Come fare i grissini all'olio di oliva. Può essere considerato l'emblema di casa Savoia, il vero scettro del potere regale. Ma è solo un grissino, direte tutti voi in coro! Certo ma che
grissino e con quale pedigree , dal lontano 1675 comincia una lunga storia che non è ancora finita.
grissino e con quale pedigree , dal lontano 1675 comincia una lunga storia che non è ancora finita.
Il giovane duca Vittorio Amedeo II, quello che avrebbe fatto dire a Luigi XIV, con una certa lungimiranza, «i Savoia non terminano mai una guerra sotto la stessa bandiera con cui l' hanno iniziata», cresceva minato da una salute traballante e debilitato da continui disturbi intestinali. Per curarlo si provò di tutto, dall' esposizione alla Sindone fino all'intervento di fatucchiere e maghi non pensando che la soluzione sarebbe arrivata dal vicino forno di corte. Il medico personale Don Baldo Pecchi scoprì che la malattia ducale dipendeva da un pane malsano, poco cotto e poco lievitato, ed il fornaio Antonio Brunero prese un pezzo di ghersa dalla forma allungata e la stirò con il movimento delle mani e la trazione delle braccia, ricavandone un pane croccante, privo di mollica, ben lievitato e bis-cotto. Il Duca guarì, si affezionò all' alimento e spesso fu visto cavalcare verso la sua residenza di caccia alla Reggia di Venaria con una cesta di grissini in sella. Da allora il grissino non abbandonò più Casa Savoia: Carlo Felice di Savoia ne sgranocchiava a manciate assiso sul palco regale del Regio, e la principessa Felicita si fece addirittura ritrarre da un pittore di corte con un grissino in mano, solleticando le invidie e gli appetiti dei potenti di tutta Europa, tanto che persino Luigi XIV tentò di imitare il «petit baton de Turin», mentre Napoleone, giunto alla conquista di queste zone, istituì un servizio postale celere per avere ogni
giorno direttamente da Torino i prelibati bastoncini di pane. Così i Torinesi pensarono di consacrarlo alla storia della città piemontese, il 17 giugno 1852, quando fu erto l'obelisco di Piazza Savoia, deponendo nello scavo una
scatola di latta che conteneva, insieme all' elenco dei sottoscrittori del
monumento, una copia delle leggi siccardiane, qualche moneta, semi di
frumento e di riso, una bottiglia di «vino ordinario del paese» e «quattro
pezzi di pane grissino».
La
cucina economica vi insegna come fare i grissini all'olio di oliva
Ingredienti
1kg
di farina “0″
10g
di lievito di birra
10g
di sale
500g
d’acqua circa
qb di olio
evo
Procedimento
Sciogliete
il lievito in un po’ d’acqua tiepida. Fate
la fontana con la farina, aggiungete il lievito, impastate, aggiungete il
sale e l’olio; continuate a impastare
aggiungendo l’acqua a poco a poco. Se preferite potete usare l'impastatrice. Continuate
a impastare fino a raggiungere un impasto morbido, molto idratato, al limite
del lavorabile. Fate il panetto e lasciatelo riposare per 30 minuti coperto da un telo.
Riprendete il panetto, tagliatene dei pezzi ungendo l'impasto su
entrambi i lati, con olio di oliva. Tagliate
l’impasto cercando di dargli già una forma allungata. Riprendete ogni
strisciolina e delicatamente lavoratela facendola rotolare sul piano di lavoro,
in modo da stenderla ulteriormente e allo stesso tempo rendendola un po’ più
arrotondata, mettendole affiancate su una teglia coperta di carta da forno. Cuocete
in forno caldo a 220° circa per 12 minuti. Quando
estrarrete i grissini, risulteranno ancora morbidi: diventeranno croccanti raffreddandosi.
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