Pellegrino Artusi e le pastine pel tè. Un
vero e proprio rituale quello del tè del pomeriggio, diventato il simbolo della tradizione
inglese. In realtà, questo è, naturalmente,
non del tutto vero! Il tè
ha una lunga storia, ed è apprezzato in tutto il mondo. In Russia,
è sorseggiato con zollette di zucchero strette tra i denti, in Tibet, è
mescolato con burro di Yak e nel Nord’Africa è miscelato con la menta. Si dice che l'usanza britannica del tè delle cinque sia stata introdotta dalla Duchessa di Bedford, agli inizi del 1800. In quegli anni gli inglesi avevano
l’abitudine di consumare due pasti al giorno, la prima colazione e la cena. Rinnovando le sue abitudini decise di incaricare il suo cameriere di servirlo anche, poco prima delle cinque, nel suo boudoir. Naturalmente accompagnato dalle Pastine pel The.
634 PASTINE PEL THE
Mistress
Wood, un'amabile signora inglese, avendomi offerto un the con pastine fatte con
le sue proprie mani, ebbe la cortesia, rara nei cuochi pretenzionosi, di darmi
la ricetta che vi descrivo, dopo averla messa alla prova.
Farina
d'Ungheria o finissima, grammi 440.
Farina
di patate, grammi 160.
Zucchero
a velo, grammi 160
Burro,
grammi 160.
Due
chiare d'uovo.
Latte
tiepido, quanto basta.
Formate
un monticello sulla spianatoia con le due farine e lo zucchero mescolati
insieme. Fategli una buca in mezzo, collocateci le chiare e il burro a pezzetti
e, colla lama di un coltello prima e con le mani dopo, servendovi del latte,
intridetelo e lavoratelo mezz'ora circa per ottenere un pastone piuttosto
tenero. Tiratelo col matterello in una sfoglia della grossezza di uno scudo,
tagliatela a dischi rotondi, come quello del n. 7, bucherellateli con le punte
di una forchetta e cuoceteli al forno o al forno da campagna in una teglia unta
col burro. Con sola mezza dose della ricetta se ne ottengono assai.
635 LINGUE DI GATTO
Sono
pastine pel the, tolte da una ricetta venuta da Parigi.
Burro,
grammi 100.
Zucchero
bianco a velo, grammi 100.
Farina
d'Ungheria, grammi 100.
Una
chiara d'uovo.
Ponete
in un vaso il burro così naturale e cominciate a dimenarlo col mestolo; poi
versateci lo zucchero, indi la farina e per ultimo la chiara d'uovo, lavorando
sempre il composto per ridurlo una pasta omogenea. Ponetela nella siringa con
un disco di buco rotondo o quadro della grandezza di circa un centimetro, e
spingetela in una teglia, unta leggermente col burro, in forma di pezzetti
lunghi un dito, tenendoli radi perché, squagliandosi, allargano. Cuoceteli al
forno da campagna a moderato calore. Con questa dose ne otterrete una
cinquantina.
636 PANE DI SABBIA
Anche
il pane di sabbia è un dolce tedesco, così chiamato perché si sfarina in bocca
come la sabbia e però si usa servirlo col the che lo rende più piacevole al
gusto. Non vi spaventate nel sentire che per manipolarlo occorrono due ore di
lavorazione non interrotta in luogo riparato da correnti d'aria, girando il
mestolo sempre per un verso. Le signore, che sono di natura pazienti e quelle
particolarmente che si dilettano d'improvvisare dolci, non si sgomenteranno per
questo, se si procurano l'aiuto di due braccia robuste.
Burro
fresco, grammi 185.
Zucchero
a velo, grammi 185.
Farina
di riso, grammi 125.
Farina
d'amido, grammi 125.
Farina
di patate, grammi 60.
Uova,
n. 4.
L'agro
di un quarto di limone.
Cognac,
una cucchiaiate.
Bicarbonato
di soda, un cucchiaino.
Odore
di vainiglia.
La
farina d'amido non è altro che l'amido comune di buona qualità ridotto in
polvere fine.
Lavorate
prima il burro da solo, poi aggiungete i rossi ad uno ad uno, girando il
mestolo sempre per un verso; indi versate lo zucchero, poi il cognac e l'agro
di limone; dopo le farine e, per ultimo, il bicarbonato di soda e le chiare
montate; ma di quest'ultime versatene prima due cucchiaiate per rammorbidire il
composto, e mescolate adagio il restante. Versate il composto in una teglia
proporzionata, unta col burro e spolverizzata di zucchero a velo e farina, e
cuocetelo in forno o nel forno da campagna, a moderato calore. Un'ora di
cottura potrà bastare.
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