Luisa Spagnoli, quando le donne non guidavano l'automobile. Erano gli anni a cavallo tra i due secoli, ottocento e novecento, lei già guidava, non solo l'automobile, ma un'azienda allora in grande espansione, la Perugina.
E' una ragazza di provincia, di una modesta famiglia, e a poco più di vent'anni sposa Annibale Spagnoli, è quello il modo più semplice, per emanciparsi, un marito, i figli, la famiglia, ma non sarà così, perchè da lì parte la sua grande avventura imprenditoriale, della quale sarà artefice e guida fino alla fine della sua breve vita.
La coppia rilevò, infatti, una drogheria in centro a Perugia iniziando a produrre confetti, su scala prettamente artigianale. L’iniziativa ebbe ben presto successo: valeva la pena di rinvigorirla per farla crescere. Bisognava quindi cercare dei soci. Luisa li trovò, nelle persone di Francesco Buitoni , Leone Ascoli e Francesco Andreani . Fu così che, il 30 novembre 1907, il laboratorio artigianale dei coniugi Spagnoli, diventò la "Società Perugina per la Fabbricazione dei Confetti", con un capitale di 100.000 lire, circa 335.000 €.
Anni in cui Luisa dimostra le proprie capacità, tenendo con decisione il timone della società che al termine della prima guerra mondiale dà lavoro a più di cento operai. Ormai sempre più salda nel consiglio d'amministrazione inizia a dar vita a strutture sociali all'avanguardia rivolti ai dipendenti: nello stabilimento di Fontivegge, considerato nel panorama dell'industria dolciaria europea il più avanzato, fonda un asilo per i figli dei dipendenti. Sono gli anni della grande corsa, quelli in cui non ci si può fermare, nella vita come nel lavoro ci vuole decisione e sicurezza, e Luisa decide coraggiosamente di innamorarsi, di un ragazzo di molti anni più giovane, Giovanni Buitoni, si ameranno a lungo e collaboreranno allo stesso progetto, per tutta la vita.
Anni difficile a ridosso delle due guerre, anni però in cui tutto è possibile, le energie non hanno fondo, è il 1922, e Luisa inventa il "Bacio" Perugina. Solo briciole di nocciola, derivata dagli scarti di produzione, impastata in un'amalgama al latte, un cuore goloso di nocciola e cioccolato fondente. Squisiti! Ebbero velocemente un successo incredibile grazie soprattutto alle grandi idee di marketing che gli furono abbinate. Il "look" del "Bacio" si deve a Federico Seneca, direttore artistico della Perugina negli anni ’20, che rielaborando l'immagine del celebre quadro di Francesco Hayez, 'Il bacio', creò la tipica scatola blu con l'immagine di due innamorati. Fu sempre sua l'idea di inserire i cartigli contenenti le frasi d'amore che ancora oggi caratterizzano lo storico cioccolatino.
Anni difficile a ridosso delle due guerre, anni però in cui tutto è possibile, le energie non hanno fondo, è il 1922, e Luisa inventa il "Bacio" Perugina. Solo briciole di nocciola, derivata dagli scarti di produzione, impastata in un'amalgama al latte, un cuore goloso di nocciola e cioccolato fondente. Squisiti! Ebbero velocemente un successo incredibile grazie soprattutto alle grandi idee di marketing che gli furono abbinate. Il "look" del "Bacio" si deve a Federico Seneca, direttore artistico della Perugina negli anni ’20, che rielaborando l'immagine del celebre quadro di Francesco Hayez, 'Il bacio', creò la tipica scatola blu con l'immagine di due innamorati. Fu sempre sua l'idea di inserire i cartigli contenenti le frasi d'amore che ancora oggi caratterizzano lo storico cioccolatino.
Il 'Bacio' Perugina è diventato, da quel 1922, il simbolo per eccellenza di un pensiero affettuoso.
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