le
vivande più delicate e perciò avevano inventata una certa salsa chiamata
gareleo nella quale disfacevano e stemperavano la coratella di questo grosso
pesce per intingervi la carne del medesimo.
471 TRIGLIE ALLA LIVORNESE
Fate
un battutino con aglio, prezzemolo e un pezzo di sedano; mettetelo al fuoco con
olio a buona misura e quando l'aglio avrà preso colore, unitevi pomodori a
pezzi e condite con sale e pepe. Lasciate che i pomodori cuociano bene,
rimestateli spesso e passatene il sugo. In questo sugo collocate le triglie e
cuocetele. Se sono piccole non hanno bisogno d'esser voltate e se il vaso dove
hanno bollito distese non è abbastanza decente prendetele su a una a una per
non romperle e collocatele in un vassoio.
Poco
prima di levarle dal fuoco fioritele leggermente di prezzemolo tritato.
La
pesca di questo pesce è più facile e più produttiva di giorno che di notte e la
sua stagione, quando cioè è più grasso, è, come si disse, il settembre e
l'ottobre.
472 TRIGLIE ALLA VIAREGGINA
Se
le triglie fossero in quantità di circa mezzo chilogrammo fate un battutino con
due spicchi d'aglio e un buon pizzico di prezzemolo. Mettetelo al fuoco con
olio a buona misura in un tegame o in una teglia ove le triglie possano star distese
e quando il soffritto sarà rosolato fermatelo con sugo di pomodoro semplice.
Lasciate bollire alquanto, poi collocateci le triglie rivoltandole nell'intinto
a una a una. Copritele e fatele bollire adagio e quando avranno ritirato buona
parte dell'umido versateci un dito (di bicchiere) di vino rosso annacquato con
due dita di acqua.
Fatele
bollire ancora un poco e servitele.
Consigliate da La Cucina Economica
Cara Ale, i tuoi fantastici post sono sempre ricchi di notizie interessanti e sono frutto di una ricerca molto intelligente. Ti seguo ogni giorno....appassionatamente. Brava !!!!!
RispondiEliminaGrazie cara Laudomia, anche a me piacerebbe seguirti nei tuoi mirabolanti viaggi.
RispondiElimina