Champagne e grandi vedove. E' davvero curioso che il mercato mondiale degli champagne, che è detenuto da tre grandi aziende francesi, sia stato creato da donne, tre giovani vedove, che hanno creduto nelle proprie forze, e che rischiando tutto quello che avevano hanno costruito degli imperi memorabili, in anni in cui non solo i mercati ma anche la vita delle donne era completamente nelle mani degli uomini.
Barbe Nicole Clicquot-Ponsardin (1777 - 1866)
Barbe Nicole Clicquot-Ponsardin (1777 - 1866)
Figlia di un ricco commerciante di Reims
a 22 anni sposa François Clicquot. Il marito è quasi sempre assente, segue gli eserciti di Napoleone
con carri di vino spumante, torbido e dolce, per
farlo conoscere nelle corti europee. Nel 1805 muore di febbre maligna,
lasciando alla moglie l’azienda vinicola che all’epoca produce circa 100.000
bottiglie all’anno. La giovane veste a lutto, per sempre, e decide di dirigerla
da sola contro ogni tradizione. Rischia più volte di fallire, i banchieri non le fanno credito, cambia il nome in Veuve Clicquot Ponsardin, nel 1810, quando è pronto
il primo millésime ottenuto sotto la sua gestione. Nel 1811, in occasione del
passaggio della cometa, produce “le vin de la Comète” che tre anni dopo le
serve a lanciare il proprio marchio in Russia. Nel 1814, prima ancora dell’abdicazione di Napoleone I, noleggia una
nave, aggira l’embargo decretato dalle potenze coalizzate, e rifornisce con
diecimila bottiglie la corte di San Pietroburgo. In
mezzo ai cambiamenti di regime e alla crisi economica segue l'andamento della sua azienda sempre in prima persona, recluta il personale, sorveglia i trasporti fino ai porti
d’imbarco per trattare con le truppe d’occupazione. Esige
la perfezione: «una sola qualità, la primissima» e, per ottenerla, inventa la
«table de remuages», che dopo alcuni miglioramenti diventa il “pupitre” dai ripiani
di legno scavati e inclinati per reggere le bottiglie contenenti il vino di
seconda fermentazione che deve invecchiare almeno un anno per formare le
bollicine di anidride carbonica. Ogni giorno le bottiglie sono ruotate
manualmente di un quarto di giro per staccare i sedimenti dal vetro e farli
scendere sul tappo, poi sostituito. È la méthode champenoise grazie alla quale
il vino resta chiaro e limpido, e che Barbe-Nicole riesce a mantenere segreta
per 15 anni in una città dove tutti si conoscono, forse perché condivide i
profitti con il personale. Il
successo di vendita è immediato. L'azienda cresce e comincia ad acquistare i migliori vigneti della regione
per soddisfare la domanda crescente. Nel 1821 prende in stage il giovane
Edouard Werlé, al quale nel 1841 lascia la direzione dell’azienda che ormai
vende mezzo milione di bottiglie all’anno (alla morte di lei saranno oltre 760.000). Nel 2012, è stato il secondo marchio più
venduto di champagne nel mondo, con 1.474 mila casse da nove litri vendute in
tutto il mondo.
Louise Pommery (1819-1890)
Louise Pommery, nata Jeanne Alexandrine Louise Melin, era figlia di proprietari terrieri delle Ardenne. Nel 1839, sposò Louis Pommery, proprietario di una casa di champagne, la Pommery-Greno. Scomparso prematuramente nel 1858, Louis la lasciò vedova a 39 anni. Donna intelligente, di grandi energie, Louise Pommery, valuta attentamente il successo commerciale della grande veuve Clicquot e dichiara pubblicamente : "Io, signora Pommery ... Ho deciso di continuare a commerciare sostituendomi a mio marito! "
Sotto la sua guida, la attività è cresciuta notevolmente. Un vero genio per gli affari, cambia il gusto dello champagne, intuendo che il futuro non era nei vini dolci, morbidi, tanto popolari all'epoca, ma nei vini secchi o extra-dry coi quali poter pasteggiare. Il successo la stava aspettando: per ottenere vini migliori , fece scavare oltre 18 chilometri di gallerie in antiche cave di gesso, e poterli invecchiare in ambienti idonei. La famiglia manterrà la proprietà della casa Pommery fino al 1979, quando fu acquisita da un colosso del lusso.
L'azienda Bollinger è stata fondata nel 1829, nel cuore della Champagne, da un tedesco, Jacques Joseph Bollinger. Nel 1923, il nipote del fondatore Jacques Joseph, Jacques Bollinger, che gestiva l'azienda, sposò Elizabeth Law de Lauriston Boubers, Lily. Alla morte di Jacques nel 1941, vedova senza figli, Lily si ritrovò a capo dell'azienda di famiglia fino alla sua morte. Lily Bollinger è ricordata come una donna energica, originale, simpatica, attraversava i suoi vigneti in bicicletta e ad un giornalista che le aveva chiesto se amava il proprio champagne, rispose: "..io bevo quando sono felice e quando sono triste... qualche volta bevo quando sono sola e quando non lo sono, lo considero obbligatorio. In altre circostanze, non lo faccio, a meno che non abbia sete ... ". Anche durante i difficili anni della seconda guerra mondiale, Lily continua instancabile la promozione e lo sviluppo della sua azienda, i lavoratori non si trovano, o sono militari o sono prigionieri, ma lei si occupa di tutto, dai vigneti, alle cantine e le spedizioni, senza mai perdere il suo grande ottimismo. Fedele ai metodi tradizionali anche se sembrano superati sostiene: "... la qualità dei miei vini lo dimostra."
La
cucina economica e il suo champagne e pesca
Ingredienti per 2
1/2 bottiglia di champagne
2 grandi pesche
1 dl di rum bianco,
4 o 5 pezzi di zucchero di canna
Preparare le pesche con un pò di anticipo in modo che abbiano il tempo di
raffreddarsi. Mettere le pesche in una piccola casseruola, coprire con acqua , portare
ad ebollizione e far bollire per 5 minuti, poi scolare e pelare. Mettere i pezzi di zucchero in un pentolino con mezzo bicchiere d' acqua, aggiungere le pesche e lasciare cuocere a fuoco lento per 10 minuti. A fine cottura versare il rum , togliere dal fuoco e lasciar raffreddare e filtrare lo sciroppo. Per servire, prendere due grandi bicchieri, mettere una pesca in ciascuno, lo sciroppo al rum e annaffiare con champagne fresco.
Vedi che uno beve ettolitri di champagne e poi svanite le bolle si accorge di non sapere un tubo???
RispondiEliminaIn realtà ho avuto il privilegio di trascorrere parecchio tempo a Reims, ma pure ad Epernay, però a ben pensarci quelle son più storie che hanno a che fare con monaci!!!
Una pagina bellissima, ricca di fascino e coraggio, quello che servirebbe a me per smettere di sognare e lanciarmi davvero...una volta per tutte!!!
Evvai Fabiana non esitare. Auguri e grazie per seguirmi con tanta assiduita'.
RispondiEliminaBuon Natale!
RispondiEliminaGrazie anche a te i miei auguri
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