Pellegrino Artusi, polli, capponi e galline (arrosto).
Anghingò tre galline e tre capòn……se ne andavano al mercato.....
Coppie come tante altre, dirette al mercato, lei un pò avanti negli anni, per non dire vecchia, l'occhio sbarrato su giovinastri ruspanti, lui sessualmente disinteressato, ma, ci viene da chiederci, sono sempre stati così? Naturalmente no, la vita cambia molte cose, entrambi sono stati teneri pulcini, ricoperti da un soffice piumino, poi a 4 settimane di vita, qualche cosa cambia, cominciano a sentirsi dei pollastri, liberi di razzolare finchè si vuole, è questa la fase dei giochi in giardino, cucco, strega liberata, i più svegli al dottore.., ma non per tutti perchè, ad alcuni di questi, ad appena due mesi, verrà fatto il servizietto, castrati senza pietà, e lasciati a cantare in un angolo dell'aia finchè qualcuno si accorgerà che i capponi sono ottimi per il brodo dei cappelletti. Per tutti gli altri la vita scorre normale, in un lampo si diventa galline vecchie e galli, con tutte le problematiche degli adulti. Ma le galline continuano a sognare e ogni tanto, in compagnia dei loro amici capponi se ne vanno al mercato, e.....
Anghingò tre galline e tre capòn……se ne andavano al mercato.....
Coppie come tante altre, dirette al mercato, lei un pò avanti negli anni, per non dire vecchia, l'occhio sbarrato su giovinastri ruspanti, lui sessualmente disinteressato, ma, ci viene da chiederci, sono sempre stati così? Naturalmente no, la vita cambia molte cose, entrambi sono stati teneri pulcini, ricoperti da un soffice piumino, poi a 4 settimane di vita, qualche cosa cambia, cominciano a sentirsi dei pollastri, liberi di razzolare finchè si vuole, è questa la fase dei giochi in giardino, cucco, strega liberata, i più svegli al dottore.., ma non per tutti perchè, ad alcuni di questi, ad appena due mesi, verrà fatto il servizietto, castrati senza pietà, e lasciati a cantare in un angolo dell'aia finchè qualcuno si accorgerà che i capponi sono ottimi per il brodo dei cappelletti. Per tutti gli altri la vita scorre normale, in un lampo si diventa galline vecchie e galli, con tutte le problematiche degli adulti. Ma le galline continuano a sognare e ogni tanto, in compagnia dei loro amici capponi se ne vanno al mercato, e.....
539 POLLO RIPIENO ARROSTO
Non
è un ripieno da cucina fine, ma da famiglia. Per un pollo di mediocre grandezza
eccovi all'incirca la dose degli
ingredienti:
Due
salsicce.
Il
fegatino, la cresta e i bargigli del pollo medesimo.
Otto
o dieci marroni bene arrostiti.
Una
pallina di tartufi o, in mancanza di questi, alcuni pezzetti di funghi secchi.
L'odore
di noce moscata.
Un
uovo.
Se
invece di un pollo fosse un tacchino, duplicate la dose.
Cominciate
col dare alle salsicce e alle rigaglie mezza cottura nel burro, bagnandole con
un po' di brodo se occorre; conditele con poco sale e poco pepe a motivo delle
salsicce. Levatele asciutte e nell'umido che resta gettate una midolla di pane,
per ottenere con un po' di brodo due cucchiaiate di pappa soda. Spellate le
salsicce, tritate con la lunetta le rigaglie e i funghi rammolliti, e insieme
colle bruciate, coll'uovo e la pappa pestate ogni cosa ben fine in un mortaio,
meno i tartufi che vanno tagliati a fettine e lasciati crudi. Questo è il
composto col quale riempirete il pollo, il cui ripieno si lascerà tagliar
meglio diaccio che caldo e sarà anche più grato al gusto.
540 CAPPONE
ARROSTO TARTUFATO
La
cucina è estrosa, dicono i fiorentini, e sta bene perché tutte le pietanze si
possono condizionare in vari modi secondo l'estro di chi le manipola; ma
modificandole a piacere non si deve però mai perder di vista il semplice, il
delicato e il sapore gradevole, quindi tutta la questione sta nel buon gusto di
chi le prepara. Io nell'eseguire questo piatto costoso ho cercato di attenermi
ai precetti suddetti, lasciando la cura ad altri d'indicare un modo migliore.
