cucina,ricette La Cucina Economica: La dieta del gruppo sanguigno. Verità e bugie

domenica 3 novembre 2013

La dieta del gruppo sanguigno. Verità e bugie



La dieta del gruppo sanguigno
Quello che potete mangiare ve lo dice il vostro gruppo sanguigno. Questo è quello che 



sostiene da oltre 15 anni il naturopata americano Peter D’Adamo, ora anche nel nostro paese aumentano entusiasti seguaci che ne decantano i benefici per la salute, tra tanti anche Pietro Mozzi, medico 'nature' che vive spartanamente sui monti della Val Trebbia, ripudiando acqua calda, tv e detersivi autore di 'La dieta del dottor Mozzi. Gruppi sanguigni e combinazioni alimentari'. 

La regola
Secondo questa teoria, a ciascun gruppo sanguigno (0, A, AB e B) corrispondono caratteristiche genetiche ancestrali che incidono sul sistema immunitario, il metabolismo, il peso forma, la predisposizione a intolleranze, allergie e altre patologie e, in definitiva, determinano qual è l’alimentazione migliore da seguire. Per esempio: chi possiede il gruppo 0, il più antico, risalente ai nostri antenati cacciatori, dovrebbe privilegiare i piatti proteici, come carne, uova, legumi e tenersi alla larga da pane e pasta; chi appartiene al gruppo A,  eredità evolutiva dei primi agricoltori di circa 10mila anni fa,  farebbe meglio a seguire una dieta vegetariana, ricca di frutta, verdura e cereali; chi presenta il gruppo B,  derivante dai nomadi, migrati dall’Africa circa 15 mila anni fa,  può portare in tavola tranquillamente latte, latticini, uova; infine, chi è di tipo AB,  il più moderno nella specie umana, può seguire un regime onnivoro a metà tra A e B.

Le opinioni scientifiche
Di opinione assolutamente negativa ritenendola una classificazione priva di fondamento sono Andrea Ghiselli, medico ricercatore dell’ Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran), Cecilia Invitti, endocrinologa e nutrizionista dell’ Istituto auxologico italiano e molti altri luminari. Una eclatante stroncatura sui presunti  effetti salutari arriva sull’ American Journal of Clinical Nutrition la più aggiornata ed estesa review degli studi finora condotti. Peraltro, l’esclusione di alcuni alimenti, come il pomodoro (sconsigliato a quelli del gruppo A e B) senza una ragionevole necessità, può risultare addirittura dannosa. Come avverte il Langone Medical Center di New York, le diete per i gruppi sanguigni A e 0 sono particolarmente restrittive, eliminando interi gruppi di alimenti, il che può portare a una perdita di peso ma anche un insidioso impoverimento nutrizionale.

Basi teoriche vs aspetti critici
All’origine della dieta del gruppo sanguigno ci sono presupposti veri, ma le conclusioni che sono state tratte per formulare i quattro diversi piani alimentari si sono rivelate sconclusionate. Il punto di partenza è che il gruppo sanguigno di ciascuno di noi è una caratteristica genetica, come il colore degli occhi o l’altezza. Nel dna troviamo inoltre delle “bandierine” di allerta che segnalano le incompatibilità organiche, le glicoproteine, presenti anche nelle cellule che rivestono l’intestino segnalano che l’attività di alcuni enzimi digestivi variava in base al gruppo sanguigno di appartenenza”, spiega Enzo Spisni, esperto di fisiopatologia del tratto digerente e docente al Master di alimentazione ed educazione alla salute dell’Università di Bologna. Da qui i collegamenti tra gruppo sanguigno e funzionalità dell’apparato gastrointestinale, successivamente smentiti, e quindi la distinzione tra i cibi che, a seconda del ramo evolutivo di discendenza, risultano più o meno digeribili. “ L'idea non regge.”, prosegue Spisni. “ I gruppi sanguigni variano moltissimo tra le diverse popolazioni, senz’alcun collegamento con il tipo di dieta seguita durante l’evoluzione. Questo implica che i geni dei diversi gruppi sanguigni non hanno subito una pressione selettiva in base all’alimentazione etnica. Quel che è successo nel corso dell’evoluzione, invece, è che si sono affermate in seguito all’avvento di agricoltura e pastorizia mutazioni vantaggiose, come la tolleranza al lattosio, che permette, a chi ne è portatore, di metabolizzare lo zucchero del latte anche in età adulta”.

L’altra cantonata nella dieta dei gruppo sanguigni ha a che fare con le lectine, proteine presenti in numerosi alimenti (dai vegetali ai latticini) che assomigliano alle glicoproteine del sangue. L’idea è che se queste lectine sono incompatibili con il gruppo sanguigno possano scatenare reazioni di rigetto e quindi intolleranza. “ Resta ancora molto da capire sui meccanismi immunitari che scatenano reazioni allergiche a certi alimenti, ma forse a smentire il collegamento tra lectine e gruppi sanguigni basterebbe dire che la sensibilità al glutine e la celiachia si distribuiscono equamente tra A, B, 0 e AB”, replica Spisni. “ Inoltre, le lectine si trovano in tantissimi cibi, ma chi è intollerante lo è solo verso alcuni”, aggiunge Invitti . “È evidente che i fattori in gioco, genetici e non, siano altri e più complessi”.

Guardando il futuro
Se riproporre lo schema alimentare sulla base del profilo “AB0” sembra ormai superato, il ruolo del dna nella dieta è invece oggetto di studi di frontiera. È la cosiddetta nutrigenomica. Intendiamoci: se qualcuno oggi vi propone la dieta personalizzata in base al test genetico, probabilmente vi sta pigliando in giro. Le uniche informazioni che si possono evincere dal dna (ma basterebbe un po’ di sano empirismo per accorgersene) sono l’intolleranza al lattosio o la predisposizione alla celiachia, ma è impossibile indicare quali cibi preferire sulla base di un identikit genetico. “ Le correlazioni tra dna e obesità, metabolismo, malattie sono molto complesse, ma il ruolo dell’ambiente, e quindi lo stile di vita, ha un peso preponderante”, dice Spisni. “ Più che il nostro dna, in futuro si punta a studiare sempre di più i geni della flora batterica intestinale, il cosiddetto simbionte”. Un numero crescente di ricerche indica che la lotta al sovrappeso passa da lì, dai miliardi di microrganismi che popolano il nostro intestino.  

A tutti i fans della ‘dieta del gruppo sanguigno’, delusi o insoddisfatti, La cucina economica consiglia una ricetta consolatoria, il  bloody mary al basilico



Ingredienti
2 parti di vodka
3 parti di succo di pomodoro
1 pizzico di sale e di pepe nero
6 gocce di Salsa Worcester
5 gocce di Tabasco
qualche foglia di basilico fresco
1 pizzico di rafano
qualche goccia di limone o di lime

Può essere shakerato vigorosamente o mescolato lentamente, aggiungendo le foglie di basilico spezzate, il risultato sarà lo stesso. Decorare con ciuffetto di basilico; affiancare degli spiedini con olive, formaggio e naturalmente basilico. 




2 commenti:

  1. e soprattutto accettare che per perdere peso e mantenerlo negli anni, bisogna fare dei sacrifici e delle rinuncie...tutto costa a chi più a chi meno, ma la strada è quella: impegno, impegno, impegno e impegno...

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  2. E' verissimo quello che dici, senza la consapevolezza del sacrificio non si arriva da nessuna parte. dobbiamo anche imparare a gratificarci diversamente, oppure anche col cibo, ma adattandoci a quelle che sono le esigenze del nostro organismo.
    un saluto

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