Leonardo da Vinci chef all'Osteria delle Tre Rane. Risale
agli anni dell'infanzia l'origine della passione di Leonardo per la cucina, la
passione di una vita.
Nasce
nel 1452 a Vinci, a due passi da Firenze, dalla relazione fra il notaio fiorentino ser
Pietro e una donna di Vinci, Caterina. Pochi mesi più tardi, suo padre sposa
una ragazza fiorentina di sedici anni e sua madre un pasticciere di Vinci in
pensione, Accatabriga di Piero del Vacca. Leonardo cresce frequentando entrambe
le famiglie, ma è grazie al "volgare, sciatto e goloso" Accatabriga,
colui che gli fa conoscere i dolciumi, che gli inculca i segreti del cuore
dell'arte culinaria, che gli lascia creare modellini di marzapane da far asciugare
al sole della Toscana, che Leonardo affina il dolce e inebriante gusto per il
cibo che lo accompagnerà per tutta la vita minacciando il successo di molte
altre sue attività. Nel 1469 ser Pietro manda quel suo primo figlio ormai
piuttosto grasso a bottega dal Verrocchio, lo scultore, pittore, ingegnere,
orafo e matematico presso il cui studio di Firenze è apprendista anche
Botticelli. Dopo tre anni a bottega, Leonardo deve camminare con le sue gambe,
pur continuando a lavorare dal
Verrocchio. Per supplire agli scarsi introiti ricevuti dalle rare commissioni
che Verrocchio gli concede, la sera va a lavorare come cameriere alla Taverna
delle Tre Lumache sul Ponte Vecchio a Firenze. Poi, nella primavera del 1473, a
seguito della misteriosa morte per avvelenamento di tutti i cuochi delle Tre
Lumache, Leonardo viene promosso in cucina.
Leonardo è troppo eccitato dal suo nuovo incarico alle Tre Lumache da
mesi ormai pensa ai grandi piatti del Rinascimento e a come "civilizzare"
le rustiche pietanze servite alle Tre Lumache. Tuttavia, i clienti della
taverna fanno un gran baccano quando Leonardo inventa e serve loro ciò che noi
oggi chiameremmo nouvelle cuisine (minuscole porzioni accompagnate da deliziose
formine intagliate nella polenta indurita), tanto che Leonardo è costretto a
fuggire per salvarsi la pelle; e ritorna a lavorare alla bottega del
Verrocchio. L'esperienza alle Tre Lumache ha notevoli conseguenze sulla mente
indagatrice di Leonardo. Gli fa capire quanto sia dispendioso in termini di
tempo e di lavoro preparare pietanze. E da questo momento in poi penserà sempre
più a quelli che potremmo definire "gadgets risparmia-fatica" per la
cucina. Comincia allora a scrivere le sue note, ed è abbastanza sorprendente
rilevare come per molti dei suoi disegni
che per molti anni sono stati interpretati come macchine da guerra,
Leonardo avesse pensato a tritacarne, lavatrici, schiaccianoci meccanici e cose
del genere.
Poi
nell'estate del 1478, in seguito a una lite fra bande fiorentine rivali, la
famosa Taverna delle Tre Lumache prende fuoco. Leonardo abbandona nuovamente le
sue pitture per avviare, assieme al suo amico Botticelli, una locanda improvvisata, riciclando per lo
più vecchi scenari dello studio del Verrocchio, chiamata Le Tre Rane di Sandro
e Leonardo. Leonardo dipinge una delle insegne appese fuori ai lati della
locanda, Botticelli l'altra. Il locale non ottiene successo, gli scenari di Verrocchio vengono smontati
dalle impalcature e riportati di nascosto nello studio del maestro. Nessuna taverna
lo assume come cuoco né gli offre un lavoro qualsiasi nelle cucine, a causa
degli effetti nefasti che le sue eccentriche ricette sembrano avere su ogni
tipo di clientela. È chiaro che per il momento non ha affatto voglia di continuare le commissioni di tipo pittorico,
preferisce andarsene in giro per
Firenze, scarabocchiando, suonando il liuto e inventando nuovi nodi.
La
cucina economica ha la ricetta leonardesca della zuppa di rane
Spella
tre rane (poiché la pelle della rana di certo non aiuta la digestione), poi
togli le interiora (poiché le interiora della rana secernono vari tipi di
veleno), a questo punto, dopo aver bagnato le rane nel miele, immergile per
un'ora in una pentola d'acqua bollente, con una carota e un po' di cumino.
Passa tutto al setaccio e otterrai una zuppa dal sapore eccezionale.
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