Pellegrino Artusi e la sua Zuppa Inglese. Chi ti credi di essere?, di Alice Munro, pubblicato per la prima volta nel ’78,
racconta delle vicende di Rose, nata
in una insignificante
674 BAVARESE LOMBARDA
Questo
dolce, a cui danno diversi nomi, si potrebbe chiamare il piatto dolce del
giorno visto che è bene accetto ed usato spesso in molte famiglie.
Burro
di buona qualità e ben fresco, grammi 180.
Zucchero
a velo, grammi 180.
Savoiardi
lunghi o pan di Spagna, circa grammi 150.
Rossi
d'uovo assodati, n. 6.
Zucchero
vanigliato, quanto basta per dargli l'odore.
Rosolio,
quanto occorre per intingere leggermente i savoiardi.
Fate
bollire le uova per soli sette minuti, e levatine i rossi, stemperateli nel
burro, poi passateli dal setaccio, indi aggiungete lo zucchero a velo e il
vanigliato, e lavorate molto il composto col mestolo per mantecarlo. Prendete
uno stampo, possibilmente a costole, bagnatelo col rosolio, tagliate a metà,
per il lungo, i savoiardi, intingeteli leggermente nel rosolio, oppure metà nel
rosolio e metà nell'alkermes e con questi foderate lo stampo alternando i due
colori. Poi versate nel mezzo il composto, copritelo con altri savoiardi
intinti anche questi, lasciatelo per tre ore almeno nel ghiaccio e servitelo.
La composizione, se tornasse comodo, può farsi un giorno per l'altro e questa
quantità basta per otto persone. È un dolce molto fine.
675 ZUPPA INGLESE
In
Toscana - ove, per ragione del clima ed anche perché colà hanno avvezzato così
lo stomaco, a tutte le vivande si dà il carattere della leggerezza e
l'impronta, dov'è possibile, della liquidità - la crema si fa molto sciolta,
senza amido né farina e si usa servirla nelle tazze da caffè. Fatta in questo modo
riesce, è vero, più delicata, ma non si presta per una zuppa inglese nello
stampo e non fa bellezza.
Eccovi
le dosi della crema pasticcera, così chiamata dai cuochi per distinguerla da
quella fatta senza farina.
Latte,
decilitri 5.
Zucchero,
grammi 85.
Farina
o, meglio, amido in polvere, grammi 40.
Rossi
d'uovo, n. 4.
Odore
di vainiglia.
Lavorate
prima lo zucchero coi rossi d'uovo, aggiungete la farina e per ultimo il latte
a poco per volta. Potete metterla a fuoco ardente girando il mestolo di continuo;
ma quando la vedrete fumare coprite la brace con una palettata di cenere o
ritirate la casseruola sull'angolo del fornello se non volete che si formino
bozzoli. Quando s'è già ristretta continuate a tenerla sul fuoco otto o dieci
minuti e poi lasciatela diacciare.
Prendete
una forma scannellata, ungetela bene con burro freddo e cominciate a riempirla
nel seguente modo: se avete una buona conserva di frutta, come sarebbe di
albicocche, di pesche od anche di cotogne, gettate questa, per la prima, in
fondo alla forma e poi uno strato di crema ed uno di savoiardi intinti in un
rosolio bianco. Se, per esempio, le scannellature della forma fossero diciotto,
intingete nove savoiardi nell'alkermes e nove nel rosolio bianco e coi medesimi
riempite i vuoti, alternandoli. Versate dell'altra crema e sovrapponete alla
medesima degli altri savoiardi intinti nel rosolio e ripetete l'operazione fino
a riempirne lo stampo.
I
savoiardi badate di non inzupparli troppo nel rosolio perché lo rigetterebbero;
se il liquore fosse troppo dolce, correggetelo col rhum o col cognac. Se il
tempo avesse indurita la conserva di frutta (della quale in questo dolce si può
fare anche a meno), rammorbiditela al fuoco con qualche cucchiaiata di acqua,
ma nello stampo versatela diaccia.
Questa
dose può bastare per sette od otto persone.
Nell'estate
potete tenerla nel ghiaccio e per isformarla immergete per un momento lo stampo
nell'acqua calda onde il burro si sciolga.
Saranno
sufficienti grammi 120 a 130 di savoiardi.
676 ZUPPA TARTARA
Prendete
grammi 200 di ricotta, rammorbiditela alquanto col latte e aggraziatela con
grammi 30 di zucchero a velo e due prese di cannella in polvere, mescolando
bene.
Prendete
uno stampo lavorato e bagnatene le pareti interne con rosolio oppure ungetele
col burro; intingete nel rosolio o nell'alkermes de' savoiardi e, cominciando
da questi, o da una conserva di frutta non troppo liquida, coprite il fondo
dello stampo. Poi riempitelo, alternando a suoli, con la ricotta, i savoiardi e
la conserva, che può essere di albicocche o di pesche. Sformatela dopo qualche
ora e, se l'avrete disposta con garbo, oltre al gusto resteranno anche appagati
gli occhi de' commensali. La ricotta si può rammorbidire col rosolio di cedro,
invece del latte, e allora non occorre la cannella.
È
un dolce da piacer molto.
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