Ammesso che un cappone col solo busto, cioè vuoto, senza il collo e le zampe,
ucciso il giorno innanzi, sia del peso di grammi 800 circa, lo riempirei nella
maniera seguente:
Tartufi,
neri o bianchi che siano poco importa, purché odorosi, grammi 250.
Burro,
grammi 80.
Marsala,
cucchiaiate n. 5.
I
tartufi, che terrete grossi come le noci, sbucciateli leggermente e la buccia
gettatela così cruda dentro al cappone; anche qualche fettina di tartufo crudo
si può inserire sotto la pelle. Mettete il burro al fuoco e quando è sciolto
buttateci i tartufi con la marsala, sale e pepe per condimento e, a fuoco
ardente, fateli bollire per due soli minuti rimuovendoli sempre. Levati dalla
casseruola, lasciateli diacciare finché l'unto sia rappreso e poi versate il
tutto nel cappone, per cucirlo tanto nella parte inferiore che nell'anteriore
dove è stato levato il collo.
Serbatelo
in luogo fresco per cuocerlo dopo 24 ore dandogli così tre giorni di
frollatura.
Se
si trattasse di un fagiano o di un tacchino regolatevi in proporzione. Questi,
d'inverno, è bene conservarli ripieni tre o quattro giorni prima di cuocerli,
anzi pel fagiano bisogna aspettare i primi accenni della putrefazione, ché
allora la carne acquista quel profumo speciale che la distingue. Per la cottura
avvolgeteli in un foglio e trattateli come la gallina di Faraone n. 546.
541 POLLO AL DIAVOLO
Si
chiama così perché si dovrebbe condire con pepe forte di Caienna e servire con
una salsa molto piccante, cosicché, a chi lo mangia, nel sentirsi accendere la
bocca, verrebbe la tentazione di mandare al diavolo il pollo e chi l'ha
cucinato. Io indicherò il modo seguente che è più semplice e più da cristiano.
Prendete
un galletto o un pollastro giovane, levategli il collo e le zampe e, apertolo
tutto sul davanti, schiacciatelo più che potete. Lavatelo ed asciugatelo bene
con un canovaccio, poi mettetelo in gratella e quando comincia a rosolare,
voltatelo, ungetelo col burro sciolto oppure con olio mediante un pennello e
conditelo con sale e pepe. Quando avrà cominciato a prender colore la parte
opposta, voltatelo e trattatelo nella stessa maniera; e continuando ad ungerlo
e condirlo a sufficienza, tenetelo sul fuoco finché sia cotto.
Il
pepe di Caienna si vende sotto forma di una polvere rossa, che viene
dall'Inghilterra in boccette di vetro.
542 POLLO IN PORCHETTA
Non
è piatto signorile, ma da famiglia. Riempite un pollo qualunque con fettine di
prosciutto grasso e magro, larghe poco più di un dito, aggiungete tre spicchi
d'aglio interi, due ciocchettine di finocchio e qualche chicco di pepe.
Conditelo all'esterno con sale e pepe e cuocetelo in casseruola con solo burro
e fra due fuochi. Al tempo delle salsicce potete sostituire queste al
prosciutto introducendole spaccate per il lungo.
543 ARROSTO MORTO DI POLLO ALLA BOLOGNESE
Mettetelo
al fuoco con olio, burro, una fetta di prosciutto grasso e magro tritato fine,
qualche pezzetto d'aglio e una ciocchettina di ramerino. Quando sarà rosolato,
aggiungete pomodori a pezzi netti dai semi, oppure conserva sciolta nell'acqua.
Cotto che sia levatelo e in quell'intinto cuocete patate a tocchetti, indi
rimettetelo al fuoco per riscaldarlo.
