Pellegrino Artusi, alcune fritture. Cosa c'è di più magico delle frittelle che danzano nel padellone della frittura. Si rotolano, si gonfiano, si urtano e cambiano colore, tra mille bollicine cominciano ad esalare il loro irresistibile profumo.
162 FRITTO DI PASTA RIPIENA
Prendete
la pasta n. 212 oppure la pasta sfoglia n. 154, distendetela alla grossezza di
uno scudo, tagliatela a dischi smerlati della grandezza all'incirca di quello
qui segnato [figura04], ponete nei medesimi il ripieno del numero antecedente,
copriteli con altrettanti dischi della stessa pasta, bagnandoli all'ingiro
affinché si attacchino insieme, friggeteli e serviteli caldi.
163 FRITTO DI RICOTTA
Ricotta,
grammi 200.
Farina,
grammi 40.
Uova,
n. 2.
Zucchero,
due cucchiaini scarsi.
Odore
di scorza di limone.
Sale,
un pizzico e due cucchiaiate d'acquavite.
Ogni
qualità di ricotta è buona purché non abbia preso il forte; ma adoperando
quelle di Roma e di Maremma, che sono eccellenti, sarete sicuri di farvene
onore.
Lasciate
il composto in riposo per parecchie ore prima di friggerlo. Colle dosi suddette
il composto riescirà sodettino e questo è bene onde il fritto prenda la forma
di bombe della grandezza di una noce all'incirca. Spolverizzatele di zucchero a
velo e servitele calde per contorno a un fritto di carne. Dello zucchero
dentro, come vedete, ce ne va poco, perché esso brucia e il fritto non
prenderebbe allora un bel giallo dorato.
Per
dare a queste e simili bombe la forma possibilmente rotonda, va preso su il
composto con un cucchiaio unto col liquido bollente della padella, dandogli la
forma coll'estremità di un coltello da tavola, intinto esso pure nell'unto
medesimo.
164 FRITTO RIPIENO DI MOSTARDA
Questo
fritto si può fare in Romagna ove d'inverno è messa in commercio la mostarda di
Savignano o fatta all'uso di quel paese, che una volta era molto apprezzata; ma
non saprei dirvi se siasi mantenuta in credito.
Mancandovi
questa, potete servirvi di quella fatta in casa, descritta al n. 788.
Formate
una pasta piuttosto tenera coi seguenti ingredienti, lavorandola molto colle
mani sulla spianatoia.
Farina,
grammi 220.
Burro,
grammi 30.
Sale,
un pizzico.
Latte,
quanto basta per intriderla.
Lasciatela
in riposo mezz'ora, poi tiratela col matterello alla grossezza di uno scudo
scarso.
Tagliatene
tanti dischi con lo stampino del n. 162, ed ammesso che ne riuscissero 80,
ponete sopra a 40 un po' di mostarda e cogli altri 40 copriteli bagnandone
prima gli orli con un dito intinto nell'acqua per appiccicarli insieme.
Friggeteli
e spolverizzateli di zucchero avanti di mandarli in tavola.
165 FRITTO DI MELE
Prendete
mele grosse, di buona qualità, non troppo mature; levatene il torsolo col
cannello di latta fatto a quest'uso, che lascia il buco in mezzo, sbucciatele e
tagliatele a fette grosse poco meno di un centimetro. Mettetele nella pastella
n. 156 quando siete per friggerle e se non vi dispiace l'odor degli anaci, che
qui sta bene, mettetene un pizzico.
Spolverizzatele
di zucchero a velo e servitele calde.
166 FRITTO DI CARDONI
Dopo
aver tolto i filamenti ai cardoni, lessateli in acqua salata, tagliateli a
pezzetti e fateli soffriggere nel burro salandoli ancora un poco. Poi
infarinateli, poneteli nella pastella n. 156 e friggeteli. Possono far comodo
per contorno a un fritto di carne o a un umido.
