Tutti gli anni in questa stagione si comincia a smaniare, e allora il tartufo! Chi ce l’ha, dove possiamo trovarlo? Si tirano fuori vecchie agendine alla ricerca del numero ‘di quel simpatico tartufaro’, sicuramente ormai morto di vecchiaia, che raccontava di andare a raccoglierlo col suo maiale preferito. E purtroppo sono finiti anche i tempi di quelle trattorie sull’appennino bolognese, vicino a Grizzana Morandi, dove ti portavano grandi piatti di tagliatelle e le ovette , appena fritte, col tartufo a pacchi, lasciato in cestini sul tavolo, con la totale fiducia e noncuranza di
chi ne trova tutti i giorni, tanto, e con facilità, e allora sì che si poteva dire di averlo veramente gustato senza i patemi che ti prendono ora, quando al ristorante ti offrono la grattatina del magico tubero. Allora che fare , quanto lo si deve pagare? Niente di più semplice che collegarsi, ogni mattina al risveglio, con il borsino del tartufo http://win.terredasti.it/italia-piemonte/borsino-tartufo.php per avere in tempo reale la quotazione di giornata. O affidarsi alle giornate promozionali di Eataly New York che lo propone a soli $6.80 al grammo, che a pensarci bene non mi sembra proprio regalato! Quindi per evitare di sentirmi truffata, e ogni volta rovinarmi il pranzo, ho deciso, si compra il nero! La truffe noire, sarà anche guardata col sopracciglio sollevato dai guru della trifola bianca, ma posso assicurarvi che racchiude, sotto la sua scorza rugosa, potenzialità ed aromi inaspettati. Certo che non basta affettarlo sul piatto di pasta, per far bella figura, bisogna studiarlo ma soprattutto capirlo.
E poi sapete che vi dico, lasciatevi tentare da quella serie infinita di gourmandise al tartufo, che si trovano in ogni sagra e ormai anche al supermercato, cercate le più strane, perché a volte si fanno scoperte veramente gustose!
La cucina economica celebra il magnifico tubero con due ricette : una invernale, carrè d’agnello al tartufo nero e una che potrete fere utilizzando il tartufo estivo, pane, burro e acciughe, puntarelle e tartufo nero, bonne appetit.
Ingredienti per 4 persone:
Agnello carrè - 2 kg
Cipolline - 2 tritate
Rosmarino - 1 rametto
Salvia – qb
Vino bianco - 3 bicchieri
Tartufo nero - alla lama
Olio evo - 3 bicchieri
Fate soffriggere in una pentola antiaderente, che possa entrare nel forno, la cipolla tritata con l'olio d'oliva appena sarà imbiondita unite il carrè e i rametti di rosmarino. Fate dorare il carrè tutto intorno a fuoco moderato, poi spruzzate con il vino e lasciatelo evaporare. Salate e fate continuare la cottura per circa mezz'ora senza coperchio.
Passate il tutto in forno già caldo a 180°C. Cuocete, per circa 40 minuti muovendo di tanto in tanto. Accertatevi che si formi un bel sughetto sul fondo e se la carne era troppo magra aggiungete un pò d'olio d'oliva e vino in successione. Quando il carrè sarà cotto ponetelo su un tagliere e fatelo a fette di 1 (o due costolette insieme) per commensale, versate sopra alle fette il sughetto e poi fate viaggiare il tartufo nero avanti e indietro sulla mandolina tagliatartufi a piacere. Fatto questo date un giro di olio d'oliva anche sul tartufo nero.
Ingredienti per 4 persone:
Pane cafone - 4 fette
Puntarelle - 200 g
Acciughe salate - 40 g
Burro - 40 g Tartufo nero - 20 g
Colatura di alici - qb
Preparazione:
tostare il pane leggermente imburrato sotto il grill e lasciar intiepidire.
Nel frattempo pulire le puntarelle e affettarle finemente, passarle in acqua e ghiaccio fino a farle arricciare. Scolarle, asciugarle e condirle con qualche goccia di colatura di alici.
Con il burro morbido spatolare il bordo del pane disporvi le puntarelle, il tartufo a fette e le acciughe dissalate e tagliate a filetti.
Finire con qualche fogliolina di cerfoglio.
In un noto ristorante milanese recentemente mi hanno servito uova al tartufo che in realtà tartufo non era, ma fungo tagliato sottile abilmente camuffato con il famoso olietto che concentra l'aroma del prezioso tubero (come lo chiamano i giornalisti con poca fantasia). Non ho fatto una piega e gli concedo la grazia non facendone il nome, ma in quel ristorante non mi vedranno più !
RispondiEliminaAttenti alle truffe del truffe!
Cara Laudomia i francesi chiamano il ladro "fourbe" e a volte e purtroppo alcuni ristoratori sono "furbetti".
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