Pellegrino Artusi, cavolfiori e sformati. Niente si sposa bene come le verdure al formaggio e alla besciamella. Abbracciati, stretti, all'interno degli stampi, gli ingredienti fondono, espandono gli aromi, si esaltano l'un l'altro, aiutandosi, alla fine sono una cosa nuova, dove però ognuno di loro è protagonista e comparsa allo stesso tempo. Gli sformati sono forse la cosa che più mi ricorda la 'famiglia'.
387 SFORMATO
DI CAVOLFIORE
Prendete
una palla di cavolfiore e, ammesso che questa sia, per esempio, del peso di
grammi 350 netta dal gambo e dalle foglie, adoperate per condimento le seguenti
dosi all'incirca:
Latte,
decilitri 3.
Uova,
n. 3.
Burro,
grammi 60.
Parmigiano
grattato, grammi 30.
Date
mezza cottura nell'acqua alla palla del cavolfiore e dopo tagliatela a
pezzetti. Poneteli a soffriggere, colla metà del detto burro, salandoli, e
quando l'avranno tirato, finite di cuocerli con un poco del detto latte: poi
potete lasciarli così o passarli dallo staccio. Colla rimanenza del burro e del
latte e con una cucchiaiata di farina non colma fate una besciamella e
aggiungetela al composto insieme colle uova, prima frullate, e col parmigiano.
Cuocetelo in uno stampo liscio come lo sformato di fagiolini e servitelo caldo.
Questa
quantità può bastare per sei persone.
388 CAVOLFIORE ALL'USO DI ROMAGNA
Dividete
una grossa palla di cavolfiore, o due se sono piccole, in spicchiettini che
laverete; e così crudi, senza asciugarli, cuoceteli in questo modo: ponete al
fuoco un battuto proporzionato di aglio, prezzemolo e olio, e quando sarà
rosolato fermatelo con un gocciolo d'acqua. Gettateci allora il cavolfiore
condendolo con sale e pepe e quando avrà assorbito il battuto tiratelo a
cottura mediante conserva di pomodoro sciolta nell'acqua calda. Dategli grazia
e più sapore col parmigiano quando lo mandate in tavola, ove può servir per
contorno al lesso, a un umido o ad un coteghino.
389 SFORMATO DI CARDONI
Regolatevi
in tutto come per lo sformato di cavolfiore del numero 387. Tagliate il cardone
a piccoli pezzi, onde vengano penetrati bene dal condimento; prima di metterlo
nello stampo, assaggiatelo.
390 SFORMATO DI SPINACI
Lessate
gli spinaci in pochissima acqua o soltanto con quella che sgronda dai medesimi
quando li levate dall'acqua fresca dov'erano in molle. Passateli dallo staccio
e, regolandovi sulla quantità, condizionateli con sale, pepe, cannella in
polvere, alcune cucchiaiate di besciamella n. 137, burro, uova, parmigiano, un
pugnello di uva secca o zibibbo ai quali siansi tolti i semi, oppure uva
passolina. Mescolate per bene e versate il composto in una forma liscia, bucata
nel mezzo, cuocendolo a bagnomaria. Sformatelo quand'è tuttora caldo e
mandatelo in tavola riempito di un umido delicato di rigaglie di pollo oppure
di animelle, o di vitella di latte, o anche di tutte queste cose insieme,
frammiste a pezzetti di funghi secchi
391 SFORMATO
DI CARCIOFI
Questo
è uno sformato da farsi quando i carciofi costano poco e ve lo do per uno de'
più delicati.
Levate
ai carciofi le foglie più dure, spuntateli e sbucciatene i gambi, lasciandoli
tutti, anche se sono lunghi. Tagliateli in quattro spicchi e fateli bollire
nell'acqua salata per soli cinque minuti. Se li lasciate di più sopra al fuoco,
oltre ad inzupparsi troppo di acqua, perdono molto del loro aroma. Levateli
asciutti, pestateli nel mortaio e passateli per istaccio. Dosate la polpa così
ottenuta con tutti quegli ingredienti soliti negli altri sformati di erbaggio,
e cioè: uova, non facendo avarizia d'uno di più, onde restringa, due o tre
cucchiaiate di besciamella ove non iscarseggi il burro; parmigiano, sale e
odore di noce moscata, ma assaggiate il composto più volte per ridurlo a giusto
sapore.
Se
avete sugo di carne o di stracotto non è male l'unirci un poco anche di questo
e, se i carciofi sono teneri, anziché passarli potete lasciarli a piccoli
spicchi.
Cuocetelo
a bagno-maria in uno stampo bucato, se avete un intingolo di carne per
riempirlo; se no, mettetelo in uno stampo liscio e servitelo per tramesso.
392 SFORMATO DI FINOCCHI
Questo
sformato, per ragione del grato odore e del sapore dolcigno de' finocchi,
riesce uno de' più gentili.
Levate
ai finocchi le foglie più dure, tagliateli a piccoli spicchi e cuoceteli per
due terzi nell'acqua salata, poi scolateli bene e metteteli a soffriggere con
un pezzetto di burro. Conditeli con sale e quando avranno succhiato il burro,
bagnateli con un poco di latte; allorché avranno tirato anche questo,
aggiungete un po' di besciamella. Ritirateli dal fuoco e lasciateli come sono,
o passateli dallo staccio; quando saranno diacci uniteci parmigiano grattato e,
a seconda della quantità, tre o quattro uova frullate. Versate il composto in
uno stampo liscio, o col buco nel mezzo, regolandovi come per gli altri
sformati; cuocetelo a bagno-maria e servitelo caldo come piatto di tramesso o
in compagnia di un cappone lessato. Potete anche guarnirlo di un manicaretto di
rigaglie e animelle.
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