167 FRITTO DI FINOCCHI
Tagliateli
a spicchi, nettateli dalle foglie più dure e lessateli in acqua salata. Prima
di metterli nella pastella n.156 asciugateli e infarinateli.
168 CAROTE FRITTE
Queste
carote possono servire di contorno a un fritto, quando non ci sono più gli
zucchini.
Senza
sbucciarle tagliatele a filetti sottili lunghi un dito, salatele e dopo qualche
ora, prese su così umide, passatele nella farina e, scosse da questa, mettetele
nell'uovo, rivoltatele nel medesimo e, presi con le dita i filetti a uno a uno,
gettateli in padella.
169 FRITTO DI PESCHE
Prendete
pesche burrone non tanto mature, tagliatele a spicchi non troppo grossi e, come
le mele e i finocchi, avvolgetele nella pastella n. 156 e spolverizzatele di
zucchero dopo cotte. Non è necessario sbucciarle.
170 FRITTO DI SEMOLINO
Semolino
di grana fine, grammi 70 a 80.
Latte,
decilitri 3.
Uova,
n. l.
Zucchero,
tre cucchiaini.
Burro,
quanto una noce.
Sale,
un pizzico.
Odore
di scorza di limone.
Ponete
il latte al fuoco col burro e lo zucchero e quando comincia a bollire versate
il semolino a poco a poco, girando in pari tempo il mestolo. Salatelo e
scocciategli dentro l'uovo; mescolate e quando l'uovo si è incorporato levate
il semolino dal fuoco e distendetelo sopra a un vassoio unto col burro o sulla
spianatoia infarinata, all'altezza di un dito. Tagliatelo a mandorle e
mettetelo prima nell'uovo sbattuto poi nel pangrattato fine e friggetelo.
Spolverizzatelo di zucchero a velo, se lo desiderate più dolce, e servitelo
solo o, meglio, per contorno a un fritto di carne.
171 PALLOTTOLE DI SEMOLINO
A
me sembra che questo fritto riesca assai bene e che compensi la fatica che si
fa a pestarlo.
Semolino,
grammi 120.
Burro,
grammi 15.
Farina
di patate, una cucchiaiata colma, pari a gr. 25.
Uova,
uno intero e due rossi.
Zucchero,
un cucchiaino colmo.
Odore
di scorza di limone.
Latte,
decilitri 4.
Cuocete
bene il semolino nel latte col detto zucchero, aggiungendo il burro, l'odore e
una presa di sale, quando lo ritirate dal fuoco. Quando sarà ben diaccio
pestatelo nel mortaio con le uova, prima i rossi uno alla volta poi l'uovo
intero. Versate per ultima la farina di patate, lavorando molto col pestello il
composto. Versatelo poi in un piatto e gettatelo in padella a cucchiaini per
ottener le pallottole alquanto più grosse delle noci, che servirete
spolverizzate di zucchero a velo quando avranno perduto il forte calore.
È
un fritto leggero, delicato e di bell'aspetto.
172 FRITTELLE DI POLENTA ALLA LODIGIANA
Latte,
mezzo litro.
Farina
gialla, grammi 100.
Fatene
una polenta e, prima di ritirarla dal fuoco, salatela; così a bollore versatela
sulla spianatoia e con un coltello da tavola intinto nell'acqua distendetela
alla grossezza di mezzo dito scarso. Diaccia che sia, servendovi dello stampino
della ricetta n. 182, o di altro consimile, tagliatene tanti dischi che
riusciranno 30 o 32 se vi aggiungete i ritagli impastandoli e stiacciandoli con
le mani. Questi dischi appaiateli, mettendovi in mezzo una fettina di gruviera,
per ottenere così da 15 a 16 frittelle.
Frullate
ora due uova, ché tante occorrono per poterle dorare con queste e col
pangrattato, e friggetele nello strutto o nell'olio.
Servitele
calde per contorno a un arrosto.
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