Pellegrino Artusi ed i suoi siroppi. Prima si è bambini, e nel bel mezzo di un gioco importantissimo ecco che tua nonna ti si avvicina improvvisamente, sgattaiolando
lateralmente come fanno i granchi sulla spiaggia, e in men che non si dica ti ritrovi in bocca un cucchiaione oleoso di un ripugnante sciroppo per la tosse. Poi altre volte generose dosi di sciroppi colorati vengono versate sul ghiaccio appena tritato, e ti vengono servite delle granitone che profumano d'estate, confuso, ti chiedi 'che sarà successo, come mai?, poi ti ricordi che ti hanno appena tolto le tonsille, insomma, c'è sempre la fregatura. Poi finalmente si diventa adulti, ma il sospetto sullo sciroppo ti rimane incollato per sempre, sarà quello al fegato di merluzzo, o mi posso fidare?
723 SIROPPO DI LAMPONE
La
delicata fragranza di questo frutto (il framboise dei Francesi) lo costituisce
il re degli sciroppi. Dopo avere disfatto bene il frutto colle mani, si opera
nella stessa guisa del n. 725 colle stesse proporzioni di zucchero e d'acido
citrico; se non che, contenendo questo frutto meno glutine del ribes, il
periodo della fermentazione sarà più breve. Se poi mi domandaste perché questi
sciroppi richiedono tanto zucchero, risponderei che ciò è necessario per la
loro conservazione; e che per correggere il soverchio dolciume, si è ricorso
all'acido citrico.
724 ACETOSA DI LAMPONE
Questa
acetosa si forma sostituendo all'acido citrico aceto di vino d'ottima qualità,
che va versato nello sciroppo di lampone quando si leva dal fuoco. La dose
dell'aceto regolatela coll'assaggio, ponendone cioè, poco da prima ed
assaggiando lo sciroppo in due dita d'acqua per aumentarne la dose al bisogno.
Questa bibita riescirà più rinfrescante delle altre ed ugualmente piacevole.
725 SIROPPO DI RIBES
Questo
frutto, contenendo in sé molto glutine, richiede una lunga fermentazione;
tantoché se sciogliete dello zucchero nel succo del ribes appena spremuto e lo
mettete al fuoco, otterrete non uno sciroppo, ma una gelatina.
Disfate
il ribes ne' suoi grappolini come fareste ammostando l'uva e lasciatelo in
luogo fresco entro un vaso di terra o di legno. Quando avrà cominciato a
fermentare (il che può avvenire anche dopo tre o quattro giorni) affondatene il
cappello e rimestatelo con un mestolo due volte al giorno, continuando questa
operazione finché avrà cessato di alzare. Poi passatelo per canovaccio a poco
per volta, strizzandolo bene colle mani, se non avete uno strettoio, e passate
il succo spremuto da un filtro anche due o tre volte, e più se occorre, per
ottenere un liquido limpidissimo. Ponetelo quindi al fuoco e, quando comincia
ad entrare in bollore, versate lo zucchero e l'acido citrico nelle seguenti
proporzioni:
Liquido,
chilogrammi 3.
Zucchero
in polvere bianchissimo, chilogrammi 4.
Acido
citrico, grammi 30.
Girate
continuamente il mestolo onde lo zucchero non si attacchi, fatelo bollir forte
per due o tre minuti, assaggiatelo per aggiungere altro acido citrico, se
occorre, e quando è diaccio imbottigliatelo e conservatelo in cantina.
Vi
avverto che il bello di questi sciroppi, è la limpidezza e per ottenerla è bene
abbondare nella fermentazione.
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