544 POLLO ALLA RUDINÌ
Questo
pollo, battezzato non si sa perché con tal nome, riesce un piatto semplice,
sano e di sapore delicato, perciò lo descrivo. Prendete un pollastro giovane,
levategli il collo, le punte delle ali, e le zampe tagliatele a due dita dal
ginocchio; poi fatene sei pezzi: due colle ali a ciascuna delle quali lascerete
unita la metà del petto, due colle cosce compresavi l'anca e due col groppone
toltane la parte anteriore. Levate le ossa delle anche e la forcella del petto;
i due pezzi del groppone schiacciateli. Frullate un uovo con acqua quanta ne
stia in un mezzo guscio d'uovo, metteteci in infusione il pollo dopo averlo
infarinato e conditelo col pepe e col sale a buona misura lasciandovelo fino al
momento di cuocerlo. Allora prendete i pezzi a uno per uno, panateli e, messa
la sauté o una teglia di rame al fuoco con gr. 100 di burro, cuoceteli in
questa maniera. Quando comincia a soffriggere il burro collocateci per un
momento i pezzi del pollo dalla parte della pelle, poi rivoltateli, coprite la
sauté con un coperchio e con molto fuoco sopra e poco sotto, lasciateli per
circa dieci minuti. Servitelo con spicchi di limone e sentirete che sarà buono
tanto caldo che freddo.
Per
parlare un linguaggio da tutti compreso, la Sacra Scrittura dice che Giosuè
fermò il sole e non la terra e noi si fa lo stesso quando si parla di polli,
perché l'anca dovrebbesi chiamar coscia, la coscia gamba e la gamba tarso:
infatti l'anca ha un osso solo che corrisponde al femore degli uomini, la coscia
ne ha due che corrispondono alla tibia e alla fibula e la zampa rappresenta il
primo osso dei piede, cioè il tarso. Così le ali, per la conformità delle ossa,
corrispondono alle braccia che, dalla spalla al gomito sono di un sol pezzo
(omero) e di due pezzi (radio e ulna) nell'avambraccio; le punte delle ali poi
sono i primi accenni di una mano in via di formazione.
Pare,
e se è vero potete accertarvene alla prova, che il pollo cotto appena ucciso
sia più tenero che quando è sopraggiunta la rigidità cadaverica.
545 POLLO
VESTITO
Non
è piatto da farne gran caso, ma può recare sorpresa in un pranzo famigliare.
Prendete
il busto di un pollastro giovane, cioè privo delle zampe, del collo e delle
interiora; ungetelo tutto con burro diaccio, spolverizzatelo di sale, e un
pizzico di questo versatelo nell'interno. Poi, colle ali piegate, lasciatelo
con due larghe e sottili fette di prosciutto più magro che grasso e copritelo
con la pasta descritta nella ricetta n. 277, tirata col matterello alla
grossezza di uno scudo all'incirca. Doratela col rosso d'uovo e cuocete il
pollo così vestito a moderato calore nel forno o nel forno da campagna.
Servitelo come sta per essere aperto e trinciato sulla tavola.
A
me sembra migliore diaccio che caldo.
546 GALLINA DI FARAONE
Questo
gallinaceo originario della Numidia, quindi erroneamente chiamato gallina
d'India, era presso gli antichi il simbolo dell'amor fraterno. Meleagro, re di
Calidone, essendo venuto a morte, le sorelle lo piansero tanto che furono da
Diana trasformate in galline di Faraone. La Numida meleagris, che è la specie
domestica, mezza selvatica ancora, forastica ed irrequieta, partecipa della
pernice sia nei costumi che nel gusto della carne saporita e delicata. Povere
bestie, tanto belline! Si usa farle morire scannate, o, come alcuni vogliono,
annegate nell'acqua tenendovele sommerse a forza; crudeltà questa, come tante
altre inventate dalla ghiottoneria dell'uomo. La carne di questo volatile ha
bisogno di molta frollatura e, nell'inverno, può conservarsi pieno per cinque o
sei giorni almeno.
Il
modo migliore di cucinare le galline di Faraone è arrosto allo spiede. Ponete
loro nell'interno una pallottola di burro impastata nel sale, steccate il petto
con lardone ed involtatele in un foglio spalmato di burro diaccio spolverizzato
di sale, che poi leverete a due terzi di cottura per finire di cuocerle e di
colorirle al fuoco, ungendole coll'olio e salandole ancora.
Al
modo istesso può cucinarsi un tacchinotto.
Consigliato da La cucina economica
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