Cosa fare con questi pochi ingredienti? Ecco un consiglio de “ La cucina economica “!
“ un signore, che non ho il bene di conoscere, ebbe la gentilezza di mandarmi da Roma questa ricetta “ questo cita Pellegrino Artusi nel suo ricettario “ La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene “, dove questo semplice ma ghiotto dolce è al n. 648, col nome “ Dolce Roma “ in onore della sua origine. Da allora, questa ricetta, ha viaggiato moltissimo, ha percorso milioni di chilometri da un continente all’altro, tradotta in oltre 2000 lingue vive ed oltre 100 lingue morte, per essere rivisitata in qualche milione di varianti. Quella che segue è una di quelle, l’ultima, e forse la più buona!
Ingredienti per sei/otto persone
Per le pere:
Pere non troppo mature – 600 g
Vino bianco – 2 dl
Zucchero di canna – 130 g
Chiodi di garofano - 2
Per la crema:
Latte – 4 dl
Rossi d’uovo - 3
Zucchero – 70 g
Farina setacciata - 20 g
Aroma di zucchero vanigliato – qb
Per la meringa:
Albumi - 3
Zucchero a velo – 20 g
Sale – un pizzico
Per decorare:
Cacao amaro - qb
Frutti rossi - q.b.
Esecuzione:
scegliere le pere non troppo mature, pelarle e privarle del torsolo. In una casseruola cuocerle con il vino, lo zucchero ed i chiodi di garofano fino a quando risulteranno tenere, ma non spappolate. Levatele asciutte e fate addensare il liquido di cottura in uno sciroppo ambrato. Nel frattempo preparate una crema con gli ingredienti indicati stando attenti che non addensi troppo. Conservate e preparate la meringa montando gli albumi con sale e zucchero. In una teglia da forno, non troppo grande e che vi permetta di raggiungere uno spessore di almeno 4/5 cm fate un fondo con le pere, versate sopra la crema e completate con la meringa. Infornare a 200° finchè la meringa non abbia preso il giusto colore.
Per servire:
lasciare raffreddare in frigorifero, questo è un dolche al cucchiaio che personalmente preferisco nella versione fredda piuttosto che calda. Con un coppapasta ricavare ile porzioni necessarie. Impiattare guarnendo con una spolverata di cacao amaro, frutti rossi anche disidratati e naturalmente lo sciroppo di cottura.
Cosa fare con i ritagli rimasti nella teglia? La cuoca vi consiglia:
prendere un cucchiaio da minestra, chiudere la porta della cucina e nel più assoluto silenzio mangiare tutto, cucchiaiata dopo cucchiaiata!
Ciao Ale ! Il Dolce Roma dell' Artusi si faceva a casa mia quando ero bambina, proprio in questo periodo, quindi mi riporta a dolcissimi ricordi ! Mi piace molto l'idea delle porzioni a meringa. Mi fiondo a comprare gli ingredienti e sarà il mio divertimento pomeridiano. Grazie !
RispondiEliminaLaudomia
Sappimi dire come ti è venuto.
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