Pellegrino Artusi, brodi e gelatine. Come rinunciare ad una tazza di buon brodo, di carne o vegetale, caldo e profumato, può essere un pasto completo o anche solo il piatto di preparazione ad un pasto importante.
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BRODO
Lo
sa il popolo e il comune che per ottenere il brodo buono bisogna mettere la
carne ad acqua diaccia e far bollire la pentola adagino adagino e che non
trabocchi mai. Se poi, invece di un buon brodo preferiste un buon lesso, allora
mettete la carne ad acqua bollente senza tanti riguardi. È noto pur anche che
le ossa spugnose danno sapore e fragranza al brodo; ma il brodo di ossa non è
nutriente.
In
Toscana è uso quasi generale di dare odore al brodo con un mazzettino di erbe
aromatiche. Lo si compone non con le foglie che si disfarebbero, ma coi gambi
del sedano, della carota, del prezzemolo e del basilico, il tutto in
piccolissime proporzioni. Alcuni aggiungono una sfoglia di cipolla arrostita
sulla brace; ma questa essendo ventosa non fa per tutti gli stomachi. Se poi vi
piacesse di colorire il brodo all'uso francese, non avete altro a fare che
mettere dello zucchero al fuoco, e quando esso avrà preso il color bruno,
diluirlo con acqua fresca. Si fa bollire per scioglierlo completamente e si conserva
in bottiglia.
Per
serbare il brodo da un giorno all'altro durante i calori estivi fategli alzare
il bollore sera e mattina.
La
schiuma della pentola è il prodotto di due sostanze: dell'albumina superficiale
della carne che si coagula col calore e si unisce all'ematosina, materia
colorante del sangue.
Le
pentole di terra essendo poco conduttrici del calorico sono da preferirsi a
quelle di ferro o di rame, perché meglio si possono regolare col fuoco, fatta
eccezione forse per le pentole in ghisa smaltata, di fabbrica inglese, con la
valvola in mezzo al coperchio.
Si
è sempre creduto che il brodo fosse un ottimo ed omogeneo nutrimento atto a dar
vigore alle forze; ma ora i medici spacciano che il brodo non nutrisce e serve
più che ad altro a promuovere nello stomaco i sughi gastrici. Io, non essendo
giudice competente in tal materia, lascerò ad essi la responsabilità di questa
nuova teoria che ha tutta l'apparenza di ripugnare al buon senso.
2
BRODO PER GLI AMMALATI
Un
professore di vaglia che curava una signora di mia conoscenza, gravemente
malata, le aveva ordinato un brodo fatto nella seguente maniera:
"Tagliate
magro di vitella o di manzo in bracioline sottili e mettetele distese una sopra
l'altra in un largo tegame; salatele alquanto e versate sulle medesime tanta
acqua diaccia che vi stiano sommerse. Coprite il tegame con un piatto che lo
chiuda e sul quale sia mantenuta sempre dell'acqua e fate bollire la carne per
sei ore continue, ma in modo che il bollore appena apparisca. Per ultimo fate
bollire forte per dieci minuti e passate il brodo da un pannolino."
Con
due chilogrammi di carne si otteneva così due terzi o tre quarti di litro di un
brodo di bel colore e di molta sostanza.
3
GELATINA
Muscolo
senz'osso (vedi n. 323), grammi 500.
Una
zampa di vitella di latte, oppure grammi 150 di zampa di vitella.
Le
zampe di due o tre polli.
Due
teste di pollo coi colli.
Le
zampe dei polli sbucciatele al fuoco e tagliatele a pezzi; poi mettete ogni
cosa al fuoco in due litri d'acqua diaccia; salatela a sufficienza e fatela
bollire, schiumandola, adagio adagio per sette od otto ore continue, talché il
liquido scemi della metà. Allora versate il brodo in una catinella, e quando
sarà rappreso levate il grasso della superficie; se non si rappiglia,
rimettetelo al fuoco per restringerlo di più, oppure aggiungete due fogli di
colla di pesce. Ora la gelatina è fatta, ma bisogna chiarificarla e darle
colore d'ambra. Per riuscire a questo tritate finissima col coltello e poi
pestatela nel mortaio, grammi 70 carne magra di vitella, mettetela in una
casseruola con un uovo e un dito (di bicchiere) d'acqua, mescolate il tutto ben
bene e versateci la gelatina diaccia. Non smettete di batterla con la frusta
sul fuoco finché non avrà alzato il bollore, e poi fatela bollire adagio per
circa venti minuti, durante i quali assaggiate se sta bene a sale e datele il
colore.
A
questo scopo basta che poniate in un cucchiaio di metallo non stagnato due
prese di zucchero e un gocciolo d'acqua, lo teniate sul fuoco finché lo
zucchero sia divenuto quasi nero, versandolo poi a pochino per volta, onde
avere la giusta gradazione del colore, nella gelatina bollente. Alcuni ci
versano anche un bicchierino di marsala.
Ora,
prendete un asciugamano, bagnatelo nell'acqua, strizzatelo bene e pel medesimo
passate la detta gelatina, ancora ben calda senza spremere e versatela subito
negli stampi; d'estate, qualora non si rappigli bene, ponete questi sul
ghiaccio. Quando la vorrete sformare, passate leggermente intorno agli stampi
un cencio bagnato nell'acqua bollente. Il bello della gelatina è che riesca
chiara, non dura, trasparente e del colore del topazio. Essa ordinariamente si
serve col cappone in galantina o con qualunque altro rifreddo. È poi un ottimo
alimento per gli ammalati. Se prendesse l'agro, per non averla consumata
presto, rimettetela al fuoco e fatele spiccare il bollore. Anche il brodo
comune si rende limpido nella stessa maniera od anche colla carne soltanto.
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