Pellegrino Artusi e le minestre di caccia. Così terminano le giornate di caccia, il ristoro dei cacciatori affamati, il riposo dei canini, i racconti e le sbruffonate...
92 PASTE ALLA CACCIATORA
Così
chiamano in Toscana una minestra di paste asciutte, (nocette, paternostri,
penne e simili) condite con la carne delle arzavole. Le arzavole sono uccelli
di padule, dal piede palmato, dal becco a spatola, somigliantissimi alle anatre
se non che sono più piccole, da pesare in natura grammi 250 a 300. Due di
queste sono sufficienti per condire una minestra di grammi 400 di pasta da
bastare per quattro persone.
Gettate
via la testa, le zampe, la stizza, e gli intestini per farle bollire con un
mazzetto guarnito di sedano, carota e gambi di prezzemolo in tanta acqua salata
che basti per cuocervi la minestra. Cotte che siano disossatele e tritatele con
la lunetta insieme coi fegatini e i ventrigli vuotati che avrete cotti con le
arzavole. Cotta la pasta nel detto brodo scolatela bene e conditela a suoli con
questa carne tritata, burro e parmigiano a buona misura.
Riesce
una minestra gustosa e, ciò che più conta, di non difficile digestione.
93 PASTE CON LE ARZAVOLE
La
precedente minestra Paste alla cacciatora mi ha suggerito questa che non riesce
men buona. Prendete un'arzavola e, vuotata e pulita come le suddette, mettetela
a cuocere insieme con un battuto di cipolla (un quarto o mezza se è piccola),
un bel pezzo di sedano, mezza carota, grammi 40 di prosciutto grasso e magro e
un pezzetto di burro; sale e pepe per condimento. Rosolata che sia, tiratela a
cottura con del buon brodo e un po' di sugo di pomodoro o conserva. Poi
disossatela e tritatela insieme con qualche pezzetto di funghi secchi, se li
avete uniti all'arzavola mentre cuoceva. Rimettete al fuoco questo intingolo
con l'odore delle spezie o della noce moscata e un pezzo di burro
impiastricciato di farina per legarlo, e con esso e parmigiano condite grammi
350 di paste che possono essere maccheroni, strisce, denti di cavallo od altre
simili.
Questa
quantità può bastare per cinque persone se non sono gran mangiatori.
Se
unirete all'arzavola grammi 50 di filetto di manzo avrete l'intingolo più
sostanzioso.
94 PAPPARDELLE COL SUGO DI CONIGLIO
Dopo
aver lavato il coniglio, tagliatelo a pezzi più grossi di quello da friggere e
mettetelo al fuoco in una casseruola per fargli far l'acqua che poi scolerete;
quando sarà bene asciutto gettateci un pezzetto di burro, un poco d'olio e un
battuto tritato fine e composto del fegato dell'animale, di un pezzetto di
carnesecca e di tutti gli odori, cioè: cipolla, sedano, carota e prezzemolo.
Conditelo con sale e pepe. Rimuovetelo spesso e quando sarà rosolato bagnatelo
con acqua e sugo di pomodoro, o conserva, per tirarlo a cottura, aggiungendo
per ultimo un altro poco di burro.
Servitevi
del sugo per condire con questo e con parmigiano una minestra di pappardelle o
di strisce, e mandate in tavola per secondo piatto il coniglio con alcun poco
del suo intinto.
Se
non volete condir la minestra non occorre nel battuto la carnesecca.
95 PAPPARDELLE COLLA LEPRE I
La
carne della lepre, essendo arida e di poco sapore, ha bisogno in questo caso,
di venire sussidiata da un sugo di carne di molta sostanza per ottenere una
minestra signorile. Eccovi le dosi di una minestra per cinque persone che, per
tante, a mio avviso, deve bastare una sfoglia di tre uova, tagliata a forma di
pappardelle larghe un dito, con la rotella smerlata, oppure per grammi 500 o
600 di strisce di pasta comprata.
I
due filetti di una lepre, che possono pesare in tutto grammi 180 a 200,
compreso i rognoni
Burro,
grammi 50.
Carnesecca,
grammi 40.
Mezza
cipolla di mediocre grandezza.
Mezza
carota.
Un
pezzo di sedano lungo un palmo.
Odore
di noce moscata.
Parmigiano,
quanto basta.
Una
cucchiaiata di farina.
Sugo
di carne, decilitri 6.
I
filetti spellateli da quella pellicola che li avvolge e tagliateli a piccoli
dadi, poi fate un battuto con la carnesecca, la cipolla, il sedano e la carota.
Tritatelo ben fine con la lunetta e mettetelo al fuoco con la terza parte del
detto burro e con la carne di lepre, condendola con sale e pepe. Quando la
carne sarà rosolata, spargeteci sopra la farina e poco dopo bagnatela e
tiratela a cottura coi detto sugo. Prima di servirvi di questo intingolo
aggiungete il resto del burro e la noce moscata.
Le
pappardelle o strisce che siano, cotte nell'acqua salata, levatele bene
asciutte e conditele sul vassoio, senza rimetterle al fuoco, con parmigiano e
l'intingolo suddetto.
In
mancanza dei filetti servitevi dei coscetti.
96 PAPPARDELLE COLLA LEPRE II
Eccovi
un'altra ricetta più semplice per condire con la stessa quantità di carne di
lepre la medesima quantità di paste.
Fate
un battuto con grammi 50 di prosciutto, più grasso che magro, un quarto di
cipolla, sedano, carota e pochissimo prezzemolo. Mettetelo al fuoco con grammi
40 di burro e quando avrà soffritto, buttateci i pezzi della carne interi e
conditeli con sale e pepe. Fatela rosolare e poi, per cuocerla, bagnatela a
poco a poco con brodo e sugo di pomodoro o conserva, in modo che vi resti
abbondante liquido; quando la carne è cotta levatela asciutta e tritatela non
tanto minuta con la lunetta.
Fate,
come dicono i Francesi, un roux o, come io direi, un intriso con grammi 30 di
burro e una cucchiaiata di farina e quando avrà preso sul fuoco il color
biondo, versate nel medesimo la carne tritata e il suo sugo, aggiungendo altri
30 grammi di burro e l'odore della noce moscata; poi con quest'intingolo e con
parmigiano condite la minestra. Non mi rimproverate se in queste minestre
v'indico spesso l'odore della noce moscata. A me pare che ci stia bene; se poi
non vi piace sapete quello che avete a fare
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